Asl da commissariare, entro Natale 38 nomine

Pd e alleati si preparano a mandare a casa i manager nominati cinque anni fa dal centrodestra: entro il 17 dicembre vanno fatte 38 nomine.

Il centrosinistra si prepara a prendere in mano le Asl sarde: entro il 17 dicembre la maggioranza al governo dell’Isola deve fare 38 nomine, di cui 33 nelle aziende sanitarie e cinque all’Istituto zooprofilattico. Tutto è scritto nella legge 23 approvata dal Consiglio regionale il 17 novembre scorso, a chiusura di un percorso cominciato a giugno e che in più di una occasione ha diviso Pd e alleati. Perfino in Giunta c’erano state frizioni tra il presidente, Francesco Pigliaru, e l’assessore alla Sanità, Luigi Arru. Di certo, con le 38 nomine si compie la cacciata del management scelto cinque anni fa dal centrodestra, quello che ha fatto schizzare alle stelle il costo delle Asl, sino alle bacchettate della Corte dei Conti.

Le regole per le 38 nomine sono messe nero su bianco agli articoli 9 e 10 della legge 23, a cominciare dagli 11 commissari straordinari. I quali, formalmente, vanno decisi dall’Esecutivo, ma saranno i partiti a dare le indicazioni. L’orientamento è uno: il Pd, la forza leader della maggioranza, sceglierà la metà delle caselle. Il resto sarà appannaggio delle forze alleate. Su tutte, Sel, Rosso Mori, Partito dei Sardi, Centro Democratico e Sinistra Unita che alle Regionali dello scorso 16 febbraio hanno superato il 2 per cento. Sotto soglia, ma sempre dentro la coalizione, anche Upc, Verdi-Idv, La Base, Psi e iRs.

Insomma, come in ogni spoil system, la politica conterà nella scelta dei manager. Ma anche il governatore ha già detto la sua: come per la squadra di governo, pure sulle Asl comanderà il metodo Pigliaru. Ovvero, saranno il presidente e gli assessori ad avere l’ultima parola sulle nomine. Del resto, l’obiettivo della legge 23 è tagliare gli sprechi per dirottare le risorse su altre priorità economiche, specie adesso che la Regione non dovrà più rispettare il patto di stabilità, ma limitarsi al solo pareggio di bilancio. E la sanità, attualmente, vale il 50 per cento del bilancio, quindi oltre 3 miliardi di euro.

Ecco poi i 22 dirigenti delle Asl che, materialmente, devono essere scelti dai commissari straordinari con funzioni da direttore amministrativo e sanitario. Ma anche in questo caso i partiti daranno le loro indicazioni.

Quanto ai paletti strettamente normativi, i manager della sanità devono essere “nominati d’intesa con i competenti rettori delle università”, si legge al comma 4 dell’articolo 9, e andranno “scelti tra i dirigenti in servizio nella pubblica amministrazione, con qualificate e comprovate professionalità ed esperienza di gestione di strutture in ambito socio-sanitario”. Ovvero per aspirare all’incarico è necessario “essere inseriti nell’apposito elenco regionale”.

Quindi niente pensionati alle guida delle Asl. L’incarico, per tutti, durerà “quattro mesi e potrà essere rinnovato una sola volta”. Ma “entro 90 giorni dall’insediamento, va predisposto un piano di riorganizzazione dei servizi sanitari” in base agli obiettivi della legge 17. E le novità sono gli ospedali di comunità e le case della salute nei centri più piccoli, più l’Areu, cioè la nuova Azienda del 118. Quest’ultima, in ogni caso, sarà attiva solo quando, contestualmente al riordino degli enti locali quindi alla cancellazione delle Province, verrà tagliato anche il numero delle Asl territoriali. E con molta probabilità passeranno da 8 a 4. Resteranno invece in piedi le due Aziende ospedaliere di Cagliari e Sassari più il Berotzu,

Infine l’Istituto zooprofilattico (articolo 10) a completare il walzer delle 38 nomine. Negli uffici di Sassari vanno rinnovati il Cda da 2 e nominati i tre manager. Cioè direttore generale, amministrativo e sanitario. Insomma, entro Natale l’assistenza ospedaliera sarda cambia colore.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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