Fondi ai gruppi, ecco gli ex consiglieri (o attuali) in attesa di sentenza

La Procura di Cagliari sta dando una nuova accelerata all’inchiesta bis sui fondi ai gruppi relativa alla XIII legislatura, dal 2004 al 2009: un enorme lavoro di indagine avviato dalla magistratura a fine 2009, ma che sembrava essersi arenato perché, mentre a palazzo di giustizia ricostruivano il presunto peculato aggravato commesso dai consiglieri regionali in quel quinquennio, erano emersi gravi indizi di colpevolezza anche sull’utilizzo delle risorse pubbliche durante la successiva, la XIV quella dal 2009 al 2014. Indizi che avevano portato addirittura all’arresto di quattro consiglieri regionali: Carlo Sanjust, Mario Diana, Sisinnio Piras ed Eugenio Murgioni, tutti ex pidiellini finiti in carcere insieme all’imprenditore Riccardo Cogoni (cliccando sui singoli nomi si ricava la posizione giudiziaria aggiornata di ciascuno).

L’accelerata sulla precedente legislatura riguarda i consiglieri non entrati nel primo processo che si è concluso lo scorso 21 febbraio con tredici condanne in primo grado (leggi qui), a cui vanno aggiunte quelle in appello di Silvestro Ladu, Beniamino Scarpa e Adriano Salis. Questo perché il gruppo dei sedici ex consiglieri già giudicati, al contrario di tutti gli altri, apparteneva al Gruppo Misto, sul quale si concentrò la prima indagine.

Adesso la Procura sta analizzando la posizione dei consiglieri che facevano parte degli altri gruppi politici. Sono una cinquantina in tutto. Su circa venti si saprà tra il 10 ottobre e il 5 dicembre se verranno (o meno) rinviati a giudizio, come ha chiesto il pubblico ministero Marco Cocco, titolare della doppia inchiesta.

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Rispetto al primo processo c’è, però, un nuovo elemento: per alcuni consiglieri è arrivata o sta per scattare la prescrizione, che nel caso del peculato è fissata in dodici anni e mezzo e il conteggio comincia dal giorno in cui è stata presa la prima somma di denari pubblici oggetto dell’indagine.

È successo lo scorso 25 settembre: per scadenza di termini non si è potuto procedere contro gli azzurri Nicola RassuSergio Milia (poi passato con l’Udc e sotto indagine da consigliere dello scudo crociato). Entrambi erano accusati di peculato aggravato per un importo di 5mila e 4mila euro ciascuno. E lo stesso succederà il 12 gennaio 2018 con l’avvio del processo nei confronti di Claudia Lombardo, l’ex presidente del Consiglio finita sotto inchiesta per 1.500 euro: fra tre mesi anche per la Lombardo scatterà la prescrizione.

Nello stesso processo di gennaio sul banco degli imputi siederanno altri due azzurri: l’allora capogruppo Mariano Contu, che è di nuovo un esponente della massima assemblea sarda, e l’ex senatore di Olbia Fedele Sanciu. Contu deve risponde di peculato per un milione e 600mila euro, Sanciu per 3mila euro (su un’identica somma è ugualmente arrivata la prescrizione).

Ieri all’elenco dei consiglieri della XIII legislatura contro i quali si sta procedendo si sono aggiunti sei nomi, tutti di consiglieri di Rifondazione comunista. Si tratta dell’attuale senatore Luciano Uras, e di Ciriaco Davoli, Giuseppe Fadda, Paola Lanzi, Paolo Antonio Licheri e Ignazio Paolo Pisu. In quel quinquennio Davoli è stato a lungo tesoriere del gruppo e per questo deve rispondere di un presunto peculato di un milione e 55mila euro. L’accusa nei confronti di Uras vale 74mila euro. Per Fadda 21.700 euro, per la Lanzi 5.100, per Licheri 32.900, per Pisu 38.900. Il pm Cocco ha chiesto per tutti il rinvio a giudizio. Deciderà il 5 dicembre il Gup Roberto Cau.

Il prossimo 10 ottobre, invece, sapranno se andranno a processo (o meno) i consiglieri di Fortza Paris e Udc. Per il partito sovranista figurano i nomi di Pasquale OnidaEugenio Murgioni (leggi qui) e ancora Silvestro Ladu: l’archiviazione è invece arrivata per Domenico Gallus. Sul fronte dello scudo crociato c’è intanto il deputato Roberto Capelli (fu lui stesso, a gennaio 2014, ad annunciare l’iscrizione sul registro degli indagati per un importo di 129.500 euro). E ancora: Giorgio OppiSergio Milia, Renato Lai, più quattro consiglieri già condannati in primo grado: Sergio Marracini, i fratelli Vittorio e Alberto Randazzo, e Tore Amadu. Ancora: Sergio Obinu, Gianfranco Cappai, Franco Cuccu e Andrea Biancareddu.

Sempre relativamente alla XIII legislatura, ha patteggiato (due anni e mezzo) il sardista Efisio Planetta, mentre l’allora capogruppo Giacomo Sanna è a giudizio (processo fissato il 18 gennaio).

In questi giorni il tribunale di Cagliari dovrebbe fissare anche le udienze davanti al Gup a carico dei consiglieri dei Riformatori e del Pd. Tra i liberal democratici hanno ricevuto un avviso di garanzia Franco Sergio Pisano e Gavino Cassano più l’attuale capogruppo Attilio Dedoni e il deputato Pierpaolo Vargiu.

Tra i democratici, cioè ex Ds ed ex Margherita, i nomi di peso sono quelli dei parlamentari Silvio Lai e Siro Marrocu e dell’attuale presidente del Cda alla Sardaleasing, Giacomo Spissu, presidente del Consiglio regionale in quella legislatura. E poi il sindaco di Sarroch,  nonché presidente del Consorzio industriale Cacip, Salvatore Mattana. E, con lui, Antonio Biancu, Giuseppe Cuccu, Giovanni Giagu, Mariuccia Cocco Simonetta Sanna. In attesa di conoscere la propria posizione giudiziaria pure i consiglieri in carica Gavino Manca e Franco Sabatini. Tra gli indagati anche Alberto Sanna, Antonio Calledda, Angela Corrias, Franco Sanna, Vincenzo Floris, Gian Battista Orrù, Nazareno Pacifico, Giuseppe Pirisi e Renato Cugini.

Sempre nel Pd a processo c’è Francesca Barracciu, mentre sono state archiviate le posizioni del senatore-segretario regionale, Giuseppe Luigi Cucca, e dei deputati Francesco Sanna e Marco Meloni, usciti dall’inchiesta insieme a Eliseo Secci e Marco Espa (leggi qui). Anche l’ex sottosegretario Paolo Fadda non è più indagato (leggi qui).

Non si sa ancora nulla sulle richieste che farà la Procura per i consiglieri di Progetto Sardegna: il neopresidente dell’Arst, Chicco Porcu, il sindaco di Alghero, Mario Bruno più Elia Corda, Alessandro Frau, Stefano Pinna e il neurofarmacologo Gian Luigi Gessa. È invece arrivata l’archiviazione per l’ex assesore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda (leggi qui).

Nella lista degli indagati figurano poi l’ex consigliere dell’Udeur, Carmelo Cachìa, già condannato lo scorso febbraio, e l’ex eurodeputato Idv, Giommaria Uggias, assolto nello stesso processo.

Infine gli ex An. In quattro hanno ricevuto un avviso di garanzia: Matteo Sanna, Antonello Liori, Giovanni Moro e Ignazio Artizzu. Ma gli ultimi due hanno chiesto lo scorso giugno di essere giudicati con rito abbreviato (leggi qui).

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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