Duplice omicidio di Settimo San Pietro, è caccia all’uomo in tutta l’Isola

Sono stati prima storditi, poi colpiti fino alla morte. Introvabile l’arma- forse un oggetto trovato in casa-, introvabile l’autore (o gli autori) del massacro di Settimo San Pietro, nel Cagliaritano, dove in un villetta sono stati trovati uccisi marito e moglieGiuseppe Diana, di 67 anni, e Luciana Corgiolu, di 62. Ed è caccia all’uomo: sul paese dell’hinterland da ieri sorvola un elicottero, gli inquirenti e il magistrato Daniele Caria non escludono nessuna pista. Anche se gli occhi sono puntati sul figlio maggiore Igor, che viveva con la coppia, irreperibile. Secondo quanto riportato da Tiscali notizie, il giovane “non ha preso voli, non è salito su un traghetto, non ha scelto di dormire in albergo e si è anche sbarazzato del suo telefonino”. Con lui è scomparsa anche una delle auto di famiglia, un pick up grigio con cui si sarebbe allontanato dalla casa di via Copernico lunedì mattina presto, circa alle 7,30, così come riferito da alcuni testimoni. E dalla villetta arancione a tre piani manca anche una pistola, del padre. L’allarme è stato dato dai parenti, cognata e cognato, entrati in casa allarmati perché da due giorni non avevano loro notizie e i cellulari squillavano a vuoto. L’altro figlio, Alessio, arruolato nell’Esercito, di stanza a Teulada, è stato rintracciato nella tarda mattinata: era a Roma per seguire un corso. Subito di ritorno in Sardegna.

LE FOTO da Settimo San Pietro 

La scena del delitto. L’omicidio risale a due giorni prima, nella notte tra domenica e lunedì. I corpi dei due sono stati trovati in stanze e piani diversi (il marito in cantina, la moglie nella camera da letto al terzo piano), attorno numerose tracce di sangue. Una scena del delitto confusa per cui è probabile ci sia stata un’energica colluttazione prima di soccombere all’aggressore.  Al lavoro gli investigatori della Squadra mobile di Cagliari, coordinati dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini. Previste in giornata le autopsie, da cui si avranno altri dettagli sulla fine violenta dei coniugi.

La famiglia. Lei era ostetrica all’ospedale Brotzu, lui un cuoco in pensione ed ex dipendente Eni, attivo nel volontariato e con in testa tanti progetti imprenditoriali. Igor (nella foto a destra), 28 anni, e Alessio, 24, sono sono stati adottati dai due coniugi dalla Russia quando Igor Diana_Settimoancora erano a Firenze. Un’infanzia, per il primo, vissuta in un orfanotrofio a san Pietroburgo fino all’età di otto anni. Una famiglia a detta di tutti tranquilla, serena e laboriosa. Lo dicono i vicini e compaesani, lo dicono le colleghe della sanitaria, sconvolte dalla strage. Per i due l’adozione era stato il coronamento di un sogno. Anche se alcuni conoscenti riferiscono che il quadro era incrinato: Igor non era più lo stesso da quando, nel 2013, era stato coinvolto in un incidente stradale mortale a Cagliari. Aveva perso la vita un 39enne che, a bordo di uno scooter, gli era andato addosso. Inutili anche i suoi tentativi di rianimarlo. Da quella tragedia fino ad oggi anche la nascita di una bimba che ora ha un anno e mezzo. E nella casa di Settimo le discussioni con i genitori, soprattutto con il padre, erano diventate frequenti e animate. Addirittura con una fuga in macchina e con un’arma del cuoco, come riferisce l’Unione sarda, poi terminata dopo un inseguimento. Lavori saltuari per lui, anche nelle campagne di famiglia, e poi il tentativo di seguire le orme del padre nella ristorazione: prima pizzaiolo, ed era già pronto per la stagione estiva, con in mezzo qualche esperienza da pr. Mentre il genitore sognava un laboratorio di pane artigianale in cui coinvolgerlo, e per questo aveva già sistemato alcuni lavori in corpo separato dalla casa.  Segni di una vita quotidiana spezzata dal massacro del duplice omicidio.

Il paese sotto choc. La voce del terribile delitto si è sparsa in pochissimo tempo e in via Copernico sono arrivate decine di persone. “Erano amati e benvoluti da tutti – sottolinea ancora il primo cittadino – avevo conosciuto Giuseppe Diana pochi mesi fa, durante una premiazione per la festa del pane. Era amato e stimato da tutti, anche per il suo impegno come volontario della Protezione civile”.

Foto Roberto Pili

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