Seggi in Consiglio, deve entrare Giovanni Satta (Uds). Ma è in carcere

Il 60° e ultimo seggio in bilico del Consiglio regionale deve andare a Giovanni Satta. Solo che l’esponente dell’Uds è al momento in carcere.

È Giovanni Satta, ex sindaco di Buddusò, il 60° onorevole della Sardegna, poltrona rimasta vuota dopo la sentenza del Consiglio di Stato che, il 16 marzo scorso, ha mandato a casa Gianni Lampis (Fratelli d’Italia). L’ha deciso questa mattina l’Ufficio centrale elettorale della Corte d’appello di Cagliari. Ma Satta, candidato in Gallura nella lista dell’Uds di Mariolino Floris, è in carcere dal 6 aprile, con l’accusa di associazione a delinquere per un presunto traffico internazionale di droga.

In questo quadro, il 60° seggio in Consiglio regionale è destinato a restare vacante. E sembra una maledizione, visto che da quasi un anno nell’Aula di via Roma va avanti la staffetta di onorevoli dopo i ricorsi vinti a luglio 2015 dagli Upc Pierfranco Zanchetta e Antonio Gaia e dall’esponente del Partito dei Sardi, Gianfranco Congiu. I quali dalla sentenza del 16 marzo sono al sicuro (hanno definitivamente preso il posto di Efisio Arbau, Michele Azara e Gavino Sale). Giovanni SattaRimaneva appunto da assegnare questa poltrona in quota minoranza e per il centrodestra è la 24°. Ma Forza Italia e alleati, che da un mese stanno lavorando a ranghi ridotti, devono continuare così.

Satta, comunque, non perde il posto malgrado l’arresto. Per la legge Severino (il decreto legislativo sull’anticorruzione, il numero 235 del 2012) sarebbe al massimo sospeso, dal momento che la custodia cautelare in carcere per il reato dell’associazione a delinquere non è causa di decadenza (articolo 8 del Dl 235 e articolo 4 del Dl 159/2011). E questo a differenza della condanna, anche solo in primo grado. Tuttavia perché scatti l’interruzione temporanea del mandato serve prima un decreto del Consiglio dei ministri, sentiti i titolari degli Affari regionali e dell’Interno (articolo 8, comma 4). Il documento deve essere poi spedito alla Prefettura territoriale che, a sua volta, lo gira alla Presidenza dell’Assemblea regionale. L’esponente dell’Uds, peraltro, non è nemmeno formalmente in carica, visto che ha ancora prestato giuramento.

L’attribuzione del seggio a Satta è stata decisa dall’Ufficio centrale elettorale della Corte d’appello perché così aveva disposto a marzo il Consiglio di Stato.

La procedura di sospensione, come previsto dalla legge Severino, è attesa anche per Antonello Peru, vicepresidente dell’Assemblea, berlusconiano di ferro al secondo mandato, arrestato il 5 aprile scorso nell’ambito dell’inchiesta di Sindacopoli. L’accusa è ancora associazione a delinquere: secondo la Procura di Oristano l’esponente azzurro ha incassato una tangente per il lotto 8 della Sassari-Olbia. Peru, che al momento sta percependo lo stipendio pieno, avrebbe comunque diritto a un sussidio. Precisamente al cosiddetto assegno alimentare, previsto dalla legge regionale 2 del 1996. È pari al 70 per cento dell’indennità consiliare che ammonta a 6.600 euro lordi mensili.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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