Crisi Riformatori, fuga da Forza Italia. Solinas nel caos, Oppi sta a guardare

Il Piano casa della colata di cemento è approvato. Ma per Christian Solinas l’inizio del 2021 è uno dei peggiori momento dall’inizio della legislatura. Non fosse altro che il centrodestra, per ragioni diverse, è in pieno tsunami. Liti all’interno dei partiti e scontri tra fazioni stanno segnando il passo. La bomba a orologeria sembra essersi innescata.

Che in maggioranza non fossero tranquilli, si era capito proprio durante l’esame del Dl 108. Per quattro volte la coalizione di Solinas si è divisa, tanto che ieri notte il governatore ha convocato in fretta e furia un vertice con gli alleati. Inizialmente sembrava solo una faccenda tra Lega e Psd’Az, sebbene ancora non sia chiaro cosa divida le due principali forze dello schieramento. Poi sono spuntati dieci franchi tiratori, segno che lo scontro nel centrodestra non era più solo una questione tra Quattro Mori e Carroccio.

Adesso viene fuori che nei Riformatori si stanno azzannando. Tutto ruoto interno alla successione di Roberto Frongia, l’assessore ai Lavori pubblici morto appena prima di Natale. Già dalle fine di dicembre si facevano i nomi di due papabili: l’ex consigliere regionale Franco Meloni, attuale direttore sanitario al Mater Olbia, e l’attuale onorevole Giovanni Antonio Satta.

Col passare dei giorni, però, sono salite le quotazioni di Meloni, considerato da un pezzo di partito l’eterno assopigliatutto (non senza fastidio). Di qui la decisione dello stesso Satta e dell’altro consigliere regionale, Alfonso Marras, di mollare i Riformatori e fondare un nuovo gruppo nella massima Assemblea sarda.

La storia politica dei Riformatori è nota: fondato da Massimo Fantola, il partito ha sempre avuto una gestione familiare da un lato ma verticistica per un altro verso. Quasi da cerchio magico. Ma Satta e Marras, coraggiosamente, hanno detto basta. E annunciato – salvo ripensamenti dell’ultima ora – l’addio. Una porta sbattuta che farà leccare le ferite al resto dei liberal democratici.

Nell’Aula di via Roma i Riformatori sono cinque. A cominciare dal capogruppo Aldo Salaris, poi ecco il vice Michele Cossa e il nuovo acquisto Sara Canu, ‘rubata’ alla Lega. Senza Satta e Marras il liberal democratici scendono a quota tre consiglieri, come i Fratelli d’Italia.

Satta e Marras si stanno organizzando l’alternativa insieme a due transfughi di Forza Italia. La fede berlusconiana starebbe ormai stretta all’oristanese Emanuele Cera e al nuorese Giuseppe Talanas. I due sono ancora ufficialmente nel partito azzurro, che però ha già perso Antonello Peru, entrato nel partito nel governatore ligure Giovanni Toti e poi trasferitosi in quota ‘Cambiamo!’ in casa dell’Udc di Giorgio Oppi.

Adesso Satta, Marras, Cera e Talanas stanno formando ‘Forza Sardegna’. Se i quattro consiglieri regionali vanno sino in fondo, diventano l’ottavo gruppo del centrodestra, considerando anche quello Misto dove sono finit gli onorevoli che non hanno altri colleghi di lista. Così Roberto Caredda (Sardegna civica), Stefano Tunis (Sardegna 20venti) e Valerio De Giorgi (Fortza Paris). Ma questa è un’altra storia.

Invece, per tornare ai movimenti di queste ore. Se la fuga di Satta e Marras si concretizza, per i Riformatori è quasi un dimezzamento. Per Forza Italia l’addio di Cera e Talanas sarebbe ancora più drammatico. Nel partito azzurro resterebbero solo Angelo Cocciu e Alessandra Zedda. Ma coi berlusconiani ridotti ai minimi termini, Forza Italia non avrebbe più i numeri per giustificare due assessorati. Uno, quello al Lavoro, in mano alla stessa Zedda, l’altro, alla Programmazione e al Bilancio, guidato da Giuseppe Fasolino.

Visti i quattro consiglieri, un assessorato lo rivendicherebbe con certezza il gruppo di Forza Sardegna. Ciò che determinerebbe un rimescolamento delle carte nell’intera Giunta. Appunto: un momento non esattamente esaltante per Solinas, a cui vuole fare l e scarpe pure il presidente di Abbanoa, Gabriele Racugno, che dopo aver ottenuto l’incarico grazie al presidente della Regione, adesso si è avvicinato ai Riformatori e a Sardegna 20Venti.

Sullo sfondo il gran capo dell’Udc. Sul Piano casa appena approvato Giorgio Oppi ha fatto sapere che si tratta di una “legge anomala“. Il decano dell’Aula non ha fatto mancare il proprio voto. Ma chi lo conosce bene sa che il suo commento non è buttato lì a caso. Nel gruppo Udc-Cambiamo i consiglieri sono sei. Oppi sta avvertendo la coalizione: se un assessorato lo prendo i gruppi che hanno tre onorevoli, a rigor di logica lo scudo crociato in Giunta ha diritto a due deleghe (al momento ne conta una, quella alla Pubblidca istruzione, con Andrea Biancareddu). Oppi, questo, non l’ha mai detto. Ma non è difficile capire dove voglia arrivare il più blasonato tra i consiglieri regionali della Sardegna, cresciuto a pane, volpe e manuale Cencelli. Nel centrosinistra, cinicamente e coi pop corn già in mano, qualcuno ha detto: “Dio salvi il soldato Solinas”.

Alessandra Carta
(@alessacart onn Twitter)

 

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