Solinas al Brotzu: sala vuota e gaffe. Poi la resa su Sant’Elia: ‘Ospedale dove dirà il Comune’

Alessandra Carta

Christian Solinas si è arreso: dopo due settimane di braccio di ferro con il sindaco Paolo Truzzu, il governatore ha tirato i remi in barca sul trasferimento del Brotzu e dell’Oncologico a Sant’Elia. “Non c’è alcuna competizione con la realizzazione dello stadio – l’ha rigirata il capo della Giunta -, il Comune indichi l’area dove si farà il nuovo ospedale”.

I motivi del dietrofront sono sin troppo facili da capire: gli alleati di Solinas erano pronti a fermarlo in Consiglio regionale, il presidente rischiava una sfiducia che lo avrebbe indebolito ancora di più. E nel gradimento dei governatori, occupa già la coda della classifica nazionale. A otto mesi dalla fine della legislatura, nessuno nel centrodestra ha più da perdere ma solo da incassare elettoralmente sfruttando l’ultimo colpo di coda del potere. Solinas non lo aveva messo in conto, molti consiglieri di maggioranza sì.

L’annuncio sulla marcia indietro è arrivato via comunicato stampa, alle 20,41. Si era da poco chiuso l’incontro al Brotzu. In teoria con tutti i dipendenti, era il sogno del presidente. Ma se c’erano duecento sedie occupate – a fronte dei duemila buste paga – è per tenersi larghi. Medici, infermieri, oss e amministrativi hanno disertato in massa la convocazione, fatta attraverso il management che si è servito della mail aziendale per chiamare (inutilmente) a raccolta i lavoratori.

E qui c’è stata la prima gaffe di Solinas. Il messaggio di avant’ieri recitava così: “Il presidente della Regione e l’assessore alla Sanità desiderano incontrare i dipendenti”. Una volta al Brotzu, invece, il governatore ha più volte ringraziato i lavoratori per l’invito. Inutile dire che nelle chat tra colleghi il tentativo di Solinas di fingersi ospite non è passato inosservato. Non fosse altro che il capo della Giunta, accompagnato da Carlo Doria, era convinto di annunciare in pompa magna il trasferimento a Sant’Elia. Ma avant’ieri a Solinas è andato male pure il vertice interno al Psd’Az con cinque consiglieri regionali assenti. Sugli 11 totali. E l’undicesimo è proprio il governatore.

Quanto alla seconda gaffe, Solinas l’ha fatta scegliendo di passare da un accesso secondario, dove non erano appostati i sindacati dagli infermieri con megafoni e bandiere. Lì ha avuto il coraggio di muoversi a piedi solo Doria, che ha sorriso davanti alla protesta e per la sua reazione è stato duramente attaccato. Il governatore, invece, non ha voluto prendersi nemmeno i fischi. La faccia non ce l’ha messa.

Al Brotzu, Solinas ha corretto molto il tiro su quanto sostenuto in questi ultimi dieci giorni. Basta confrontare il penultimo e l’ultimo comunicato. Nella nota del 24 giugno, Solinas chiudeva alla possibilità di realizzare la Piastra tecnologica con 14 nuove sale operatorie, un padiglione per cui ci sono 69 milioni di euro più di 4,5 di progettazione affidata a fine 2022. “Andrà a impattare su spazi interni già pesantemente sacrificati, con ulteriori criticità sulla viabilità interna, sui parcheggi e sulla complessiva logistica del plesso, distante persino dalla stessa superficie dell’elisoccorso – era la fotografias disastrosa del presidente -. Al di là delle perplessità che la Piastra può generare a fronte di un costo importante – aggiungeva -, questo intervento non riqualificherà nemmeno un metro quadro del vecchio ospedale”.

Nel comunicato di oggi i toni sono cambiati, anche perché non c’è stato un solo sindacato che ha condiviso la linea del governatore. “Avevamo posto una riflessione di buonsenso, ragiono da buon padre di famiglia – è la versione in punta di piedi -. L’investimento per la realizzazione di una piastra tecnologica appartiene a un capitolo a parte, che non ha nulla a che vedere con le risorse già individuate per la realizzazione del nuovo ospedale. In questa fase abbiamo sollevato dubbi sull’opportunità perché quei soldi potrebbero essere spesi per mantenere il vecchio ospedale al massimo dell’efficienza fino alla realizzazione del nuovo plesso”.

Sulla chat tra colleghi per tutta la serata di ieri sono state battute anche sulla scelta stilistica di Solinas di bollare continuamente il Brotzu come “vecchio”, quando invece in Sardegna è uno dei meno datati. L’intuizione fu dell’ex presidente della Regione ed ex assessore alla Sanità, Emanuele Sanna. Il progetto ha qualificato l’assistenza medica e ospedaliera nell’Isola che oggi può fregiarsi del bollino Arnas, ovvero di alta specializzazione.

È come se Solinas, intenzionato a dare l’imprimatur a ben quattro nuovi ospedali, sia mosso da chissà quale napoleonica voglia di grandezza. Oltre al Brotzu e Oncologico, il Piano regionale di investimenti prevede l’accorpamento del Sirai di Carbonia e del Cto a Iglesias, più il progetto di Alghero, per mettere insieme il Civile e il Marino. C’è infine un indefinito obiettivo a Sassari, non precisato nemmeno nella delibera 19/82 del 1° giugno, quella con cui Solinas ha ufficialmente dato fuoco alle polveri contro Truzzu e annunciato il pacchetto di investimenti.

Ci sono voluti però quindici giorni perché in Regione ci si accorgesse di quel documento, a cui si sono sommati i mancati auguri di Solinas al Cagliari promosso in serie A. Da lì si è capito che qualcosa non andasse. E infatti il governatore si era fermato sulla cessione del co-finanziamento da 50 milioni per il nuovo stadio. A stretto giro è venuto fuori il pasticciato emendamento inserito nella Finanziaria 2023, quello che in realtà doveva sbloccare i 50 milioni, invece li ha stoppati. Il resto è cronaca degli ultimissimi giorni con la maggioranza che ha servito il primo pubblico sgambetto al governatore: nell’ordine del giorno nella seduta di martedì 27 in Consiglio regionale sono state inserite le due mozioni con le quali il centrosinistra ha proposto di cancellare la delibera 19/82. Una l’ha firmata il progressista Francesco Agus, l’altra il dem Cesare Moriconi.

Siamo a sabato 24. Solinas convoca in fretta e furia i segretari dei partiti alleati. Appuntamento a Villa Devoto per lunedì 26. Ugo Cappellacci, capo dei berlusconiani sardi, si mette alla guida del caterpillar anti-Solinas: niente vertice, tanto per cominciare. La riunione viene spostata a oggi. Stessa posizione per i Fratelli d’Italia, il partito del sindaco Truzzu: la coordinatrice sarda Antonella Zedda si dice anche lei impegnata a Roma, a Palazzo Madama. Salta pure la seduta di martedì 27. Il governatore tenta un’ultima plateale mossa con la visita al Brotzu, dove le sedie vuote sono valse più di mille parole.

A questo punto battere la ritirata diventa per Solinas una scelta obbligata. Il governatore lo fa non senza raccontare la favola di una sanità sarda che non esiste: “Abbiamo seminato frutti che si vedranno nel tempo e se oggi non gettiamo le basi per la realizzazione dei nuovi ospedali, la Sardegna rischia di rimanere indietro”, si legge nelle righe conclusive del comunicato diffuso ieri sera. Non esattamente una narrazione adatta a un’Isola dove due sardi su dieci non si curano più, come certificato dal Centro di ricerche Crenos nel rapporto presentato le scorse settimane. Una verità che a Solinas e Doria non è piaciuta. Del resto, davanti a un dramma di queste proporzioni, diventa indispensabile ben altro per garantire l’assistenza sanitaria ai sardi: servono ospedali che funzionino, non nuovi ospedali.

Alessandra Carta

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