Coniugi uccisi a Settimo, figlio adottivo confessa: “È stato un raptus”

Una discussione animata, l’ennesima, legata alle incomprensioni con quei genitori che lo avevano adottato insieme al fratello e poi il riposo nella sua camera che si trasforma nella quiete prima della tempesta, prima di quel raptus che lo ha spinto a bastonare e ad accoltellarli ripetutamente. Un black out durato pochi minuti seguito ancora dalla quiete, dal riposo accanto a quei corpi martoriati, accanto a quel lago di sangue.

È Igor Diana, 28 anni, come da lui stesso confessato, l’assassino dei  coniugi Giuseppe Diana, 67 anni, e Luciana Corgiolu, di 62, uccisi nella loro abitazione al numero 13 di via Copernico a  Settimo San Pietro.  “È stato un raptus, non so cosa mi sia preso e li ho uccisi, non ricordo nulla di quello che è accaduto”, ha detto il giovane al magistrato che ieri notte lo ha interrogato a lungo all’ospedale di Iglesias dove si trova ricoverato a seguito della sparatoria avvenuta con polizia e carabinieri, lungo la Statale 293 a Nuxis, durante le fasi della cattura. Il giovane è indagato per omicidio volontario plurimo ed è in stato di arresto per tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale e porto illegale di arma. Al momento rimane un mistero il movente, la causa scatenante, anche se tutto potrebbe essere riconducibile alle incomprensioni che da tempo si vivevano in famiglia e all’aggressività dimostrata dallo stesso Igor, diventata particolarmente pesante dal 2013 quando fu coinvolto in un incidente stradale mortale.

La ricostruzione del delitto. Gli investigatori della squadra mobile, coordinati dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini, hanno ricostruito dettagliatamente il duplice omicidio. Il delitto è avvenuto domenica notte. Igor e i genitori hanno una discussione, una lite non troppo violenta come le molte altre che si erano già verificate in passato. Tutti vanno a dormire, ma nel cuore della notte Igor si sveglia con l’intenzione di uccidere i genitori. Li raggiunge in camera da letto e li colpisce con un bastone, ma non si ferma: afferra un coltello e colpisce entrambi ripetutamente.  Il padre tenta di difendersi con una sedia, ma poi cade sotto le coltellate del  figlio adottivo, stessa sorte tocca alla madre il cui corpo privo di vita viene poi trascinato sul letto. Igor, secondo la ricostruzione degli investigatori, dopo il raptus torna a dormire con a  pochi metri i corpi senza vita dei genitori e la casa piena di sangue. Il giorno dopo esce di casa, va al bar, incontra alcuni conoscenti, gioca alle slot machine, la sera compra del fumo e probabilmente torna a dormire nell’abitazione.  Si cambia più volte, tanto che la polizia trova in casa indumenti e scarpe sporche di sangue. Martedì mattina viene visto al Poetto e da quel momento del 28enne si perdono le tracce.

Mercoledì  alle 9 il cognato e la cognata, non vedendo Giuseppe, volontario della protezione civile del Masise e chef in pensione e Luciana, ostetrica all’ospedale Brotzu, vanno a casa per controllare e scoprono i cadaveri. Da quel momento scattano le ricerche di Igor, inizialmente gli investigatori sospettano che possa essersi tolto la vita: si è allontanato con il fuoristrada del padre portando via una Beretta calibro 7,65. Le ricerche con il passare delle ore vengono intensificate con la collaborazione di carabinieri, e Guardia di finanza  e si trasformano in una vera e propria caccia all’uomo.

La sparatoria. Ieri sera, dopo una fuga durata 35 ore, l’epilogo. Il fuoristrada grigio viene segnalato nella zona di Nuxis, un elicottero dei carabinieri lo intercetta e lo segue, indicando la posizione a polizia e carabinieri. L’auto viene intercettata e bloccata, il 28enne scende e si punta l’arma alla tempia, minacciando di suicidarsi. Dopo qualche istante punta la Beretta contro le forze dell’ordine e preme il grilletto, a quel punto gli agenti sparano e lo colpiscono alle braccia. Igor fugge a piedi per le campagne e si nasconde in un cespuglio dove un carabiniere lo immobilizza. Viene trasportato all’ospedale di Iglesias dove davanti al magistrato confessa il duplice delitto.

LE FOTO. Coniugi uccisi a Settimo: dalla fuga alla confessione. Immagini di una tragedia

La scena del delitto. “Non c’è gloria in questa indagine, speri sempre di non vedere mai nella vita due persone che non meritavano di fare quella fine. Chi ha avuto la sfortuna di fare il sopralluogo in quella casa ha visto immagini a cui non ci si abitua mai – ha sottolineato il capo della squadra mobile – Il probabile autore di un delitto così assurdo non è il solito criminale che siamo abituati a conoscere, non è un omicida seriale, o un rapinatore. Chi ha incrociato il suo sguardo per qualche secondo – ha evidenziato Fabbrocini – lo ha visto determinato e lucido”.  Nessun pentimento a quanto pare, solo continui cambi di umore e di atteggiamento, nessuna vera spiegazione per quel raptus. Un delitto d’impeto al momento senza un perché che si lascia alle spalle una comunità sconvolta, una famiglia cancellata. Il fratello di Igor, Alessio, arrivato da Roma dove era impegnato in un corso dell’Esercito, in questi giorni non ha mai parlato con il fratello, ma ha collaborato attivamente come tanti cittadini, con gli investigatori. Domani alle 15 a Settimo San Pietro  per l’ultimo saluto ai coniugi Diana il sindaco ha proclamato il lutto cittadino.

Manuel Scordo

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