Fondi ai gruppi, il processo Barracciu già all’esame dell’imputata: udienza a marzo

Nuova udienza lampo nel processo contro Francesca Barracciu, accusata di peculato aggravato: la Procura di Cagliari contesta all’ex sottosegretaria 81mila euro.

Seduta lampo, un’altra, questa mattina nel processo contro Francesca Barracciu, l’ex sottosegretaria alla Cultura accusata di peculato aggravato nell’ambito dell’inchiesta sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale. I fatti risalgono alla legislatura 2004-2009, quando la Barracciu sedeva nella massima assemblea sarda prima coi Ds (sino al 31 gennaio 2008), poi in quota Pd. Oggi uno solo dei cinque testimoni chiamati a deporre è stato sentito: per gli altri quattro, accusa e difesa hanno concordato la presentazione delle rispettive memorie. Ciò che ha dato un’ulteriore accelerata al processo che riprenderà il 7 marzo con l’esame dell’imputata.

La Barracciu era in aula, come sempre seduta accanto al suo avvocato Franco Luigi Satta che ha fatto una breve serie di domande all’unico teste esaminato, Mariano Natale: è tenente dei carabinieri nonché l’ufficiale di polizia giudiziaria che, per conto della Procura di Cagliari, ha svolto le indagini sul caso Barracciu. Il legale si è limitato a chiedere pochi chiarimenti sulla modalità di raccolta degli elementi di prova che hanno portato l’ex consigliera dentro l’inchiesta. Inizialmente per un importo di 33mila euro, poi la somma è salita poi a 81mila.

Rispondendo all’avvocato Satta, il tenente ha spiegato che la Procura ha ricostruito l’importo della contestazione sui primi 33mila euro”attraverso l’esame dei conto correnti, incrociando i movimenti bancari del gruppo di appartenenza con quelli dell’allora consigliera”. Sono risultati circa trentatré bonifici da 1.002 euro ciascuno, come ha ribadito lo stesso avvocato.

Nessuna domanda da parte del pm Marco Cocco, titolare dell’inchiesta, visto che la pubblica accusa aveva già presentato una memoria dettaglia lo scorso 12 gennaio quando il processo si è aperto dopo il cambio del collegio. Lo presiede, davanti alla seconda sezione penale, sempre il giudice Massimo Poddighe e a latere sono stati indicati Francesco Alterio e Andrea Mereu.

È stato poi lo stesso giudice a chiedere al teste “come venissero gestiti i fondi ai gruppi” e se “l’onorevole Barracciu avesse la disponibilità diretta della risorse”. E si tratta di un elemento centrale nel processo, visto che il reato di peculato si fonda proprio su questa disponibilità. L’ufficiale di polizia giudiziaria ha spiegato che “tutti i gruppi del Consiglio regionale avevano un presidente e un amministratore”, cui spettava la gestione dei fondi. Nei Ds gli incaricati erano “rispettivamente Siro Marrocu e Antonio Calledda; nel Pd ancora da Marrocu e Antonio Biancu“.

Il teste, sempre a domanda precisa del giudice, ha poi chiarito che “l’onorevole Barracciu – sempre sulla iniziale contestazione di 33mila euro – non giustificò mai l’utilizzo della somma con i rimborsi chilometri“, emersi nell’interrogatorio di dicembre 2013. Allora la Barracciu era ancora la candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione: il mese successivo il passo indietro dopo un durissimo e drammatico scontro all’interno del Pd.

Riguardo l’udienza del prossimo 7 marzo, il giudice ha comunque lasciato libertà alla difesa di rinviare, eventualmente, l’esame dell’imputata al prossimo 13 giugno. Se così dovesse succedere, tra un mese saranno sentiti altri testimoni della difesa. Con questo ritmo del processo, per ora velocissimo, la sentenza potrà arrivare addirittura entro l’anno. Lunedì 20 febbraio, invece, è attesa quella sulla prima inchiesta: a giudizio sono in quattordici, tra consiglieri regionali ed ex (qui tutti i nomi).

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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