Solinas, la Zedda e le Regionali 2024: un toto-candidature appeso alle vicende giudiziarie

Alessandra Carta

Il quinquennio di Christian Solinas in Regione è destinato a fare storia per il numero di inchieste aperte dalla Procura di Cagliari. L’ultima è di una settimana fa, quando il pm Andrea Vacca ha scritto sul registro degli indagati ventuno persone (tra politici, direttori generali e imprenditori). Una bufera legata alle nomine dei dirigenti e diventata cifra di questa legislatura, come fosse una buccia su cui il centrodestra continua a scivolare. Ma c’è di più: il governatore sardo sembra in buona compagnia. Anche Alessandra Zedda, altra aspirante candidata alla presidenza, non è immune da inchieste. E si tratta di elementi destinati a condizionare le scelte della coalizione alle prossime Regionali di febbraio 2024.

Ma andiamo con ordine. Sul fronte delle indagini, Solinas ha ormai battuto ogni record: da febbraio 2019 il capo sardista della Giunta ne ha già accumulate quattro. Era ottobre di quattro anni fa quando ricevette il primo avviso di garanzia. L’accusa era abuso d’ufficio. La vicenda giudiziaria, presumibilmente archiviata visto che non se n’è saputo più nulla, riguardava le nomine dei consulenti Franco Magi e Christian Stevelli. Per lo stesso reato il governatore è finito sotto accusa anche a dicembre 2020 insieme all’ex capa di gabinetto, Maria Grazia Vivarelli, e all’assessore leghista Valeria Satta (allora al Personale, oggi all’Agricoltura). In questo caso la Procura ha contestato gli ingaggi di Silvia Curto e Pasquale Antonio Belloi, scelti come Dg rispettivamente alla presidenza e alla Protezione civile. Solinas è a processo, con dibattimento già fissato per l’8 settembre 2023.

Lo scorso febbraio, la terza inchiesta: il presidente deve rispondere di corruzione in due diversi filoni investigativi: uno riguarda la laurea honoris causa in Medicina che gli sarebbe stata promessa da Roberto Raimondi insieme ad alcune docente all’UniLink, l’ateneo privato di Roma dove l’ex Dg dell’Eni Cbc Bacino del Mediterraneo, nominato dallo stesso Solinas a settembre 2022, è professore a contratto. Il tutto, sempre stando alla ricostruzione del pm Giangiacomo Pilia, organizzato da Raimondi con l’intermediazione di Stevelli. Ecco poi il filone del rudere di Capoterra, venduto da Solinas a 550mila euro a Roberto Zedda, imprenditore di Cagliari, e questo a fronte di un valore dell’immobile stimato in 50mila euro.

Dell’altro giorno l’ultima indagine, dove le ipotesi di reato vanno ancora dalla corruzione all’abuso d’ufficio passando per la turbata libertà degli incanti e l’induzione indebita. Il governatore è stato iscritti sul registro degli indagati nel filone dell’Aspal, l’agenzia regionale per le politiche attive del lavoro dove è direttrice generale un’ex precaria della pubblica amministrazione, Maika Aversano, voluta lì dal Psd’Az per il tramite di Nanni Lancioni, il più fidato consigliere regionale di Solinas.

La cosa sorprendente è il capo della Giunta sarda, sprezzante del fatto che per la legge Severino verrebbe sospeso dall’incarico in Regione anche solo in caso di condanna in primo grado, nelle scorse settimane si è fatto tirare la volata da L’Unione Sarda. Con il nuovo scandalo non è dato sapere se il presidente sia passato a più miti consigli. Resta il fatto che, pur nel pieno del garantismo, Solinas è oggi meno presentabile di altri.

Il lavoro della Procura non favorisce nemmeno Alessandra Zedda, l’eterna candidata di Forza Italia ai massimi incarichi istituzionali e adesso penalizzata dall’ultima indagine sull’ingaggio della Aversano, per il quale pure lei ha ricevuto un avviso di garanzia. La Zedda, assessora al Lavoro sino a novembre 2022, è anche a processo per peculato, un rinvio a giudizio di febbraio 2022. La vicenda giudiziaria è relativa alla legislatura in cui era governatore Ugo Cappellacci, anche lui sul banco degli imputati, mentre la Zedda era la titolare dell’Industria. Stando agli atti del Pm, sarebbe stata pagata una tangente da 80mila euro a fronte della concessione di contributi pubblici.

È in questo quadro che il centrodestra deve decidere le candidature per le Regionali del 2024, anno d’oro delle elezioni, visto che le urne si aprono pure nei Comuni di Cagliari e Sassari e in più si vota per il cambio del Parlamento europeo. Al momento il tema della questione morale non è entrato ancora nell’agenda politica. Ma è destinato a fare la differenza anche nella coalizione di Fratelli d’Italia e alleati.

Alessandra Carta

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