Seconde case, Solinas non farà nulla: nessuna ordinanza, Salvini ‘non vuole’

Non è ancora ufficiale ma quasi: Christian Solinas, per non andare contro la Lega del ‘suo’ Matteo Salvini che governa insieme a Mario Draghi, non farà alcuna ordinanza per limitare gli spostamenti interni. Tutto ruota intorno al decreto legge che il capo del Governo ha firmato ieri. Il provvedimento, in vigore da oggi (16 marzo) e sino al 6 aprile, fa cadere il divieto di spostamento tra regioni per recarsi nelle seconde case.

In Sardegna sta montando la protesta, perché con la campagna vaccinale ancora in alto mare è altissimo il rischio che si ripeta quanto accaduto la scorsa estate. Ovvero una risalita dei contagi. Perché un conto è trascorrere le feste di Pasqua, e comunque le ferie da qui al 6 aprile, in una seconda casa che si trova in zona rossa: vuol dire che non ci si può spostare dal proprio domicilio, se non per andare a fare la spesa. Altra cosa, invece, è venire in Sardegna, dove chi arriva trova le regole da fascia bianca: significa ‘liberi tutti’, perché il coprifuoco scatta alle 23,30 e sino alle 23 si può stare al ristorante.

Sul tema si è riunito oggi il Consiglio regionale. E lì si è capito che Solinas non ha alcuna intenzione di fare uno sgarbo a Salvini. Che lo rimproverebbe. Contro Conte, che era nemico della Lega, il governatore ne ha dette di ogni, ma ‘l’amico Matteo’ non può essere toccato. Un ordine, questo, che è emerso già ieri, quando è partito l’ordine di scuderia ai sindaci del centrodestra, ‘costretti’ a non andare contro Roma.

In Aula la linea di Solinas l’ha anticipata, come sempre, il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula. Che ha detto: “L’idea è quella di invitare, senza polemizzare, il Governo nazionale a venire incontro ai nostri timori”. Appunto: “Invitare senza polemizzare”, ha sottolineato il sardista. Che poi ha chiarito la strada da percorrere: la Regione vuole chiedere all’Esecutivo nazionale di “fare quei controlli che noi come Regione non possiamo imporre”. Solinas e alleati vogliono chiedere al Governo di imporre “nei porti e negli aeroporti di partenza”. In realtà il motivo è anche un altro: la Regione, da sola, non riesce a fare tutti i test rapidi agli arrivi, sebbene Solinas credeva che fosse una passeggiata. Quindi ecco il tentativo di mascherare la mancata organizzazione con la sollecitazione a Draghi e alla Lega.

E siccome la partita sarà in salita e l’aumento dei contagi è un’ipotesi concreta, ecco che il centrodestra prova a buttare nella mischia pure il centrosinistra. Giusto per dividere la sconfitta, se ci sarà. Solinas fa sempre così: quando sa di vincere, ignora l’opposizione; quando c’è da perdere, apre il dialogo. Il problema è che il Pd sta cadendo nella trappola: “Condivido – ha detto il capogruppo dem, Gianfranco Ganau – la rcihiesta di collaborazione con il Governo centrale per i controlli in uscita dalle zone rosse”.

Di tutt’altro la posizione dei Progressisti che, a differenza del Pd, non hanno dimenticato le capriole di Solinas. Prima Massimo Zedda ha detto: “Il rischio è che il sistema non riesca a reggere l’onda d’urto”, è stata la premessa. Poi il fondatore dei Progressisti ha sottolineato: “Dopo le tante parole spese nei mesi passati – è stato il riferimento al passaporto sanitario soprattutto -, il silenzio del presidente Solinas è assordante, manca una sua posizione forte. Forse perché a Roma la Lega governa con Draghi?”, ha tuonato Zedda con una domanda retorica.

Dose rincarata anche dal capogruppo dei Progressisti in Consiglio regionale, Francesco Agus. “La nostra richiesta – ha incalzato – era di impegnare il presidente della Regione a emanare un’ordinanza con questo testo”. Agus ha letto il contenuto del possibile provvedimento che Solinas, invece, non firmerà per non scontentare Salvini. L’ordinanza sarebbe legittima se ci fosse scritto questo, come detto da Agus in Aula: “Fermo restando quanto precisato dal Dl del 15 marzo e fatti salvi i casi di comprovate esigenze lavorative e di necessità, ovvero per motivi di salute, a coloro che non risiedono nel territorio della regione non sono consentiti gli spostamenti in entrata in detto territorio per recarsi nelle proprie abitazioni diverse da quella principale”.

Il capogruppo dei Progressisti ha spiegato che questo è il testo contenuto nell’ordinanza firmata dal presidente della Regione Valle d’Aosta e assolutamente valida, perché non in contraddizione con il Dl di Draghi. Ma ci vuole la volontà politica, quella che Solinas non ha. Il capo della Giunta sarda la voce grossa provava a farla solo con Conte. Di Salvini ne ha timore reverenziale, a ben vedere. Del resto, se Solinas è stato il candidato del centrodestra alle Regionali del 2019 lo deve a Salvini.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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