Giunta, nel centrodestra liti senza fine. Solinas ostaggio delle risse nei partiti

È saltato anche oggi, per un’altra volta ancora, l’esordio della Giunta regionale al completo, con dodici assessori. Nemmeno ‘Sa Die’ de sa Sardigna‘ ha traghettato il centrodestra fuori dalla paralisi. E ormai non è più un braccio di ferro tra alleati, coi ‘piccolini’ che sbattono i pugni sul tavolo per farsi sentire, come accaduto dopo la proclamazione degli eletti, lo scorso 26 marzo. La questione centrale è diventata un’altra: la Sardegna è finita in ostaggio della partitocrazia, con l’aggravante che lo scontro non riguarda più solo la Regione, ma si è allargato alle Amministrative alle porte. Di fatto il baricentro della coalizione si sposta di continuo, col risultato che Christian Solinas si ritrova a gestire ogni giorno un problema diverso.

A restituire la complessità della crisi politica, è la nota spedita ieri sera dal coordinatore regionale di Fortza Paris, Gianfranco Scalas. Non troppe righe ma tutte ad alto contenuto ‘tossico’. I sovranisti della coalizione non gradiscono che a Cagliari il candidato sindaco di bandiera sia Paolo Truzzu, il consigliere regionale di Fdi indicato dal triumvirato nazionale formato da Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni.

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È ovvio che quella di Scalas sia tattica: Fortza Paris ha alzato la posta su Cagliari, a giochi ormai chiusi, per incassare a Sassari l’investitura del proprio candidato, il geometra Mariolino Andrìa. Che è uno dei cinque papabili, ma rischia di essere superato dall’avvocato azzurro Gabriele Satta, altro aspirante sindaco ben sponsorizzato. Scalas, peraltro, ha giocato in maniera molto furba la carta della ‘pressione psicologica’ sugli alleati: il coordinatore dei sovranisti ha tirato in ballo i Riformatori, scrivendo che nel capoluogo il candidato ideale è il liberal democratico Giorgio Angius. Vero che i due partiti, qualche settimana fa, hanno siglato un patto programmatico, con l’obiettivo di ottenere due assessorati in Giunta. Poi Solinas era riuscito nell’intento di disinnescare la mina: aveva convocato i Riformatori da soli, alla vigilia di Pasqua, convincendoli ad accettare una sola casella nella squadra di governo. Ma adesso Scalas ha scavato un altro solco.

Stesso copione per Sardegna 20venti, la cui storia è ormai noiosa da ripetere: Pietro Moro e Domenico Gallus hanno messo in minoranza il fondatore della lista civica, Stefano Tunis. Il quale ha provato a proporsi lui come assessore regionale, per non vivere in aula il divorzio quotidiano con gli altri due consiglieri. Ma a Sardegna 20venti spetta indicare in Giunta una donna e il nome femminile non ce l’ha nessuno. Non solo: la civica di Tunis è elettoralmente forte su Cagliari e si è fatta un’opzione spendibile la ‘minaccia’ di spostare alle Comunali i voti sul centrosinistra. Una mossa identica, però, può giocarla Moro a Sassari.

In Consiglio regionale Tunis, Gallus e Moro fanno parte del gruppo Misto, dove la maggioranza conta cinque scranni. Gli altri due sono gli eletti con Sardegna civica e Fortza Paris, ovvero Roberto Caredda e Valerio De Giorgi. Ma da qualche giorno né l’uno né l’altro rispondono più rispettivi coordinatori regionali, Franco Cuccureddu e lo stesso Scalas. E si tratta di una condizione che rende sempre più ‘liquida’ la trattativa.

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La rissosità della Lega non è da meno: ieri, rispondendo a Luigi Di Maio che ha bollato come “spettacolo osceno” il mancato accordo del centrodestra sull’Esecutivo regionale, Eugenio Zoffili, commissario del Carroccio in Sardegna, ha dato del “nervoso” al vicepremier. Tuttavia il partito di Matteo Salvini, malgrado i proclami di fiducia a Solinas, non sta aiutando il governatore a risolvere la questione dell’Agricoltura. La Lega continua a proporre il nome di Daria Inzaina, l’allevatrice di Calangianus che ha la terza media e dovrebbe gestire i bandi Ue da un miliardo di euro.

Si aggiungano le direzioni generali degli assessorati, su cui è già partita la corsa alla spartizione, sebbene la Giunta sia ancora da completare. E questo la dice lunga su quanto il controllo del potere, ormai ossessivo, stia prevalendo nel centrodestra sino a rendere ingestibile la contingenza. Ovvero il dovere della coalizione di dare un governo alla Sardegna. Oltre l’esercizio del manuale Cencelli, diventato sostanza col passare delle settimane e non più solo una variabile.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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