Finanziaria, il Consiglio vuole più soldi: a rischio l’approvazione a marzo

Domani vertice di maggioranza con Pigliaru. Accordo da trovare anche sul tesoretto da 15 milioni e sul vincolo al Fondo unico per gli enti locali.

L’approvazione della Finanziaria 2016 rischia di slittare ad aprile trascinando la Sardegna verso il quarto mese di esercizio provvisorio: vorrebbe dire spesa ancora in dodicesimi e limitata all’ordinario. E questo, prima di tutto, per via del mancato accordo in maggioranza sui 4,5 milioni che il Consiglio sta chiedendo in aggiunta ai 66 già messi a bilancio dalla Giunta. In ballo c’è anche la destinazione di 15 milioni su cui la decisione spetta all’Aula (ma l’Esecutivo va informato). Da discutere pure l’inserimento un possibile vincolo al Fondo unico per gli Enti locali, con 10 milioni da utilizzare obbligatoriamente per cantieri verdi e lavori socialmente utili.

Non è un ostacolo facile, quello che il centrosinistra è chiamato a superare: tanto che domani alle 15, nel palazzo di via Roma, è programmato un vertice di maggioranza. Parteciperà anche il presidente Francesco Pigliaru e non solo l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, diventato in queste settimane lo sparring partner delle rivendicazioni finanziarie avanzate dall’Assemblea.

Il segnale dei malumori si è materializzato il 25 febbraio col ritiro di tutti gli 800 emendamenti, così come deciso dalla commissione Bilancio, dove la Finanziaria è stata approvata con un voto-lampo prima di arrivare in Aula (il 15 o il 16 marzo). È evidente che si è trattato di una mossa tattica, di un pressing che il Consiglio ha voluto fare sulla Giunta nel tentativo di ottenere i 4,5 milioni in più richiesti. Soldi che comprendono sì il pagamento degli stipendi del personale, ma vanno in netta controtendenza rispetto alla spending review della pubblica amministrazione. Con le maggiori risorse sollecitate, infatti, la spesa totale del palazzo di via Roma salirebbe a 70,5 milioni, pari a 12 milioni in più rispetto al 2015, quando lo stanziamento iniziale era stato di 57 milioni e 831mila. Si arrivò poi a 66 milioni e 31mila euro grazie a un emendamento bipartisan votato dall’Aula. Una forzatura ai conti.

E proprio il fatto che sui 4,5 milioni c’è l’accordo di entrambi gli schieramenti, dà forza al Consiglio. Ma nello stesso tempo maggioranza e opposizione dovranno giustificare la loro richiesta davanti ai sardi: perché in tempi di risorse scarse, si taglia tutto meno che la spesa dell’Assemblea.

Nel vertice di domani il centrosinistra dovrà anche decidere il destino dei 15 milioni di tesoretto (inizialmente erano 12) che il Consiglio ha a disposizione per ulteriori interventi. Nel 2015, su una trattativa simile si era aperto un caso con oltre cinque milioni di contributi a pioggia su cui le associazioni degli Enti locali (Anci Sardegna, Cal, Aiccre e Asel) non avevano mancato di indignarsi (leggi qui cosa era successo). Quest’anno, invece, i sindaci sono mobilitati contro i 10 milioni di possibile vincolo al Fondo unico: la Giunta ha chiesto di destinare la quota alle politiche comunali per il lavoro.

L’accordo è invece trovato da settimane sul resto delle correzioni fatte dal Consiglio sulla manovra: intanto l’azzerato aumento di Irpef e Irap, pari a 70 milioni per il 2016. La cifra è stata coperta grazie alle migliorate performance dei conti pubblici: col disavanzo passato da 1,473 miliardi a 1,247 miliardi, è diminuito di 82 milioni il fondo di garanzia obbligatorio per legge. E appunto: di questi 82  milioni, 70 hanno permesso di riportare le aliquote al livello del 2015, mentre i restanti 12 milioni sono stati messi a disposizione dell’Aula, la quale ne ha avuti in aggiunta altri tre, ricavati da ulteriori tagli.

Risolta anche la questione delle politiche sociali, con 41 nuovi milioni trovati per aumentare la dotazione finanziaria su non autosufficienze, contrasto alle povertà e servizi integrati alla persona. Sul tema era prima intervenuto l’assessore Luigi Arru che, in commissione Bilancio, il 10 febbraio aveva denunciato “la necessità di maggiori risorse“. Una settimana dopo, il 17 febbraio, sulla stessa linea di Arru si sono schierate le associazioni degli Enti locali. Fatto sta che sulle politiche sociali si è arrivati a 304,5 milioni, a fronte di uno stanziamento base di 263,5.

Chiusa pure la partita delle borse di studio per le specializzazioni in medicina. Era stato Giuseppe Frau, medico, dirigente del Pd e consigliere nell’Ordine dei medici di Cagliari, a sollevare il caso: ai 7 milioni messi a bilancio dalla Giunta per i corsisti già iscritti, sono stati aggiunti 800mila euro. Serviranno a finanziare 40 nuovi contratti degli specializzandi. Di cui 24 per i medici, 8 per i veterinari e altrettanti per l’infermieristica.

Nella manovra 2016 ci sono infine 320 milioni di fondi regionali inseriti per avviare il Piano di rientro triennale della sanità: l’obiettivo dell’Esecutivo è azzerare entro il 2018 i 750 milioni di passivo che si sono accumulati negli anni.

Sino a domani in maggioranza nessuno parla. Sullo sfondo restano le dichiarazioni di Paci che nei giorni scorsi è intervenuto sulle correzioni condivise spiegando che “a questo punto non ci sono più grandi risorse disponibili”. L’assessore alla Programmazione, nonché vicepresidente dell’Esecutivo, non ha fatto riferimento ai 4,5 milioni. Ma è chiaro che si è rivolto indirettamente anche all’Assemblea. La quale conta sull’appoggio incondizionato del presidente Gianfranco Ganau che il 23 febbraio, in una conferenza dei capigruppo, si era detto d’accordo sul ritiro di tutti gli emendamenti e aveva proposto di votare solo quello sulle maggiori spese del Consiglio.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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