Il ‘metodo Solinas’ convince i partiti: non ci saranno consiglieri-assessori

I consiglieri regionali più votati alle urne del 24 febbraio non entreranno in Giunta. Non ora, almeno. Il neopresidente Christian Solinas lo ha ripetuto – con toni diversi – a tutte le dieci delegazioni che da stamattina alle 10 hanno sfilato a Villa Devoto per le consultazioni, passaggio preliminare col quale arrivare, all’inizio di aprile, a definire la nuova squadra di governo, targata centrodestra.

È questo il primo punto fermo che chiude una lunga giornata di incontri bilaterali convocati da Solinas per spiegare il metodo da seguire nella nomina dei dodici nuovi assessori. Un metodo rispetto al quale il governatore pare deciso a non fare concessioni rivendicando l’esercizio di tutto il potere che gli assegna la legge. Ovvero, nessuna ingerenza da parte dei partiti nella scelta dell’Esecutivo e nell’attribuzione delle deleghe. Il compito spetta al governatore. Punto e basta, ha fatto capire Solinas. Il quale ha assicurato rigore nelle decisioni, con la massima tutela delle competenze per arrivare a una “Giunta di alto profilo in tempi brevi”, ha detto a più riprese.

L’esclusione dei consiglieri più votati dalla nuova squadra di governo si presta ad almeno una lettura: il presidente sembra avvertire forte la necessità di non ‘sguarnire’ l’Aula, perché la gran parte degli onorevoli con molte preferenze sono anche quelli con più esperienza. Ma senza una maggioranza capace di gestire le imboscate dell’opposizione (e l’eventuale fuoco amico), il centrodestra rischia di essere battuto alla conta dei voti, specie sui temi importanti.

La scelta di puntare su professionisti ‘esterni’ rafforza, per un altro verso, l’ipotesi di un Esecutivo provvisorio, da nominare sino alla fine dell’anno. In questo modo la coalizione avrebbe il tempo per lavorare a due riforme che stanno a cuore al presidente: una riguarda la revisione della legge 1, datata addirittura 1977, e che ha fissato l’attuale ripartizione delle deleghe. Con il Turismo, per esempio, accorpato alle Attività produttive e non ai Beni culturali, come invece vorrebbe Solinas. Il secondo riordino a cui il governatore intende mettere mano è la legge 31, sul personale, rispetto al quale i margini di manovra, in chiave organizzativa, sono pressoché nulli.

Nei piani di Solinas il nuovo Consiglio si deve buttare a capofitto nel riassetto della Regione e solo successivamente si potrà ipotizzare una Giunta bis, includendo a quel punto anche i consiglieri più votati. Nella riforma verrebbe quindi inserita la leggina salva-mandato per garantire la sostituzione degli onorevoli da nominare nell’Esecutivo. I quali non perderebbero il posto in Aula, nel caso in cui l’incarico nella squadra di governo dovesse interrompersi anzitempo. Questo schema, se mantenuto, fissa di conseguenza un’altra regola non detta, ma che entra a far parte, a tutti gli effetti, del ‘metodo Solinas’: al momento non hanno speranza di avere una poltrona in Giunta nemmeno i primi dei non eletti che, al massimo, potranno essere ripescati in seguito. Ma per ora restano fuori dai giochi.

Quanto ai tempi sulla formazione della squadra da dodici, è difficile fare previsioni. Nemmeno il presidente ha ipotizzato date precise. La sensazione è che Solinas voglia chiudere la partita entro la prima settimana di aprile. Domani e martedì, infatti, non vedrà nessun alleato perché sarà a Bruxelles, a risolvere una grana sulla continuità territoriale. Col resto della coalizione potrebbe invece darsi appuntamento mercoledì e giovedì, in quella che lo stesso Solinas ha ribattezzato “una plenaria”, cioè un incontro di coalizione. E anzi il nuovo governatore ha fatto sapere che i vertici con tutti i partiti alleati saranno organizzati periodicamente per raccordare il lavoro dell’Esecutivo a quello del Consiglio. E viceversa.

Da questo pomeriggio è nota pure un’altra certezza sull’agenda politica: il Consiglio lavorerà da subito alla riforma sulla sanità, con la cancellazione della Asl unica Ats e una controriforma che aprirà la strada al commissariamento dell’Azienda per la tutela della salute e di tutte le otto aziende socio-sanitarie locali. Di fatto un primo spoil system che riguarda una fetta non insignificante del bilancio, se si considera la spesa di oltre tre miliardi annui coi quali viene garantita nell’Isola l’assistenza medica e ospedaliera.

Dalle consultazioni di oggi è venuto fuori anche un altro punto fermo: le donne – ma già si sapeva – saranno quattro. Le loro candidature verranno proposte dai partiti che in Giunta indicheranno due assessori perché alle urne hanno ottenuto il maggior consenso. Ovvero, Lega, Psd’Az, Forza Italia e Riformatori.

E a proposito di Carroccio sembra concreta, benché non sicura, la possibilità che sia il partito di Salvini a esprimere il presidente dell’Aula. La scelta, in questo caso, potrebbe ricadere su Pierluigi Saiu, il più esperto tra i leghisti eletti che, al pari dei Cinque Stelle, saranno gli esordienti assoluti dell’Aula. L’ipotesi Saiu non è stata fatta ufficialmente. Ma oggi era la giornata del metodo, non quella dei nomi.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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