Ospedali, Solinas in confusione fa la vittima: “Avvelenano il clima”. Oggi vertice a Palazzo

Alessandra Carta

“Pur di avvelenare il clima si è arrivati a mettere in contrapposizione lo stadio il nuovo stadio con il nuovo ospedale pubblico d’eccellenza da 1.000 posti letto”. Si legge così in un passaggio del lungo comunicato che Christian Solinas ha diffuso sabato pomeriggio, quando ormai nel centrodestra stavano volando stracci per il braccio di ferro innescato dal presidente della Regione contro il resto della maggioranza sul Piano straordinario di investimenti nella sanità. Tanto che qualcuno deve aver suggerito al governatore una scelta saggia: chiamare a raccolta la coalizione, anziché continuare ad andare a Videolina per fare interviste palesemente concordate. Il vertice è convocato per oggi alle 11,30 a Villa Devoto.

Intanto: chi, secondo Solinas, starebbe avvelenando il clima, non è dato saperlo. Il capo della Giunta, come suo solito, spara nel mucchio, in maniera indefinita. Ma soprattutto dimentica che il caos in maggioranza è scoppiato pecrhé è lui stesso che da febbraio sta bloccando la costruzione del nuovo stadio a Sant’Elia. L’emendamento che fa rientrare la struttura sportiva in un Accordo di programma tra Regione e Comune di Cagliari, l’ha voluto Solinas in persona perché, senza dire nulla agli alleati, stava pensando al progetto sul trasferimento del Brotzu e dell’Oncologico davanti al mare. Se fosse stato per il resto del centrodestra, nella Finanziaria 2023 sarebbe passata la modifica secca proposta dai Fratelli d’Italia attraverso il capogruppo Fausto Piga con i 50 milioni di co-finanziamento pubblico, che fanno 60 con i 10 stanziati dal Municipio. Non solo: il capo della Giunta continua a non dire ai tifosi dove vuole realizzare lo stadio.

Ma adesso che Solinas si sente isolato, ecco la nuova strategia: fare la vittima e accusare – non si capisce bene chi – di alimentare “strumentalizzazioni che fanno male a tutti e non rispondono agli interessi dei cittadini”, è scritto ancora nella nota di sabato. Poi ecco il passaggio in cui il governatore giustifica il Piano di investimento sostenendo che “Cagliari negli ultimi quindici anni ha perso tre ospedali“. Qui serve fare un conto politico: Solinas governa da quasi cinque, altrettanti li ha fatti il centrosinistra di Francesco Pigliaru e prima c’è stata la legislatura di Ugo Cappellacci. Vuol dire, per ammissione dello stesso presidente, che il danno maggiore alla sanità sarda porta la firma del centrodestra.

Altro particolare: Solinas in questi giorni ha anche parlato della disponibilità di un miliardo e mezzo, “soldi che in questi anni ho recuperato personalmente col Governo”. Francesco Agus, il capogruppo dei Progressisti a cui non gliene sfugge una, ricorda invece che sono “soldi non spesa nel tempo dalla Sardegna, ce ne parlò anche l’allora ministro Roberto Speranza, quando due anni fa andammo a Roma per raccontare la condizione emergenziale in cui si trovava la sanità della nostra Isola in piena pandemia”.

Solinas, sempre nella sua nota, torna poi su un’altra patata bollente di questi giorni, la Piastra tecnologica del Brotzu per le emergenze-urgenze. Il governatore dice che “questo intervento non riqualificherà nemmeno un metro quadro del vecchio ospedale”. A parte che bollare il Brotzu come struttura datata fa sorridere, ma poi la Piastra è un potenziamento, un’opera ex novo. Ancora dalle parole del presidente (in evidente difficoltà):  “Non esiste nemmeno una progettazione esecutiva approvata”. Proprio per avanzare col progetto, l’incarico è stato affidato e l’ha vinto la Gdfa di Firenze per un importo di 4,5 milioni. Ma soprattutto non si capisce perché abbia invece valore il Piano di investimenti di Solinas dove a tempo di record, in tre giorni, è stato affidato l’incarico da 138.999 euro per fare lo studio di fattibilità sul nuovo ospedale a Sant’Elia di cui non sa nulla nemmeno la maggioranza. E a tutt’oggi non si conosce il nome del professionista scelto.

I tasselli messi da Solinas nel mosaico della sanità a ben vedere non compongono alcun puzzle, ma solo un quadro confuso in cui il capo della Giunta prova a tirare acqua al suo mulino, preoccupato per l’esito del voto di domani in Consiglio regionale. L’altro giorno, infatti, il presidente la sua mazzata l’ha già ricevuta: Pd e Progressisti, con il resto dell’opposizione accodata, M5s inclusi, hanno ottenuto la discussione di due mozioni in cui si chiede il ritiro della delibera 19/82 del 1° giugno, la prima in cui si parla del Piano di investimenti. Una l’ha presentata Agus, l’altra il dem Cesare Moriconi.

Al momento nel centrodestra ci sono nove onorevoli decisi a votare contro Solinas. Sono in cinque di Fdi, di cui uno è il capogruppo Piga, a cui si aggiungono Antonio Mundula, Sara Canu, Annalisa Manca e Ignazio Tatti. Ecco poi l’ex berlusconiano del Psd’Az, Stefano Schirru, e l’azzurra ex assessora Alessandra Zedda. Sulla stessa posizione anche il fondatore di Sardegna 20Venti, Stefano Tunis e l’avvocata di Idea Sardegna, Carla Cuccu. Questi nove voti si dovrebbero aggiungere ai 24 delle opposizioni che così salirebbero a quota 33. Il centrodestra, invece, passerebbe da 36 a 27. Sempre che nel Pd il presidente non trovi una sponda per la salvezza.

In giornata si capirà quale aria tira in maggioranza e quali le richieste avanzate dal governatore. Ma stando a quanto riporta L’Unione Sarda, il vero banco di prova per Solinas potrebbero essere le presenze: sono in forse sia la coordinatrice sarda degli Fdi, la senatrice Antonella Zedda, sia il capo dei berlusconiani sardi, il deputato Ugo Cappellacci. Del resto, le posizioni di Fdi e Forza Italia si conoscono già: l’una difendere la realizzazione della Piastra tecnologica al Brotzu, l’altro a Sant’Elia vuole lo stadio non l’ospedale.

Alessandra Carta

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