Caos seggi, c’è la soluzione. Ganau: “Il Consiglio riparte a giorni”

Subito le surroghe dei tre consiglieri indicati dai giudici amministrativi. E con 59 onorevoli (anziché 60) in via Roma riprendono i lavori.

“La settimana prossima convocheremo il Consiglio regionale: si riprende l’attività con la surroga degli onorevoli decaduti e i giuramenti”. Ad annunciarlo, il presidente Gianfranco Ganau che conferma le anticipazioni di Sardinia Post. Il numero uno di via Roma ha convocato alle 17 una conferenza stampa nella quale ha fatto il punto sul caos seggi seguito alla sentenza del Consiglio di Stato. L’impasse, adesso, è superata.

I lavori dell’Aula possono riprendere perché “l’Assemblea potrà riunirsi e deliberare in piena legittimità anche senza plenum, ovvero con 59 consiglieri, come ha chiarito nel proprio parere legale il costituzionalista Massimo Luciani“, spiega Ganau. Questo aspetto è fondamentale, visto che l’Aula può limitarsi a dare esecuzione alla sentenza, assegnando lo scranno ai tre ricorrenti del centrosinistra indicati dagli stessi giudici amministrativi e rinviando a una successiva decisione la surroga del quarto onorevole, stavolta in quota opposizione.

Proprio sul questo seggio, il 60° dell’Aula, domani torna a riunirsi la Giunta per le elezioni, cioè l’organismo cui spetta decidere il percorso da seguire. Lo presiede il vendoliano Eugenio Lai. L’ipotesi più probabile è che si rinvii la questione al Consiglio di Stato, come suggerito dallo stesso Luciani, secondo il quale non è una competenza dell’Assemblea e nemmeno dell’Ufficio centrale elettorale decidere quale consigliere far subentrare, se i giudici amministrativi non lo hanno indicati.

L’Aula dovrebbe essere convocata i primi giorni della prossima settimana, presumibilmente martedì. I tre ricorrenti chiamati a giurare sono Gianfranco Congiu (Partito dei sardi), Antonio Gaia (Upc) e Piefranco Zanchetta (Upc). Hanno invece perso lo scranno Efisio Arbau (La Base), Michele Azara (Idv), Gavino Sale (iRs) e Modesto Fenu (Zona Franca).

Ganau dice: “Ovviamente il fatto che il Consiglio regionale dia esecuzione alla sentenza non esclude la presentazione di ulteriori ricorsi. Ma questo è un problema sul quale non abbiamo competenza, non è una questione amministrativa. La nostra unica priorità è riprendere l’attività dell’Aula, per dare corso ai provvedimenti da approvare”. Ma il Pd, in qualche modo, ha già annunciato l’impugnazione di una delle tre surroghe: i Dem rivendicano il 19° seggio di partito e, stando ai numeri che hanno in mano, Giampaolo Diana dovrebbe entrare al posto di Gaia.

Il presidente del Consiglio si sofferma poi sulla paralisi dell’Aula: “Come sapete tutti, la sentenza è stata un fatto imprevisto. Dal costituzionalista Luciani abbiamo ricevuto ampie rassicurazioni sulla procedura seguita. Ottemperare alla sentenza dei giudici amministrativi è certamente obbligatorio, essendo il dispositivo immediatamente esecutivo. Ma, con identica correttezza, abbiamo sollevato il problema della quarta surroga, visto che la mancata indicazione da parte del Consiglio di Stato”.

Resta il fatto che potrebbe succedere un colpo di scena: nelle prossime quarantotto ore i giudici amministrativi devono esprimersi sulla richiesta di sospensiva presentata da Arbau, tramite i suoi legale Benedetto e Francesco Ballero. Nel caso in cui i giudici dovessero accogliere il ricorso, oltre ad Arbau tornerebbero in Aula anche Azara, Sale e Fenu.

Ganau dice ancora: “Non so mai nascosto di considerare pessima la legge elettorale della Sardegna approvata nella passata legislatura. Va rilevato che il Consiglio di Stato ha in qualche modo reintrodotto gli sbarramenti: i quattro consiglieri sono decaduti perché appartenenti a partiti che, secondo i giudici amministrativi, non dovevano entrare nella ripartizione dei seggi perché non hanno ottenuto il quoziente”. Cioè una soglia minima di preferenze che viene calcolata con una complessa operazione matematica. È diversa per la coalizione che vince e per quella che perde. Alle Regionali del 2014 il quoziente è stato di 8mila voti per la maggioranza e 12mila per l’opposizione.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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