Fdi e Fi contro Solinas. Poi la chat Psd’Az: “Serve unica voce con la stampa”. E salta l’Aula

Alessandra Carta

C’è un non so che di preoccupazione nella maggioranza in crisi, dove Fratelli d’Italia e Forza Italia, uniti come non mai, ieri hanno fatto ballare il presidente Christian Solinas disertando il vertice di maggioranza convocato all’improvviso dal presidente. La nuova riunione è stata ri-fissata per venerdì. A quel punto, visto che all’ordine del giorno c’erano le mozioni di Progressisti e Pd sui stadio e ospedali, è saltata pure la seduta del Consiglio regionale programmata per oggi. Poi in serata il messaggio in chat fatto partite da Giovanni Satta, il sardista che sta provando a giocare da paciere: “Serve avere un’unica voce con la stampa”, ha detto nell’audio circolato su WhatsApp.

Satta è stato preso talmente sul serio che il messaggio è finito pure sui telefoni dei giornalisti. L’onorevole dei Quattro Mori ha parlato per conto del presidente, ma solo alla fine si capisce che il riferimento è a Michele Pais, il capo dell’Aula e non il governatore Solinas. Dice Satta: “Fermo restando che venerdì ci sarà la riunione di maggioranza con i segretari regionali e i coordinatori dei partiti, domani (oggi, ndr) onde cercare di capire il nostro futuro o meglio cosa dobbiamo fare questa settimana e avere un’unica voce anche con la stampa su quello che faremo, il presidente ci vuole incontrare. Quindi verso le 18,30 in ufficio di presidenza da Pais, chi può venire, è importante che venga”.

Ora: se ci siano frizioni tra Pais e Solinas, non è dato saperlo. Non fosse altro che il primo vero sgambetto al governatore l’ha dato proprio la maggioranza in Consiglio regionale, quando la settimana scorsa nella conferenza dei capigruppo guidata da Pais è stato deciso di mettere come primo e unico punto all’ordine del giorno la discussione delle due mozioni presentate da Francesco Agus e Cesare Moriconi. Obiettivo: cancellare la delibera 19/82, quella che il 1° giugno ha reso pubblici i piani di Solinas e dell’assessore Carlo Doria sulla sanità. Ovvero un pacchetto di investimenti taciuti agli alleati e che includono lo spostamento del Brotzu e dell’Oncologico a Sant’Elia, al posto dello stadio. Una strategia, questa, che è stata il colpo di grazia al centrodestra ai ferri corti da tempo.

L’asse tra Fdi e Forza Italia non è da sottovalutare: i due partiti contano insieme dieci voti. I Fratelli d’Italia sono Fausto Spano, Antonio Mundula, Sara Canu, Annalisa Manca e Ignazio Tatti. I berlusconiani, guidati in aula da Angelo Cocciu, hanno nelle proprie fila Emanuele Cera, Giuseppe Talanas, Marco Tedde e Alessandra Zedda. Non si conoscono le opinioni di tutti. Ma quando su queste cose il coordinatore Ugo Cappellacci decide la linea del partito, non ci sono sorprese. Si aggiunga che il capo degli azzurri ha concordato tutto con Antonella Zedda, la senatrice che nell’Isola guida il partito di Giorgia Meloni. E la scelta di dare buca a Solinas nel vertice di ieri voleva proprio essere una lezione al governatore. Non fosse altro che Solinas, quando si tratta di aprire il confronto con gli alleati, rifila pacchi per abitudine. Era ovvio che ieri gli hanno restituito lo sgarbo con gli interessi.

La vera preoccupazione di Solinas non sono solo i dieci voti di Fdi e Azzurri, ma i 13 che possono spezzargli le gambe, politicamente parlando, in Aula. Infatti: ai Fratelli d’Italia e a Forza Italia vanno aggiunti l’ex berlusconiano del Psd’Az, Stefano Schirru, la fondatrice di Idea Sardegna, Carla Cuccu, e il leader di Sardegna 20venti, Stefano Tunis. Praticamente Solinas rischia di non toccare più palla sino alla fine della legislatura, senza che la Lega possa fare assolutamente nulla. E Pais, che del Carroccio è il coordinatore sardo, lo sa benissimo.

Quando si parla di ospedali e stadio, ci si riferisce al fatto che Solinas non sta dando al Comune di Cagliari i soldi per fare i lavori del nuovo Sant’Elia, da intitolare a Gigi Riva. Si tratta di 50 milioni che la Regione promette da tempo. È il co-finanziamento pubblico, a cui il Municipio aggiungerà i 10 milioni che servono giusto per abbattere il vecchio stadio. Solinas lo sa almeno da febbraio che lì vuole fare trasferire Brotzu e Oncologico, visto che sotto Carnevale, durante la discussione della Finanziaria 23023 in Aula, aveva imposto l’emendamento con l’Accordo di programma tra Regione e Comune. Passati quattro mesi da quella modifica al documento finanziario, si è capito tutto: era una presa in giro a Cagliari, ai tifosi, al sindaco Paolo Truzzu e a chi ha creduto nella bontà di un’intesa, invece pensata per far saltare il progetto della struttura sportiva.

Solo che a Solinas, sinora, è riuscito incassare solo il primo round. Cioè arrivare alla delibiera 19/82 con la quale ha dovuto rendere pubblici i propri piani. Poi si è dovuto fermare. Meglio: Fratrelli d’Italia e Forza Italia lo hanno messo nell’angolo nella maniera più plateale possibile: sedie lasciate vuote al vertice di maggioranza. E la crisi sembra solo agli inizi.

Alessandra Carta

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