I consiglieri che diventano assessori: pronta una leggina ‘salva-mandato’

Si apre il caso dei consiglieri-assessori nella Giunta politica che vuole Christian Solinas (il presidente ha escluso la nomina di tecnici durante la puntata di Regionerò, ieri su Sardegna Uno). Il problema da risolvere ruota intorno agli onorevoli neo eletti e più votati che, in virtù del successo alle urne, sono in pole per entrare nel nuovo Esecutivo. La normativa vigente consente sì il doppio ruolo. Ma nella pratica la strada diventa in salita perché un assessore non avrebbe il tempo di partecipare alle sedute quotidiane (o quasi) delle commissioni consiliari. Il rischio è che negli organismi dove si discutono le leggi prima di arrivare in Aula, l’opposizione finirebbe per avere la maggioranza a causa delle troppe assenze nel centrodestra.

Per non mortificare le ambizioni degli onorevoli più votati, uno dei primi atti a cui la nuova Assemblea potrebbe mettere il sigillo è la leggina ‘salva-mandato’. Esiste già in Lombardia. Funziona in questo modo: il consigliere che entra in Giunta viene sospeso dall’incarico in Aula. Al suo posto subentra, in quello stesso collegio, il primo dei non eletti. Ma nel caso in cui l’assessore nominato venisse rimosso dall’incarico nell’Esecutivo, la leggina salva-mandato gli consentirebbe di occupare nuovamente lo scranno in Consiglio.

Il sistema della sospensione viene applicato a livello nazionale con la legge Severino, sull’anti-corruzione. È successo più di una volta anche nell’Isola: consiglieri sardi arrestati o condannati in primo grado sono stati sostituiti durante la detenzione e nei diciotto mesi successivi alla sentenza, per poi riprendere il posto in Aula una volta scaduti i termini.

La legge salva-mandato è un’opzione che in queste ore si discute informalmente nella nuova maggioranza. E riporta indietro alla legislatura 2009-2014. Il presidente era Ugo Cappellacci e per buona parte del quinquennio scelse come suo braccio destro Giorgio La Spisa, uno dei più votati in Forza Italia e nominato assessore alla Programmazione. Allora, per una modifica alla legge Statutaria voluta da Renato Soru, era stato introdotta l’incompatibilità tra la carica di consigliere e quella di assessore (poi cassata dalla Corte Costituzionale): La Spisa, quindi, si dimise dall’Aula per entrare nell’Esecutivo. Ma quando a marzo 2013 ruppe con Cappellacci, perse il posto da assessore senza poter più rientrare in Consiglio.

Nella stessa situazione di La Spisa, cioè dimissionario a inizio mandato, c’era Antonello Liori, ex An del Pdl. Il quale con Cappellacci mantenne buoni riporti e anziché tornare a casa, per tre volte cambiò delega in Giunta passando dalla Sanità al Lavoro e poi all’Industria.

La leggina ‘salva-mandato’ può interessare in questa nuova legislatura buona parte dei futuri dodici assessori che con la sospensione non avrebbero l’incubo – letteralmente – di uscire di scena, nel caso in cui Solinas decidesse di silurarli. Perché questo è uno dei poteri che ha un presidente di Regione.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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