‘Da luogo di arrivo a luogo di (ri)partenza’: alle Acli esperienze argentine nell’Isola

Sono Estefanía Jaen Frank e sono una giornalista argentina di 24 anni impegnata in
uno scambio attraverso il Rotary. Nei prossimi tre mesi vivrò in Italia. A Cagliari sono
rimasta per tre settimane e la prossima mi sposterò a Latina (Lazio) e poi a Brescia
(Lombardia). Con questo blog vi racconto la mia esperienza in Sardegna.

“Argentina e Sardegna. Da luogo di arrivo a luogo di (ri)partenza”, è il titolo dell’incontro che si è tenuto ieri mattina nella sede del Comitato Regionale Emigrazione e Immigrazione (Crei) organizzato delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani di Cagliari (Acli).

All’origine dell’incontro evidenziare i motivi per cui i giovani argentini si sono trasferiti in Sardegna negli ultimi anni e parlare di “Talent IN Sardinia”, concorso indetto da Crei Acli Sardegna con il contributo della Regione, finalizzato a attrarre giovani emigrati e figli di emigrati tra i 18 e i 35 anni per sviluppare progetti innovativi.

“In Argentina esistono otto circoli di sardi – ha spiegato Mauro Carta – presidente delle Acli regionali della Sardegna -, una presenza significativa anche nelle istituzioni e nelle imprese. L’obiettivo è che le persone che arrivano in Sardegna possano avere una accoglienza immediata nella nostra regione”.

“Stiamo vivendo una crisi demografica da tanti anni e non riusciamo a garantire alcuni servizi esenziali alle nostre comunità. L’arrivo di nuove competenze, di nuovi professionisti favorisce la colaborazione argentina-sarda”, ha precisato Carta.

“L’Argentina è un paese in difficoltà con una inflazione che cresce – ha evidenziato Vania Statzu, membro della Crei Sardegna per Mete -. Questi giovani, con alte competenze, trovano una strada per potersi realizzare. Ritornare nell’Isola dove sono nati i loro padri, i nonni è un modo per provare a integrarsi in una società che non è totalmente nuova”.

Presenti all’incontro anche l’assessora del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, Ada Lai e le relatrici Katia Luciani e Ilaria Urru.

L’esperienza degli argentini

Nel corso dell’incontro, la giovane argentina Antonella Arca ha presentato il suo cortometraggio “Un fenicottero chiamato Tango”, mentre Denise Misses, del circolo Raíces Sardas Buenos Aires Nord e Marianela Fava Signorini, del circolo Neuquén “Domus Sardinia” hanno illustrato rispettivamente i progetti Legame e Sardegna QR, con i quali parteciperanno a “Talent IN Sardinia”.

Alejandra Freire, 58 anni, ha raccontato la sua esperienza di emigrato in Sardegna. “Emigrare alla mia età non è così semplice. Sono venuta con mio marito, che ha la cittadinanza italiana, e mio figlio. La Sardegna ci piace per il clima, la gente e il cibo. Però ci sono delle difficoltà -ribadisce – come per affittare. All’inizio devi garantire la tua onestà”.

Sul fronte del lavoro però qualche problema. “Faccio la psicologa e l’inserimento lavorativo non è immediato – ha sottolineato Freire – Non ho ancora potuto omologare il mio diploma professionale”. Poi ha aggiunto: “Gli immigrati non possono esercitare la loro professione, poi è difficile conoscere quali sono le leggi per iniziare a lavorare e quali le procedure da seguire”.

“A mio figlio e mio marito ci manca l’Argentina, ma non crediamo di tornare, soprattutto per la crisi socio economica”. Ma non solo. “Qui c’è molta più sicurezza, non ho bisogno di sbarre alle finestre di casa. A Buenos Aires abitavo in un quartiere e avevamo del personale di sicurezza che vigilava costantemente ma siamo stati derubati lo stesso”. Infine una forma di appello: “Arrivare qui in Italia significa cominciare tutto nuovamente – ha commentato – per farlo però bisogna fare rete”.

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