Seconde case, sindaco supera Solinas: ‘Da noi i non sardi stanno in quarantena’

Visto che Christian Solinas non si muove ancora, ci pensa un sindaco a difendere il proprio Comune dall’assalto alle seconde case. Succede a Sant’Antioco dove Ignazio Locci, ex consigliere regionale di Forza Italia – quindi uno che non può essere accusato di essere avversario del governatore – ha emesso un’ordinanza in nome della salute pubblica.

A partire da domani 18 marzo, chiunque arrivi dalla Penisola o dall’estero per trascorrere una vacanza a Sant’Antioco “dovrà rispettare la quarantena fiduciaria di dieci giorni”. Per i trasgressori sono previste sanzioni dai 400 ai 3mila euro. Locci fa molto sul serio e spiega: “In questo momento particolare in cui si stanno moltiplicando gli arrivi in città, ho ritenuto opportuno ordinare dieci giorni di isolamento presso il proprio domicilio come misura di prevenzione“. Questo anche se si è risultati negativi al tampone rapido. Che Locci, seguendo correttamente le indicazioni degli scienziati, considerano non del tutto attendibile. Lo stesso ‘padre’ dello screening in Sardegna, il virologo Andrea Crisanti, ripete che il test rapido “non rileva le varianti del Covid”. Ma sono le più contagiose.

Nel provvedimento del sindaco, che in un Comune è la massima autorità sanitaria, non si applica invece a chi si reca a Sant’Antioco per ragioni di “lavoro, salute o necessità“. Né tantomeno ai sardi e ai residenti in Sardegna, anche se provienienti da un Comune diverso da Sant’Antioco. Locci non vuole esporre il proprio territorio al rischio di un’impennata dei contagi. E se ad altre fasce tricolori interessa davvero la salute pubblica, potranno fare come il sindaco del centro sulcitano.

Solinas, invece, a differenza di quanto hanno fatto i colleghi di Campania, Valle d’Aosta e Alto Adige non vuole firmare alcuna ordinanza per non scontentare Matteo Salvini. Per obbedienza politica il governatore preferisce esporre la Sardegna al rischio di una nuova impennata dei contagi. Così, almeno, ha fatto finora. Sino a questa mattina Solinas è sembrato disposto solo a potenziare i controlli, ma senza misure di contenimento reale sull’avanzata possibile della pandemia. Poi chissà se cambierà idea.

Di tutt’altro segno la posizione di Locci, che non dimentica, al contrario di Solinas, quanto accaduto la scorsa estate in Sardegna con l’arrivo dei turisti. La nostra Isola era a contagi zero. Ma con la riapertura delle discoteche, il virus ha ripreso a circolare. Adesso, col Dl di Pasqua firmato da Mario Draghi, è caduto il divieto di mobilità tra regioni, per raggiungere una seconda casa.

Ciò significa che in Sardegna si può arrivare anche da una zona rossa, quindi da un territorio dove ci sono molti infetti. E una volta sbarcati nell’Isola, le restrizioni da rispettare sono quelle da zona bianca. Con coprifuoco alle 23,30 e ristoranti chiusi alle 23. Ovvero, condizioni che con la campagna vaccinale appena agli inizi possono favorire una nuova impennata dei contagi.

Locci spiega ancora di aver firmato l’ordinanza sulla quarantena fiduciaria di dieci giorni per “tutelare la nostra comunità, un piccolo contributo di conservazione della cosiddetta zona bianca”. Insomma, nessuna scorciatoia nella lotta al Covid. Non solo: “Disponiamo dei numeri sugli arrivi, li abbiamo sotto controllo – dice ancora Locci -: il comando di Polizia municipale farà le dovute verifiche affinché tale misura venga rispettata. E siamo certi che anche i nostri ospiti vorranno contribuire al contenimento della pandemia. Naturalmente, come specificato nell’ordinanza, questa misura non avrà alcun impatto sui residenti o su coloro che circolano liberamente in Sardegna”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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