La Consulta boccia la legge sarda sul dimensionamento scolastico, Franciscu Sedda: “Il Governo festeggia un colpo che ci spinge verso la fossa”

Da Franciscu Sedda – Docente di Semiotica all’Università di Cagliari, leader di A Innantis! – riceviamo e pubblichiamo.

Ci vogliono morti. E non si fanno problemi a festeggiare quando ci infliggono un colpo che ci spinge verso la fossa. Il Ministro italiano dell’Istruzione, Valditara, in questi minuti celebra su X il fatto che la Corte costituzionale ha reputato illegittima la legge sarda votata all’unanimità dall’intero nostro Parlamento a febbraio 2024, una norma che puntava al mantenimento di tutte le autonomie scolastiche esistenti nell’anno scolastico 2023-2024.

Può essere che l’ultima legge varata dal Governo Solinas non fosse scritta efficacemente. Può anche essere che in punta di Statuto quel potere non sia pienamente nostro (si sa che la cosa che uno Stato straniero ha più difficoltà a riconoscere a una nazione sottomessa è il diritto a governare l’istruzione). Resta il fatto che mentre il Governo italiano vuole dare poteri alle Regioni del Nord Italia non smette però di impedire ai sardi di regolare la propria vita, di difendere il futuro di alunni e docenti, di provare a rispondere all’abbandono scolastico e allo spopolamento con la salvaguardia della presenza delle scuole sul territorio, definendo fin fa oggi un sistema dell’istruzione che sia a nostra misura e un minimo all’altezza delle nostre esigenze di sopravvivenza.

Il fatto che ci venga impedito, e che in Italia, nelle stanze del governo italiano, si festeggi per questo impedimento, testimonia quanto serve un cammino di autodeterminazione nazionale dei sardi. Riscrivere lo Statuto, passare a una vera Carta di Autodeterminazione del Popolo Sardo, prenderci il potere di organizzare la scuola a nostra misura, è un passo non più rimandabile. Se non vogliamo che al di là del mare qualcuno festeggi mentre uccide il futuro dei nostri giovani e della nostra terra.

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