La partita (in salita) dei 72 centesimi: l’accordo sul latte sempre più a rischio

Si fa sempre più in salita la strada che dovrebbe portare all’accordo sul prezzo del latte: dopo la Coldiretti, anche Confagricoltura, Cia e Copagri – le altre tre associazioni di categoria – bollano come “insoddisfacente” la bozza di intesa firmata sabato scorso in Prefettura a Cagliari. Il documento prevede un prezzo minimo di 72 centesimi a partire da febbraio e poi due verifiche sul mercato, a maggior e a novembre, per capire se e di quanto il prezzo può essere aumentato.

Ma è proprio questo il nodo: a fronte di una quantificazione certa delle risorse destinate agli industriali – lo stanziamento previsto è di 49 milioni -, per i pastori l’unica cosa sicura sono i dodici centesimi in più, dagli attuali 60 a 72. E gli allevatori temono che tutto si risolva in una bolla di sapone: prezzo del latte inchiodato su una soglia bassa e il massimo delle tutele per i caseifici.

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Nella bozza di accordo sottoscritta a Cagliari, l’aumento del prezzo del latte è infatti solo una griglia di ipotesi. Se per caso non dovessero sortire effetti  49 milioni da usare per pagare le scorte non vendute di pecorino romano, i pastori non andrebbero a incassare più di 72 centesimi. La preoccupazione è diffusa: domenica uno dei video più cliccati sulla Facebook è stato quello del pastore Giovanni Chillocci che, in cinque minuti, ha spiegato esattamente questa perplessità.

Confagricoltura, Cia e Copagri si sono riunite stamattina e hanno sottoscritto un documento unitario, nel quale non chiudono al confronto, anzi, ma rivendicano un aumento del prezzo, seppure senza indicare la cifra. L’obiettivo degli allevatori è arrivare a un euro. Spiegano ancora dalle tre associazioni di categoria: “Bisogna raggiungere una giusta remunerazione e avviare contestualmente gli interventi strutturali utili a riformare il sistema”. Quindi una sottolineatura: “Continueranno a batterci per difendere il prezzo del latte anche attraverso l’impegno dei nostri organismi nazionali,  affinché questa vertenza ottenga i risultati sperati”.

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Il 21 è previsto a Roma un nuovo tavolo. Come sempre insieme a pastori e industriali ci saranno Governo e Regione. Per la Giunta, ieri, ha parlato l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, che ha parlato dei 72 centesimi come “del prezzo minimo“, in attesa di arrivare “a oltre un euro”. Gli allevatori chiedono però che la griglia sull’aumento del prezzo venga messa nero su bianco. Ma questo, al momento, non è successo.

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