Seggi in bilico: Lampis (Fdi) decade nuovamente. Nessun cambio a sinistra

Efisio Arbau, Michele Azara e Gavino Sale non tornano in Consiglio. Restano Pierfranco Zanchetta, Antonio Gaia e Gianfranco Congiu.

Il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi di Efisio Arbau (La Base), Michele Azara (Idv) e Gavino Sale (iRs): in Consiglio regionale, in quota maggioranza, restano gli Upc Pierfranco Zanchetta e Antonio Gaia insieme a Gianfranco Congiu (Partito dei Sardi). Ma la composizione della massima Assemblea sarda cambia ancora nella fila dell’opposizione: esce Gianni Lampis (Fratelli d’Italia), tuttavia non è detto che a sostituirlo sia il gallurese Giovanni Satta (Uds), ex sindaco di Buddusò. Il nome del 60° consigliere lo deciderà l’Ufficio centrale elettorale, istituito in Corte d’Appello.

Si chiude dunque con un’incertezza l’ennesimo capitolo sul valzer degli onorevoli, un balletto cominciato a luglio 2015, quando Arbau, Azara e Sale persero la poltrona su decisione del Tribunale amministrativo. A prendere il loro posto furono appunto Zanchetta, Gaia e Congiu. Da lì una pioggia di ricorsi con un iniziale reintegro dei primi tre e poi di nuovo la loro decadenza a vantaggio della terna attualmente in carica e che oggi si è salvata nell’ultimo grado di giudizio amministrativo.

Sul fronte della minoranza, sempre per ordine del Tar a luglio 2015 è decaduto il zonafranchista Modesto Fenu. Sulla sua sostituzione decise la Giunta per le elezioni del Consiglio regionale che, in base ai risultati elettorali, integrò Lampis, risultato primo dei non eletti. Ma contro la proclamazione dell’esponente Fdi si è opposto Satta, al quale il 4 novembre scorso i giudici del Tar hanno dato ragione riconoscendo “l’incompetenza della Giunta” a decidere in merito, si legge nella sentenza. Oggi il Consiglio di Stato ha nuovamente dato ragione a Satta, ma ha rinviato all’Ufficio centrale elettorale la proclamazione del 60° consigliere.

La battaglia ruota intorno ai resti. E sono i voti che rimangono al netto del quoziente elettorale, ovvero le preferenze che permettono a un partito di entrare nella ripartizione dei seggi. Alle Regionali del 2014, la soglia minima era di 8mila voti per la minoranza e 12mila per la coalizione di governo. Lampis sostiene che i Fratelli d’Italia siano in vantaggio rispetto all’Uds, opposta la posizione di Satta. Tanto che Antonio Nicolini, legale dell’ex sindaco di Buddusò, chiederà alla presidenza dell’Assemblea l’immediata proclamazione del proprio assistito. L’avvocato ritiene  infatti che Tar e Consiglio di Stato abbiano accolto anche la parte del ricorso in cui si chiedeva la sostituzione con Lampis. Nel palazzo di via Roma, invece, sembrano concordi nel sostenere che Satta non abbia diritto a essere integrato senza che si pronunci prima l’Ufficio centrale elettorale. Nel frattempo l’Aula tornerà a lavorare a ranghi ridotti, con una composizione a 59 anziché a 60.

Questa mattina i giudici amministrativi hanno anche deciso sul ricorso del vendoliano Giuseppe Dessena, capo di gabinetto dell’assessore alla Pubblica istruzione, Claudia Firino. Dessena, candidato con Sel nel collegio di Nuoro, sosteneva che spettasse a lui il posto di Congiu. Invece il massimo organo della giustizia amministrativa gli ha dato torto, sempre in base al calcolo del quoziente elettorale e dei cosiddetti resti. Per Sel sfuma così la possibilità di arrivare a cinque consiglieri, dopo i quattro eletti Francesco AgusDaniele Secondo Cocco, Eugenio Lai e Luca Pizzuto. Oggi, infine, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso di Giampaolo Diana che, sempre in basa al calcolo dei resti, riteneva di dover entrare nell’Aula di via Roma al posto di Gaia. Diana sarebbe diventato il 19° consigliere del Pd.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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