Nomine in Aspal, il Pm: “Temussi si accorda con Solinas, Lancioni e le due Dg”

Alessandra Carta

“In esecuzione a un medesimo disegno criminoso, turbavano, con collusioni, il procedimento amministrativo inerente la procedura ad evidenza pubblica per l’acquisizione delle manifestazioni di interesse” volta ad assegnare “l’incarico di direttore generale in Aspal”, l’agenzia sarda per le politiche attive del lavoro. È questo uno dei passaggi che si leggono nell’avviso di conclusione indagini firmato dal magistrato inquirente Andrea Vacca e notificato questa mattina a ventuno indagati. La ricostruzione del pubblico ministero mette insieme più storie, con un comune denominatore: il potente di turno, tra i potenti, decide di volta in volta come devono essere pilotate le nomine in Regione. Di lì le accuse, a vario titolo, di induzione indebita, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, falso e abuso d’ufficio. Un sistema fatto di politici, colletti bianchi e imprenditori.

Nel passaggio che abbiamo riportato sopra e che vale il primo approfondimento di Sardinia Post sull’ultima inchiesta che sta travolgendo il centrodestra isolano, il protagonista principale è Massimo Temussi, emigrato d’oro a Roma da gennaio e prima Dg capace di restare a galla con qualunque maggioranza. Una carriera iniziata in Regione col centrodestra, mantenuta quando governava a Villa Devoto il Pd e poi ancora benedetta da Psd’Az e Lega a partire da febbraio 2019.

Il Pm ha scritto che il 29 ottobre 2020 Temussi – “in concorso” con il governatore Christian Solinas, con Nanni Lancioni (consigliere regionale sardista), con Silvia Cocco (Dg degli Affari generali) e con Silvia Curto (Dg della presidenza) – “si attivava immediatamente per bloccare la deliberazione 53/31” del 28 ottobre, con la quale la Giunta regionale aveva stabilito di affidare all’assessorato al Lavoro guidato allora da Alessandra Zedda “l’avvio della procedura di evidenza pubblica per scegliere il nuovo Dg in Aspal”.

Nell’agenzia regionale Temussi era il direttore generale uscente sino a pochi giorni prima di quella mossa. Il 24 ottobre 2020, come riportano le cronache politiche. il manager sassarese venne nominato dal centrodestra di Solinas nuovo commissario della Asl unica Ats. Ma, evidentemente, stando sempre agli atti del magistrato inquirente, Temussi decise di giocare ancora un ruolo di primo piano nella scelta del successore. Quindi si rivolse a Solinas per modificare la delibera 53/31.

Obiettivo centrato: nella nuova dicitura del documento pubblico, diventano gli uffici della Cocco quelli incaricati di seguire la nomina del Dg in Aspal. Temussi – anche se questa è un’altra storia – proprio con la Cocco divide anche un’altra indagine, in cui lei è accusata di falso in autocertificazione e lui di abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio. Praticamente Temussi, da Dg di Aspal, scelse come dirigente la Cocco (quando lavorava nella stessa agenzia), benché la stessa non avesse i titoli, è l’accusa.

Nella prima versione della delibera 53/31 la nomina in Aspal era affidata all’assessorato al Lavoro, perché sono gli stessi uffici allora guidati dalla Zedda che hanno la supervisione dell’agenzi. Tant’è: Solinas intervenne sulla Zedda, anche lei tra i ventuno indagati, che “accolse l’imposizione”, ha scritto ancora il Pm. Materialmente, invece, la modifica della delibera venne fatta “con l’aiuto della Curto e della Cocco”. Le quali, materialmente, si occupano di confezionare la nuova versione del documento. “Un falso” in atto pubblico, chiarisce ancora senza giri di parole il Pm Vacca.

A quel punto, corretto la delibera, la Cocco può prendere tutto in mano. Si passa così alla nomina della commissione che deve esaminare le candidature arrivate in Regione con la manifestazione di interesse di fine 2020.

Scrive ancora il magistrato inquirente: “Cocco solo formalmente, e quindi falsamente e in violazione di legge” sceglie i commissari. In realtà a decidere la terna cui affidare la scelta del nuovo Dg di Aspal sono “Solinas, Temussi e Lancioni”, prosegue il magistrato inquirente nell’avviso di conclusione indagini. Non è tutto, il bello deve ancora venire: come sappiamo, alla guida dell’agenzia, ma solo a maggio 2021 per tutta una serie di problemi che solo ora di spiegano, è stata indicata Maika Aversano, la precaria statale che aveva fatto scalpore in quei giorni proprio per via del suo curriculum. Ma nessuno poteva sapere che poi la Procura di Cagliari ci avrebbe messo il naso.

La Aversano – anche lei sotto accusa – è stata scelta nientemeno che dalla stessa Cocco, dallo stesso Temussi e da Roberto Neroni, ex dirigente in pensione, graditissimo al Psd’Az e a Lancioni che lo fece nominare prima commissario dell’agenzia regionale Area, poi amministratore unico di Arst, incarico che Neroni ricopre ancora. Quindi: Cocco, Temussi e Neroni sono stati i tre esaminatori che hanno deciso il destino di Aspal, sebbene la Dg Cocco abbia “falsamente attestato – ha scritto il Pm – di aver provveduto personalmente a nominare la commissione”.

Nell’indagine su Aspal tra gli indagati c’è pure Enrico Garau, un dirigente dell’agenzia che rispose alla manifestazione di interesse della Regione presentando la propria candidatura per ricoprire l’incarico di Dg. Tuttavia, ha ricostruito il Pm, Garau “ha falsamente dichiarato” di non rientrare nelle “cause di inconferibilità o incompatibilità” previste dalla normativa.

Questa è solo una delle storie che si accavallano nell’avviso di conclusione indagini notificato oggi. Vista la complessità degli argomenti e i casi finiti sotto la lente della Procura, ma soprattutto per facilitare la comprensione delle “collusioni” di cui parla il Pm, Sardinia Post ha deciso di spacchettare le nomine sospette dedicando da oggi un articolo a ogni vicenda ricostruita dal pubblico ministero, a partire da Aspal. (1. Continua)

[Nella foto, da sinistra, Temussi, Zedda e Solinas]

Alessandra Carta

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