Seggi in bilico, accolta sospensiva: rientrano in Consiglio i 4 decaduti

Rientreranno in Aula i quattro consiglieri regionali dichiarati decaduti dal Consiglio di Stato, lo scorso 21 luglio. Lo ha deciso oggi un altro collegio di giudici amministrativi accogliendo la richiesta di sospensiva presentata da due degli esclusi, Efisio Arbau (La Base) e Modesto Fenu (Zona Franca), attraverso gli avvocati Benedetto e Francesco Ballero. A tornare nei banchi dell’Assemblea sono anche Michele Azara (Idv) e Gavino Sale (Irs). L’udienza di merito in camera di consiglio è stata fissata per il 26 agosto.

Dunque si consuma il più paradossale degli epiloghi nel palazzo di via Roma: dopo la paralisi amministrative seguita alla sentenza del Consiglio di Stato e il parere chiesto a tempo di record al costituzionalista Massimo Luciani per capire come procedere con le surroghe dei decaduti, ecco che i giudici amministrativi riammettono in Aula gli esclusi.

L’ipotesi è sempre stata presa in considerazione nei giorni scorsi, ma più come un colpo di scena, quasi un caso di fantapolitica. Invece è andata proprio così.

La seduta di martedì 4 agosto, che col giuramento dei nuovi consiglieri doveva segnare la ripresa dell’attività amministrativa, si farà comunque. Ma cambia l’ordine del giorno: i lavori si apriranno con la lettura della nuova sentenza da parte del presidente Gianfranco Ganau.

Il problema che nei giorni scorso ha paralizzato l’Aula era legato al fatto che nella sentenza del 21 luglio i giudici amministrativi avevano deciso la decadenza di quattro onorevoli, indicando però solo tre sostituti. Precisamente i ricorrenti Pierfranco Zanchetta (Upc), Antonio Gaia (Upc) e Gianfranco Congiu (Pds), tutti in quota centrosinistra. Tanto che davanti a questa situazione, cioè un’Assemblea formata da 59 onorevoli anziché 60, il costituzionalista Luciani rassicurò Ganau sulla validità delle sedute anche senza plenum.

Nel frattempo, per risolvere la questione del 60° consigliere la Giunta per le elezioni, presieduta dal vendoliano Eugenio Lai, si è riunita due volte, scegliendo alla fine Gianni Lampis (Fdi) come sostituto di Fenu, in quanto primo dei non eletti secondo il verbale dell’Ufficio centrale elettorale. Ma adesso nemmeno questa decisione ha più validità, visto che la richiesta di sospensiva concessa oggi dai giudici amministrativi azzera tutto quello che è successo tra il 21 luglio e ieri, riportato la composizione del Consiglio a quella stabilita nel marzo 2014.

A questo punto, a cascata, finisce su un binario morto pure la possibilità che il Pd rivendichi il 19° seggi. In pole c’era Giampaolo Diana che lo avrebbe potuto prendere a Gaia, stando ai calcoli in mano ai Dem. Invece sfuma pure questa possibilità di nuovo ricorso.

Va infine ricordato che Arbau, Azara, Sale e Fenu erano decaduti in quanto il Consiglio di Stato ha considerato errata la modalità di ripartizione dei seggi. I rispettivi partiti dei consiglieri – La Base, l’Idv, l’iRs e Zona franca – non hanno superato il quoziente, cioè una soglia minima di voti che è diversa per la coalizione che vince e per quella che perde, ma corrisponde a un seggio. Di fatto i giudici amministrativi hanno introdotto uno sbarramento, mentre l’Ufficio centrale elettorale assegnò lo scranno alle quattro forze minori in quanto facenti parte del centrosinistra, lo schieramento vittorioso alle urne del 2014.

LEGGI ANCHE: I consiglieri decaduti e riammessi, Ganau: “L’esclusione era incomprensibile”

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