Finanziaria, i conti degli enti locali: “Taglio di 33 mln alle Politiche sociali”

Il Coordinamento delle autonomie locali – con Anci, Cal, Aiccre e Asel, chiede “il ripristino delle risorse e la riscrittura del sistema del welfare”.

“Nella Finanziaria 2016 c’è un taglio di 33 milioni alle Politiche sociali: Giunta e Consiglio regionale ripristinino le risorse e mettano mano ai meccanismi, perché l’attuale sistema del welfare non garantisce le fasce più deboli”. È il coordinamento delle autonomie locali (Anci, Cal, Aiccre, Asel) a lanciare il doppio invito alla politica, adesso che sulla nuova Manovra si è aperto il confronto nella massima assemblea sarda.

Ai 33 milioni in meno stanziati per il 2016 si arriva sommando “i 5 tolti alle non autosufficenze più altri 5 non messi a bilancio sugli handicap gravi – spiega Pier Sandro Scano, presidente di Anci Sardegna -. Le leggi di settore hanno perso 17 milioni, 4 sono stati levati ai Plus (Piani provinciali) e altri 2 alle politiche per l’integrazione sociosanitaria”.

La posizione del Coordinamento richiama la protesta dell’assessore Luigi Arru che, qualche giorno fa sentito in audizione in commissione Bilancio per la Finanziaria 2016, ha lamentato il taglio delle risorse. Quelle stesse elencate oggi dalle associazioni degli Enti locali. Ma Scano fa sapere che “a noi non interessano le questioni e gli equilibri politici, stiamo parlando a nome di tutti i Comuni, di destra e di sinistra”.

Quanto alla riforma chiesta alla Regione, il presidente di Anci spiega: “In Sardegna la spesa procapite per i servizi sociali è di 229 euro contro i 117 di media nazionale e i 51 del Sud Italia. Ma a fronte di un costo così alto che ci colloca al quarto posto dopo il Trentino, la Valle d’Aosta e il Friuli, non esiste un monitoraggio sugli interventi e sulle prestazioni erogate. Nella nostra Isola – va avanti Scano a nome del Coordinamento – non si sa chi prende cosa. Ci risultano doppioni nell’attribuzione dei sussidi e, soprattutto, l’assegnazione delle risorse non avviene in base al reddito. Questo è un meccanismo irresponsabile e inefficace che va rivisto quanto prima: noi siamo pronti a sederci da subito intorno a un tavolo per riformare il sistema”.

Nella Manovra 2016 il capitolo delle Politiche sociali “passa dai 292 milioni del 2015 ai 263.500 stanziati per quest’anno dalla Giunta”. E a domanda precisa sul fatto che nel complesso l’assessorato alla Sanità abbia ottenuto 420 milioni in più rispetto al 2015, il Coordinamento dice: “Vero che la finanza pubblica è in crisi. Ma se i 420 milioni in più vengono utilizzati per pagare gli sprechi, non è un problema nostro: a noi interessa garantire il diritto all’assistenza, specie per le persone con i redditi più bassi”.

Tore Sanna, numero uno dell’Aiccre, spinge perché “contestualmente alla riforma del welfare vengano ridefiniti i poteri degli enti locali, oggi ridotti al ruolo di passacarte. Invece le politiche sociali devono essere coordinate dai Comuni”. Stesso discorso per Rodolfo Cancedda, presidente di Asel che dice: “La legge che ha cancellato le nuove Province e dato un novo assetto al sistema delle autonomie è stata solo un primo tassello di una più ampia riorganizzazione delle competenze, ancora tutta da costruire”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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