Seconde case, appello a Solinas fermo: “Difenda la Sardegna e firmi ordinanza”

Un appello. Un ultimo tentativo di far cambiare idea a Christian Solinas sul ‘Dl Pasqua‘, quello che ha fatto cadere il divieto di spostamenti tra regioni. Dal 16 marzo e sino al 6 aprile ci si può muovere anche dalle zone rosse per raggiungere le seconde case. E siccome la Sardegna è l’unico territorio italiano in fascia bianca, ovvero con pochissime regole anti-Covid, il rischio è l’assalto alla nostra Isola per sfuggire alle restrizioni. Con ciò che ne può conseguire in termini di contagi.

La pericolosità di quanto rischia di accadere dai prossimi giorni l’hanno percepita tutti i sardi. Tanto che sui social è un continuo rimbalzare di richiami al governatore. Di inviti alla prudenza, seguendo l’esempio di Valle D’Aosta, Campania e Alto Adige, i cui presidenti hanno firmato ordinanze che non vanno contro il Dl firmato il 15 marzo da Mario Draghi: semplicemente bloccano gli ingressi verso le seconde case in nome della tutela della salute pubblica, potere che lo stesso Dl riconosce alle regioni per motivi legati alla diffusione della pandemia.

Solinas, invece, non vuole firmare alcun provvedimento per non dare un dispiacere al suo mentore politico, Matteo Salvini, che è al governo insieme a Pd, Leu e Forza Italia. Firmare un’ordinanza che limita gli spostamenti verso le seconde case non è cosa gradita al segretario della Lega, quindi Solinas non la vuole fare per atto di obbedienza. Anche se la protezione dell’Isola la chiedono i sardi. I sindaci. Pezzi di opposizione in Consiglio regionale.

Se infatti il Pd sta con Solinas (per l’ennesima volta), i Progressisti di Massimo Zedda e Francesco Agus incalzano invece il governatore sardo. Anche alla luce delle testimonianze raccolte nei territorio. Come quella raccontata dalla prima cittadina di Onanì, nel Nuorese. In un post su Facebook, Clara Michgelangeli ha reso pubblica la storia di due coniugi del paese tornati dalla Toscana col virus. “Ecco cosa si rischia se troppo persone arrivano per Pasqua in Sardegna“, ha scrito la sindaca.

La lettera di Progressisti a Solinas l’hanno firmata tutti i consiglieri regionali. Oltre Agus e Zedda, ecco i nomi di Laura Caddeo, Diego Loi, Maria Laura Orrù, Antonio Piu e Gianfranco Satta. “Il primo dovere del presidente della Regione – si legge – è quello di difendere la salute dei sardi e la zona bianca conquistata grazie all’impegno delle cittadine e dei cittadini delle nostre comunità”. Il governatore “ha la possibilità di farlo con azioni concrete, al di là degli slogan sul modello Sardegna buoni solo per gli annunci”.

I Progressisti lo dicono a chiare lettere: “Firmi l’ordinanza che impedisce gli spostamenti verso l’Isola per motivi che non siano legati a quelli previsti dai decreti legge del Governo, cioè le comprovate esigenze lavorative, quelle di necessità e i motivi di salute. Faccia valere l’autonomia che la Sardegna ha grazie al suo Statuto speciale, come hanno fatto la Valle d’Aosta e l’Alto Adige, con documenti che non sono in contraddizione con le direttive nazionali”.

Ancora dalla lettera del partito di opposizione: “Il presidente non può permettere che si ripeta quanto accaduto l’estate scorsa”, quando Solinas, senza nemmeno ottenere un reale via libera da parte dell’intero Comitato tecnico-scientifico, aveva riaperto le discoteche. Nel giro di poche settimane i contagi erano risaliti, arrivando quasi a quota mille in autunno. I Progressisti mettono sul piatto due questioni. La prima è che “in Sardegna la campagna vaccinale è lentissima“, ovvero non c’è ancora un’immunità di gregge capace di frenare l’avanzata del virus. Il secondo elemento sono “i tanto ventilati controlli nei porti e negli aeroporti che stanno già dimostrando falle organizzative“, sebbene gli sbarchi siano ancora pochissimi.

Per queste ragioni “diventa fondamentale – scrivono in chiusura i Progressisti – avviare tutte le interlocuzioni necessarie con i vettori aerei e navali per una stima, almeno approssimativa, sugli arrivi previsti da ora a Pasqua”. Un confronto, questo, considerato necessario per “organizzare in modo funzionale i controlli nei porti e negli aeroporti”. I Progressisti non nascondono infatti il timore per le dichiarazioni fatte dal commissario di Ats, Massimo Temussi, abituato per forma mentis a dire che tutto va sempre benissimo. Invece Temussi ha detto che l’Azienda per la tutela della salute “è impossibilitata a effettuare le verifiche previste e il conseguente tracciamento su un numero di passeggeri in arrivo più elevato rispetto a quello di questi giorni”. Cioè “l’esatta condizione che potrebbe verificarsi nelle prossime settimane”, ricordano i Progressisti.

La Sardegna rischia concretamente di perdere la zona bianca, propria ora che il settore della ristorazione aveva cominciato a respirare, per via dei locali pieni nelle ultime due settimane. Ma per colpa del Dl Pasqua e della decisione di Solinas di non fare uno sgarbo a Solinas, tutto rischia di essere buttato alle ortiche.

Peraltro: il testo dell’ordinanza sarebbe anche pronto. Basterebbe copiare quello di Campania, Valle d’Aosta e Alto Adige, i cui provvedimenti si equivalgono. Perché non si tratta di andare contro il Dl Draghi. Ma appunto solo di integrarlo. E Solinas potrebbe limitarsi a copiare il testo che ieri Agus ha letto in Consiglio regionale. È facile facile. Un compitino da prima elementare.

Stando a quanto riporta l’Ansa, l’unica ordinanza che Solinas potrebbe fare riguarderebbe il potenziamento dei controlli, ma non un blocco degli arrivi, a differenza di quanto chiedono sindaci e Progressisti. Insomma, Solinas starebbe confermando l’intenzione di scontentare Salvini. Così, per ora, è orientato il governatore sardo. Chissà se il pressing di sindaci e Progressisti gli farà cambiare idea. Un primo cittadino del centrodestra, Ignazio Locci, che guida il Comune di Sant’Antioco, si è già sfilato da Solinas e ha firmato un’ordinanza che impone la quarantena a chi arrivi nell’Isola da domani al 6 aprile.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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