Finanziaria 2018, la Regione ha più soldi: in arrivo un gettito Iva da record

È la prima voce del bilancio. Sono le entrate tributarie della Regione e per il 2018 cresceranno ancora, sino 6,346 miliardi contro i 6,227 del 2017 e i 6,161 del 2018. “A generare l’aumento – ha spiegato il presidente Francesco Pigliaru durante la presentazione della manovra questa mattina a Villa Devoto – è il gettito Iva. Nel 2004 era di 221 milioni, l’anno prossimo sarà di due miliardi e 85 milioni”. Questo “grazie alla ripresa economica”, ha sottlineato l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci.

Nel dettaglio dei tributi, l’Iva è la seconda voce dopo l’addizionale Irpef che nel 2018 verrà 2,260 miliardi. Il recupero dell’Irap (che non pagano le nuove aziende nei primi cinque anni di attività) si attesta sui 500 milioni, mentre dai giochi (cioè lotterie nazionali e ‘gratta&vinci’) la Sardegna ricava 221 milioni.

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Per contro ci sono gli accontonamenti, i soldi che la Regione deve versare allo Stato a copertura del debito pubblico nazionale. Nel 2016 la Sardegna ha dovuto pagare 684 milioni, una cifra che la Giunta considera “enorme e ingiustificata” e per questo Pigliaru e Paci hanno aperto una vertenza con Roma. L’11 ottobre la trattativa è ripresa. Il presidente e l’assessore sarebbero dovuti tornare a Roma una settimana dopo, ma il Governo ha deciso unilateralmente di rinviare l’incontro nel quale si sarebbe dovuto cominciare a discutere di cifre, visto che la Regione chiede di dimezzare la somma finora versata. Il tema è stato ripreso questa mattina a Villa Devoto. “Lo Stato sta modificando d’imperio lo Statuto – hanno detto Pigliaru e Paci -, perché trattenerci i 684 milioni di accantonamenti significa far arrivare nelle nostre casse i 5/10 di Irpef e non i 7/10, come dovrebbe essere”.

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Al momento Roma non ha fissato la data del nuovo tavolo. Ma il governatore e l’assessore hanno ricordato ancora: “La Corte Costituzionale ha sancito in più occasioni che gli accantonamenti per la Sardegna non possono essere pari a zero, e infatti noi non chiediamo questo. È semmai un dovere istituzionale contribuire al risanamento del debito pubblico. Ma le quote da pagare non possono essere permanenti, ha stabilito ancora la Consulta, e il loro valore deve essere individuato mediante un’intesa tra Stato e Regione non unilateralmente dallo Stato”.

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Pigliaru e Paci hanno fatto il punto anche sul mutuo Infrastrutture da 700 milioni. “Attraverso la nuova Finanziaria, per il 2018 abbiamo previsto di spendere 150 milioni e altrettanti nel 2019. La stessa cifra era stata messa a bilancio quest’anno, ma si è ridotta a 80 milioni per via del nuovo Codice degli appalti che ha rallentato le procedure di alcuni interventi”.

Quanto al Patto per la Sardegna, che vale 2,9 miliardi, Pigliaru ha detto: “Sulle opere pubbliche stiamo andando un po’ a rilento perché non abbiamo progetti esecutivi pronti. È stata una scelta precisa di questa Giunta non puntare più alcuni vecchi investimenti non avrebbero senso. Il Patto si sta invece rivalando utilissimo per la metanizzazione della Sardegna, così come per gli ammortizzatori sociali in deroga, coi i 45 milioni arrivati e subito erogati”.

Con la Finanziaria 2018 “non si cambia linea nemmeno sulla revisione della spesa – ha ricordato Paci -. Significa che le spese per consulenze, come stabilito dal 2016, non possono superare i 450mila euro annui”.

Infine il disavanzo nella sanità: con la nuova manovra sono stati stanziati 122 milioni contro i 300 del 2016 e i 235 del 2017. Saranno 50 il prossimo anno. “Come sapete – hanno sottolineato Paci -, abbiamo rinunciato al nutuo previsto dalla Legge nazionale di stabilità. Siamo convinti di poter azzerare il deficit tagliando di sprechi”. Pigliaru ha aggiunto: “È questo lo spirito della riforma della rete ospedaliera, così come la scelta coraggiosa di istituire la Asl unica. La Sardegna deve arrivare ad avere un costo della sanità che copra i servizi e non anche le sue inefficienze”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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