Fondi ai gruppi, Barracciu (Pd) sceglie di non farsi interrogare

Non si farà esaminare, ma presenterà dichiarazioni spontanee scritte perché ritiene che tutte le risposte siano sia già contenuto nei documenti e negli atti del processo. Questa la strategia difensiva scelta dall’avvocato Franco Luigi Satta, difensore dell’ex sottosegretaria alla Cultura del governo Renzi, Francesca Barracciu, sotto processo a Cagliari con l’accusa di peculato aggravato nell’ambito dell’inchiesta sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna. Chiusa la scorsa udienza in tempi record con l’esame della prova dell’accusa, oggi la difesa dell’ex europarlamentare del Pd ha chiamato a testimoniare Sebastiano Mazzone e Michela Mura, due dirigenti regionali del partito che hanno a lungo militato con l’allora sottosegretaria. Entrambi hanno riferito ai giudici di una serie di riunioni organizzate nel 2009 con altri altri sostenitori di Francesca Barracciu.

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La Procura contesta all’ex consigliera regionale una somma di 81mila euro relativa alla legislatura 2004-2009, soldi del gruppo Pd destinati all’attività istituzionali ma che l’accusa ritiene siano stati spesi illegittimamente. Davanti al collegio presieduto da Massimo Costantino Poddighe, affiancato da Francesco Alterio e Andrea Mereu, non sono mancati gli scontri tra accusa e difesa sulle domande del pubblico ministero Marco Cocco durante il controesame dei testimoni. L’avvocato Satta più volte è intervenuto contestando l’incalzare incessante del Pm, ma alla fine l’udienza si è chiusa senza ulteriori scintille. Il 13 luglio si torna in aula: Francesca Barracciu leggerà le sue dichiarazioni spontanee scritte, ma ha deciso di non rispondere alle domande del pubblico ministero che già l’aveva interrogata due volte in fase d’indagine.

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