Dall’Argentina all’Italia alla ricerca delle origini e di un futuro migliore

Sono Estefanía Jaen Frank e sono una giornalista argentina di 24 anni impegnata in uno scambio attraverso il Rotary. Nei prossimi tre mesi vivrò in Italia. A Cagliari rimarrò un’altra settimana e poi mi sposterò a Latina (Lazio) e a Brescia (Lombardia). Con questo blog vi racconto la mia esperienza in Sardegna.

L’Italia e l’Argentina hanno tanto in comune: la cultura e politica, la storia e anche il modo d’essere delle persone. C’è un filo che unisce il passato e il presente delle due nazioni.

È stimato che tra il 1861 e il 1940, 20 milioni d’italiani siano emigrati in Argentina in cerca di una nuova vita e di fortuna. Erano gli anni delle guerre, della crisi economica e agraria e, nel caso dell’Argentina, era il periodo in cui c’era la necessità di avere più braccianti agricoli e operai. Le politiche argentine dell’epoca erano orientate aprirsi ai lavoratori specializzati che arrivavano anche da altre nazioni, dato che gli allora giovani argentini – figli di agricoltori avevano deciso di abbandonare la terra per gli agi e la vita nella città.

E’ chiaro che in questo contesto gli italiani emigrati in Argentina abbiano costruito e lasciato una importante impronta e un legame con gli eredi che adesso stanno ripercorrendo le proprie origini tornando in Italia per visitarla o per viverci.

Secondo un’indagine della Fondazione Iniziative e Studi sulla Multietnicità (Ismu) del maggio scorso ben 2023, 3.669 argentini hanno ottenuto la cittadinanza italiana nel 2021. Il numero doppiò rispetto a quello del 2020, quando ne erano state rilasciate 1.717. L’alta richiesta -conferma l’Ismu- risponde alla possibilità di naturalizzazione grazie alla presenza di avi italiani.

Secondo la legge n. 91/1992, possono ottenere la cittadinanza i discendenti nati da cittadini italiani dopo il 17 marzo 1861 (data di proclamazione del Regno d’Italia), oltre che ai figli di padre o di madre italiana. Nel caso della madre, possono fare una richiesta i figli nati dopo il 1º gennaio 1948, data in cui è entrata in vigore la Costituzione italiana che stabilisce l’uguaglianza di diritti tra uomini e donne.

Secondo i dati forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica, al 1º gennaio 2022, sono 426 gli argentini arrivati in Sardegna. Cagliari ne ha ricevuti 283 (66,4%); Sassari, 102 (23,9%); Nuoro, 20 (4,7%); Sud Sardegna, 11 (2,6%) e Oristano 10 (2,3%). Complessivamente in Italia alla stessa data ne sono arrivati 10.522.

Nonostante non siano specificati i motivi dell’emigrazione del paese sudamericano, un’indagine del sito argentino Chequeado sostiene che tra settembre 2020 e ottobre 2021, più di 1 milione di persone ha lasciato il Paese. Più di 50mila hanno dichiarato genericamente che si trattava di un “trasferimento” senza specificare le reali ragioni. Non esistono dati specifici sulle ‘partenze’ per l’Italia o sugli argentini che hanno ottenuto la cittadinanza in un paese europeo.

Le testimonianze degli argentini in Sardegna

Matías, 32enne originario di Lanús, nella provincia di Buenos Aires, racconta: “Sono arrivato a Cagliari a maggio del 2022. Me ne sono andato dell’Argentina per le difficoltà e per il generale contesto economico. Ho lavorato 7 anni in una farmacia in Argentina e non sono riuscito a risparmiare nulla. Tornare? Non ci credo”.

Sul perché ha scelto la Sardegna, spiega: “Mio fratello ha abitato in Sicilia e dopo si è spostato a Cagliari, mi aveva raccontato che c’erano delle belle spiagge – sottolinea -. Qui mi sono ritrovato con 30 argentini e ho fatto nuove amicizie. Penso che le uniche differenze tra italiani e argentini siano la lingua e il cibo, per il resto ci somigliamo molto caratterialmente come con l’Uruguai”.

Matías sostiene: “Conosciamo la cultura italiana: sono discendente d’italiani e ho potuto ottenere cittadinanza e passaporto. Voglio imparare bene la lingua, mi piacerebbe aprire un locale in Sardegna”.

Rocío ha 36 anni e, invece, è emigrata con suo marito e il figlio nel 2022. È di Campana, provincia di Buenos Aires. “Mio nonno era sardo. Quando è morto, mia nonna ha deciso di avviare le pratiche per la cittadinanza italiana per i suoi figli e per i nipoti”.

“Siamo venuti in Sardegna in cerca di un posto tranquillo e sicuro dove allevare il nostro bambino. Abitiamo a Olbia, l’abbiamo scelta perché qui ci sono le mie radici: da bambina ho imparato ad amare questa terra, che è stata sempre presente nella mia famiglia. Crediamo che sia il posto dove possiamo avere la vita che desideriamo”.

Poi aggiunge: “Olbia ha un vasto sviluppo commerciale – evidenzia – ha porto e aeroporto, quindi è più avvantaggiata nei collegamenti”.

Ma non solo: “La natura, la pace e la sicurezza dell’Isola sono perfetti. Appena arrivi non hai tempo per sentire il distacco dalla propria terra d’origine perché sei impegnata a sistemare tante cose: trovare una casa, un mezzo di trasporto e cercare di integrarsi. Quando ci riesci e vai avanti è emozionante”. Rocìo parla anche dei connazionali: “Sono tanti, alcuni sono in Italia da molti anni altri da poco tempo. È importante avere una rete per sostenersi quando è necessario”.

Lucas, 31enne di Chubut – nel sud dell’Argentina – ha raggiunto l’Italia per rincorrere un pallone: “Sono arrivato in Italia 8 anni fa e da un anno vivo in Sardegna – racconta -. Ho la cittadinanza italiana”. Il motivo del mio trasferimento in Italia? “Il calcio, la mia passione. Gioco nella squadra dell’Orroli”.

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