Erbe spontanee nell’Isola, una giornata a Villanova Monteleone tra escursioni e piatti ‘green’

C’è voglia di riscoprire le “erbe de su connotu”, quelle commestibili e medicinali, un patrimonio inestimabile delle campagne della Sardegna che ormai in pochissimi sanno ancora riconoscere. L’anteprima di “Chenamos in carrela” dedicata a “Foraging ed erbe spontanee”, realizzata nel contesto naturale di Monte Minerva, è stata un successo di presenze. Segno tangibile dell’interesse crescente per una branca importante della nostra cultura tradizionale che, con l’avvento della modernità, è stata prima trascurata e poi in buona misura dimenticata dalla collettività. L’iniziativa, organizzata dalla Proloco di Villanova Monteleone sotto il coordinamento generale dell’enogastronomo Tommaso Sussarello, ha visto nel ruolo di esperto il sassarese Gianpaolo Demartis, che ha accompagnato i curiosi in un percorso immersivo nella natura e nel mondo delle erbe edibili e officinali.

In una giornata di sole primaverile sono spuntate dal terreno la borragine (limbuda o limboina), ottima per accompagnare numerosi piatti, poi la cicoria (sa tzicòria), il radicchio selvatico (su pabantzolu), il cardo mariano (su ‘ardu), la malva (sa prammutza) e persino la parietaria, una pianta comunissima associata spesso alle allergie, in realtà molto efficace nella farmacopea dell’Isola. “Sono erbe che fino a cinquanta anni fa – ha spiegato Demartis – non mancavano mai dalle dispense delle famiglie sarde, conservate in barattoli in attesa di essere utilizzate per curarsi ma soprattutto per non ammalarsi. Nella nostra terra crescono almeno 250 piante commestibili e forse addirittura 400 possono essere utilizzate in farmacopea”.

Il laboratorio è proseguito sotto il coordinamento di Sussarello nella sala conferenze del Ceas Monte Minerva, dove lo chef Fabio Zago ha illustrato ai presenti la preparazione di una salsa a base di erbe spontanee. Primo ingrediente utilizzato è stata “s’àpara”, un aglio angolare profumato e delicato che sa di erba cipollina: tritato finemente con olio, limone e sale, con un pizzico di peperoncino e l’aggiunta di altre erbe aromatiche, in questo caso timo e finocchietto. La salsa, spalmata sul pane a lievitazione naturale, ha insaporito una salsiccia di produzione villanovese di manzo e suino profumata al mirto, ed è stata molto apprezzata dai partecipanti al laboratorio. Anche il pranzo alla Locanda è stato appositamente studiato per un menù a tema, a base di fiori ed aromi in pastella di ceci, frittatine di àpara, polpettine di ricotta e menta con panatura di semi, supa coata, erbe spontanee, spezzatino di agnello con finocchietto selvatico e tortino dolce di borragine. La due giorni a Monte Minerva ha consentito di visitare il giardino delle biodiversità, il roseto con le sue antiche varietà risalenti al medioevo e le domus de janas de Sa minda ‘e su Trau .

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