Province, ‘premio’ per Sassari e Olbia: saranno aree metropolitane

Spunta una novità nella riforma degli enti locali: trattamento speciale per Sassari e Olbia, visto che hanno porto e aeroporto.

Non solo la città metropolitana di Cagliari, ma anche le due aree metropolitane di Sassari e Olbia. È questa la novità discussa nel vertice del centrosinistra che, dalle 10,30 e sino all’ora di pranzo, ha impegnato oggi i capigruppo di maggioranza, riuniti insieme al presidente Francesco Pigliaru e all’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu. Di fatto saranno cinque le province che resteranno in piedi, seppure con un altro nome.

Al momento nel testo, riscritto dalla commissione Riforme e poi assemblato, con altre aggiunte, dagli uffici di Erriu, si parla solo di Cagliari città metropolitana. Ma le spinte per riconoscere un ruolo particolare anche a Sassari sono pesanti, a cominciare da quella arrivata da Gianfranco Ganau, il presidente dell’Aula. La motivazione è che il Nord-ovest dell’Isola ha porto e aeroporto, ragion per cui, a cascata, si avvia verso la promozione pure il capoluogo della Gallura.

Erriu lo ha chiarito a inizio lavori: “Questa riforma non è la tavola delle legge. Come successo in questo anno di confronto – ha sottolineato l’esponente della Giunta – continueremo a modificare il testo normativo laddove necessario”. Tanto che la maggioranza ha deciso di aprire la discussione con l’opposizione di centrodestra, visto che la legge andrà a cambiare l’organizzazione delle autonomie locali.

Il Consiglio regionale deve approvare la riforma entro la fine di ottobre. A quel punto scatterà il riordino che, in teoria nel giro di un anno, dovrà portare alla soppressione (formale) delle Province. Con la differenza che quella di Cagliari si chiamerà appunto Città metropolitana, mentre nel resto dell’Isola saranno le Unioni dei Comuni ad assorbire le attuali competenze degli enti intermedi. Tuttavia, a Sassari – comprendendo Alghero, Porto Torres, Sorso e Sennori – ci sarà una Unione dei Comuni potenziata. Idem a Olbia. Nessun “titolo” speciale, invece, per Nuoro e Oristano.

Il vertice di oggi ha certamente fatto segnare la ritrovata armonia nel centrosinistra: la legge, malgrado alcuni punti ancora da definire, ha incassato il sostanziale via libera di tutti.

Roberto Deriu, vicecapogruppo Pd in Consiglio, dice: “Il testo base è buono e l’istruttoria è stata approfondita. Noto però che nella maggioranza manca ancora una sintesi su alcuni aspetti fondamentali: definizione delle aree metropolitane, disciplina transitoria, status degli amministratori e struttura direttiva di vertice nelle Unioni dei Comuni”.

Come detto, infatti, la possibilità che Sassari e Olbia siano ex province potenziate, non è ancora inserita nella legge. Quanto ai tempi, che Deriu chiama tecnicamente disciplina transitoria, c’è il rischio che i 12 mesi preventivati non bastino, anche perché l’adesione alle Unione dei Comuni è volontaria. La maggioranza ha deciso poi si approfondire il tema sui compensi: per tagliare i costi della politica si prevedono incarichi gratuiti, ma un’indennità va comunque prevista, perché non sarebbe possibile far accollare le spese ai singoli nominati. Quanto alla struttura direttiva delle Unioni dei Comuni, si vuole evitare che ai sindaci vengano affidati troppi poteri.

Francesco Agus, il presidente della commissione Riforme in Consiglio, spiega: “Non era facile scrivere questa legge, dal momento che avevamo a disposizione ingredienti avariati: mi riferisco al referendum del 2012 che ha cancellato le quattro nuove Province, ma anche alla stessa riforma Delrio, contraddittoria per esempio nel definire le aree metropolitane, salvo poi inglobare le zone limitrofe. Abbiamo dovuto fare i conti con le sentenze della Consulta che hanno decretato un impoverimento degli organi democraticamente eletti. A rappresentare un problema è stato pure il taglio delle risorse, abolite ancora prima delle Province”.

Resta il fatto che le autonomie sono destinate a cambiare per sempre: la Sardegna, dove l’80 per cento dei Comuni hanno meno di 5mila abitanti, saranno le Unioni tra enti locali a diventare centrali. E questo, però, è un aspetto da considerare positivo a sentire Agus: “Con bilanci sempre più ridotti, la ripartizione delle spese sarà un vantaggio. Garantirà il mantenimento dei servizi, contribuendo a frenare lo spopolamento. Con questa legge ci prepariamo a un cambio culturale: cooperazione tra territori anziché campanilismo, che tanti danni ha fatto alla nostra Isola in termini di mancato sviluppo”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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