Complicata gestione dell’acqua sarda: dopo Abbanoa dissidi anche in Egas

Si fa complicata la gestione dell’acqua in Sardegna: le divisioni non ci sono solo in Abbanoa, dove il 16 marzo si voterà la sfiducia al presidente Gabriele Racugno, ma anche in Egas, l’ente che si deve occupare di investimenti e tariffe, sebbene abbia svolto a lungo anche funzioni di controllo, proprio per via di problemi finora rimasti sottotraccia. Ma concreti, oggettivi. Tant’è: ora che sull’acqua sarda la lite è totale, sta venendo fuori tutto.

Egas è tecnicamente l’ente di governo d’ambito che opera attraverso il Cia, il Comitato istituzionale d’ambito. L’Egas è in quota Comuni. Precisamente sono 342 (su 377) gli enti locali dellla Sardegna diventati soci di Abbanoa, per il 29,1 per cento dell’azionariato. Il 70,9 per cento è invece in mano alla Regione. L’Egas è presieduto dal primo cittadino di Calangianus, Fabio Albieri che fa parte del Cia insieme ai colleghi Settimo Nizzi (Olbia), Andrea Soddu (Nuoro), Graziano Milia (Quartu), Nicola Muzzu (Aggius), Omar Hassan (Modolo), Renzo Ponti (Nurachi) e Giovanni Daga (Nuragus). I Comuni di Oristano e Decimomannu sono invece rappresentati da due assessori, rispettivamente Gianfranco Licheri e Matteo Urru. L’assessore Quirico Sanna (Psd’Az), scelto dal governatore Christian Solinas, è invece il delegato della Regione. Ha preso il posto di Roberto Frongia, il liberal democratico alla guida dei Lavori pubblici morto lo scorso dicembre.

Il caos nella gestione dell’acqua sarda dopo le Regionali del 2019 e la vittoria del centrodestra ha due peccati originali: uno è una colpa del Psd’Az. Di Solinas in particolare che ha voluto Racugno alla guida della spa e adesso lo considera il male assoluto; il secondo nodo è la frattura interna alla coalizione, coi Riformatori di Frongia e Sardegna 20Venti che hanno provato a gestire in solitudine la spa estromettendo i Quattro Mori. Non solo: a un certo momento è spuntato un piano per affossare la società (leggi qui). Un piano contro cui i sindaci, stavolta uniti, si sono opposti finendo per bocciare il bilancio caro a Frongia, a Racugno e all’amministratore delegato Fernando Ferri. Prevedeva di stralciare dall’esercizio finanziario i conguagli regolatori, portando la gestione 2019 di Abbanoa da un attivo di dieci milioni a un passivo di nove. 

Nel centrodestra hanno perso tutti. Ma Solinas non solo non ammette le proprie responsabilità, ma vuole vincere e prendere in mano la gestione dell’acqua. Per farlo, il partito del governatore punta a fare piazza pulita anche in Egas, dove si combatte un altro scontro. L’Ente infatti è in rotta di collisione con la Commissione di controllo analogo, presieduta da un altro sindaco, Ignazio Porcu. Gli altri componenti sono Paolo Truzzu (Cagliari), Marco Murgia (Ozieri) e Antonio Satta in rappresentanza della Regione (i componenti deve essere cinque, ma un sindaco si è dimesso=.

La Commissione di controllo analogo ha cominciato a operare in autonomia solo a gennaio perché per un anno era in guerra con Egas sul regolamento. Ovvero il quadro normativo entro cui esercitare la vigilanza su Abbanoa. L’ok al regolamento ha tardato ad arrivare per via di profili di illegittimità, riscontrati da Egas e confermati dall’Avvocatura dello Stato. Da lì un lungo braccio di ferro che si è concluso solo il 22 dicembre scorso.

Porcu, il sindaco di Irgoli, viene considerato vicino al capogruppo del Psd’Az in Consiglio regionale, Franco Mula, che poche settimane fa ha puntato la prua contro Egas accusandola di “connivenza” con il presidente Racugno. La risposta di Egas, per il tramite di Albieri e del Cia, non si è fatta attendere. L’Ente non ha escluso anche azioni legali (leggi qui). Fatto sta che Porcu è stato il sindaco che ha posto il quesito sui compensi di Racugno quando l’avvocato-presidente di Abbanoa era ancora amatissimo dal Psd’Az e da Mula. Quindi Porcu, sebbene abbia simpatie sardiste, ha dimostrato sul campo il massimo rigore istituzionale.

Quello che in Egas rivendicano come filo rosso della propria azione sia Albieri che il Cia. E per questo ragione ieri è scoppiato lo scontro sull’emendamento presentato dal Psd’Az alla legge sulle Province dal consigliere regionale Giovanni Satta. I sardisti volevano cambiare le regole sulla Commissione di controllo analogo, i cui costi di gestione sono adesso a carico di Egas, mentre il Psd’Az vuole spostarli su Abbanoa. Così facendo per Egas viene meno la trasparenza. Da qui il nuovo round. E altro veleno. La sensazione che è la battaglia per la gestione dell’acqua sarda sia solo agli inizi.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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