Ospedale al posto dello stadio, Fdi e Fi scaricano Solinas: niente vertice a Villa Devoto

Alessandra Carta

Alle 11,30 a Villa Devoto non è cominciato nulla perché Fratelli d’Italia e Forza Italia non si sono presentati. Ufficialmente per impegni istituzionali dei rispettivi leader, la senatrice Antonella Zedda e il deputato Ugo Cappellacci. Ma tolto il velo delle formalità politiche, la verità è che nel centrodestra è guerra.

A Palazzo, da Solinas, si sarebbe dovuto parlare di ospedali e soprattutto delle molte versioni, a tratti schizofreniche, che il governatore sta dando in questi giorni tra interviste tv e comunicati stampa. Una ridda di promesse che il capo della Giunta ha discusso solo col suo fidato assessore alla Sanità, Carlo Doria, informando la maggioranza solo a cose fatte. Solo che il centrodestra non è un asilo di cui Solinas crede di poter fare da maestrino.

Cappellacci, per l’ennesima volta, ha dato prova di essere implacabile nel restituire gli sgarbi, facendo male doppiamente. E la stessa strategia l’ha usata la Zedda. Siccome Solinas è uno abituato a procrastinare le richieste di convocazione, ecco la decisione degli alleati di disertare il vertice dell’ultima ora convocato dal presidente. Sabato per lunedì mattina, come se tutti fossero a sua disposizione.

Il confronto nel centrodestra è slittato a venerdì. Come dire: Solinas viene messo cinque giorni sulla graticola, anche se domani potrebbe essere già cotto a puntino. Molto dipenderà da cosa si decide in maggioranza. Infatti: in Consiglio regionale è programmata la discussione sulle due mozioni presentate dal centrosinistra e con le quali il dem Cesare Moriconi e il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, chiedono la cancellazione della delibera 19/82, quella del 1° primo giugno dedicata al Piano straordinario di investimenti in sanità.

Troppo anche per il centrodestra, lasciato all’oscuro di tutto. Ma soprattutto: Solinas lo sapeva da mesi che avrebbe approvato quel documento spariglia-carte con lo spostamento del Brotzu e dell’Oncologico a Sant’Elia, al posto del nuovo stadio. Prova ne è il fatto che a febbraio, quando Fausto Piga, capogruppo degli Fdi, presentò l’emendamento coi 50 milioni di co-finanziamento pubblico per costruire il futuro ‘Gigi Riva’, Solinas fece modificare il testo e inserire la struttura sportiva in un Accordo di programma tra Regione e Comune, di fatto bloccando l’investimento. Basti pensare a tutte le opere inserite nell’intesa sono stanziati appena tre milioni di euro per il 2023. Vero che le risorse non sono un ostacolo, l’aumento si può fare in qualunque momento. Il problema è che sono cambiati gli obiettivi di Solinas, che pure non ha il coraggio di ammetterlo pubblicamente.

Con il vertice a Villa Devoto slittato a venerdì, è probabile che domani in Consiglio regionale non si apra alcuna discussione. Solinas sarebbe ancora più in scasso della maggioranza. La quale, se volesse davvero fargli uno sgarbo, potrebbe approvare le due mozioni di Moriconi e Agus, anche senza vertice di maggioranza. Il centrodestra in Regione non gode di ottima salute: i rapporti interni, ormai, sono tesissimi. Solinas non è mai stato un leader. Oggi il generale è stato definitivamente derubricato a vassallo.

Alessandra Carta

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