Rimpasto a passo di lumaca. “Non se ne parla prima di marzo”

Per la terza volta in un anno pezzi di centrosinistra chiedono il rimpasto e per la terza volta Francesco Pigliaru dice no. Ecco i motivi.

Per la terza volta in un anno, la richiesta di un rimpasto in Giunta è tornata a occupare la scena politica regionale. E come già successo ad aprile e poi a giugno, dalla presidenza della Regione filtra la stessa identica posizione: il governatore Francesco Pigliaru non ha alcuna intenzione di cambiare assessori. Non ora, almeno.

Sul tema del rimpasto non c’è una dichiarazione ufficiale (solo ad aprile il presidente aveva risposto con un comunicato stampa, nel quale scrisse che, in ogni caso, avrebbe deciso lui). Ma gli ambienti vicini a Pigliaru lo dicono a chiare lettere che “nell’Esecutivo non sono previste staffette”. Anche perché il quadro non è mutato rispetto alla scorsa primavera: su un eventuale sostituzione di assessori si ragionerà solo dopo la riforma della legge 1, quella che rimescolerà le competenze degli uffici regionali. Con accorpamenti e separazioni, disegnando un nuovo sistema organizzativo.

Del ddl in questione se ne sta occupando l’assessore alle Riforme, Gianmario Demuro, che proprio in una recente intervista a Sardinia Post aveva spiegato di essere in dirittura d’arrivo. Non si esclude che il testo arrivi in Giunta, per l’approvazione, entro le prossime due settimane. Ma poi deve passare nella commissione consiliare per le eventuali modifiche e infine in Aula, come nel normale iter di una legge.

Come noto, però, la commissione al momento è impegnata nella riscrittura della legge sul riordino degli enti locali e poi va esaminata la riorganizzazione della rete ospedaliera. A occhio, significa che prima di marzo, la riforma delle legge 1 non sarà all’ordine del giorno. Questo nella migliore delle ipotesi. Diversamente i tempi si allungheranno ancora, specie se si considera che il riordino delle autonomie locali è stato approvato dalla Giunta lo scorso gennaio, ma l’organismo consiliare non ha ancora finito di modificarlo, passati ormai 10 mesi.

Quanto al rimpasto, la richiesta si porta dietro la solita spaccatura nel Pd: i nuovi assessori li vogliono i soriani, mentre il resto della maggioranza, formato da cabrasiani e faddiani, sostiene la linea del presidente. Da registrare, invece, la nuova posizione della minoranza interna che fa capo al senatore Ignazio Angioni e di cui è parte la sottosegretaria alla Cultura, Francesca Barracciu. Proprio ieri, l’esponente del governo Renzi, a margine di un convegno a Rimini, si è prima complimentata con Pigliaru per il lavoro svolto finora, ma poi ha invitato il governatore a valutare la possibilità di un rimpasto.

L’allineamento sostanziale tra soriani e area Angioni non sorprende: il segnale di un avvicinamento era arrivato già in occasione della Festa dell’Unità, quando nella tre giorni di dibattito a Cagliari è stato dato ampio spazio agli esponenti della minoranza e la stessa Barracciu.

Sul fronte delle forze minori non ci sono novità: Partito dei Sardi e Centro Democratico fanno quadrato intorno a Pigliaru, mentre i RossoMori sono più vicini alle posizioni del segretario Pd, Renato Soru, e del suo gruppo. Sel è divisa: tra i quattro consiglieri che formano il gruppo nell’Aula di via Roma non c’è una strategia univoca. Ugualmente non si conoscono ancora le intenzioni dei due esponenti Upc subentrati in Aula dopo la sentenza dei giudici amministrativi.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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