I poteri di Solinas sui nuovi assessori: più del consenso conterà il curriculum

Adesso che sulla nuova Giunta regionale c’è la data – esordirà insieme al Consiglio nella prima seduta di giovedì 4 aprile – si fanno sempre più definiti i contorni del metodo attraverso il quale il neogovernatore Christian Solinas sceglierà i dodici assessori. Un metodo noto in gran parte, a cominciare dal fatto che gli alleati dovranno consegnare a Solinas due nomi – uno maschile e uno femminile – per ogni delega, così come è confermata l’esclusione dall’Esecutivo degli onorevoli eletti e più votati. Quello che non trapelava era il percorso da seguire per non scontentare i partiti col maggiore consenso, i quali, per tradizione politica, hanno sempre scelto gli assessorati più ‘pesanti’: per Solinas, semplicemente, il risultato delle urne conterà meno del curriculum. Se un papabile indicato da un partito con meno voti risulta più qualificato rispetto al nome fatto da un alleato forte, prevarrà comunque il miglior profilo professionale.

Al momento non è dato sapere se la priorità del curriculum scatenerà mal di pancia nel centrodestra. È invece certo che il neogovernatore è pronto allo scontro per difendere anche questo aspetto del suo metodo. Si è capito ieri, nel corso della conferenza stampa convocata da Solinas per spiegare l’esito della trattativa aperta con Bruxelles sulla continuità territoriale. Il presidente della Regione ha ribadito che “l’Esecutivo sarà di alto profilo” ed è stato lo stesso Solinas a dire che Consiglio e Giunta esordiranno insieme il 4 aprile, non temendo quindi ritardi rispetto alla tabella di marcia anticipata agli alleati nelle consultazioni di domenica scorsa a Villa Devoto.

Sempre nella conferenza stampa di ieri Solinas ha dettato, in qualche modo, l’agenda politica dei primi cento giorni di legislatura. Oltre al commissariamento dell’azienda unica Ats contestualmente alla riforma che prevede la sua cancellazione, una delle prime leggi all’esame della nuova Assemblea regionale sarà il riordino delle competenze tra i dodici assessori. La norma che regola la materia è addirittura datata 1977. In Regione decideva tutto la Dc che, volutamente, aveva creato pesi e contrappesi su una stessa competenza, in modo che un assessore non fosse mai autonomo. Solinas ha citato il caso del Governo del territorio. “Se ne occupa l’Urbanistica, ma alla Programmazione fa capo l’Assetto del territorio e su alcuni aspetti decide l’Ambiente. Ecco – ha detto il presidente -: questa parcellizzazione ostacola il processo decisionale e noi la cambieremo accorpando la materia”. Una modifica è prevista pure sul Turismo a cui saranno uniti i Beni culturali (musei e siti archeologici), gestiti oggi dalla Pubblica istruzione.

Nei giorni scorsi sembrava che il riordino delle deleghe richiedesse l’approvazione di una legge di rango statutario, quindi con una procedura di voto rinforzata, tale da prevedere una maggioranza qualificata (quando non anche il referendum popolare). Invece è stato chiarito che la riorganizzazione si può attuare con una legge è ordinaria”, ovvero potrà essere “scritta, discussa in commissione e approvata dall’Aula in breve tempo”. Un aspetto, questo, che si lega a doppio filo alla Giunta provvisoria, ipotesi che continua a restare in piedi: il 4 aprile il centrodestra partirà con una quadra di governo che verrà cambiata solo quando sarà approvata la riforma delle deleghe tra i dodici assessori.

Servirà invece una legge di rango statutario per introdurre la leggina salva-mandato: è la norma che permetterebbe ai consiglieri regionali di essere sostituiti nel caso di nomina in Giunta, ma senza perdere il posto in Aula. Anzi, con la possibilità di rientrarvi qualora il mandato da assessori terminasse prima della fine della legislatura. Di rango statutario è pure la legge con la quale Solinas vuole istituire i sottosegretariati tagliare il numero degli assessorati. Ma in questi casi la procedura di approvazione si profila lunga. Salva-mandato e sottosegretariati quasi con certezza non entreranno nell’agenda politica dei primi cento giorni.

Oggi Solinas ha di nuovo incontrato gli alleati. L’accordo – ma questa non è una novità – è pieno almeno sulla divisione degli assessorati: ne spetteranno due a testa a Lega, Psd’Az e Riformatori. Forza Italia invece ne avrà uno se dovesse prendere la presidenza del Consiglio che, in alternativa, andrebbe al Carroccio. In Giunta avranno una casella Fratelli d’Italia, Sardegna Venti20 e Udc. Idem Sardegna Civica, la quale, tuttavia, a metà mandato potrebbe fare la staffetta con Fortza Paris.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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