“Un euro più Iva al litro” contro i 60 che vengono pagati attualmente. È questo il prezzo del latte su cui i pastori sardi, in rivolta in tutta l’Isola, hanno deciso di chiedere. Questa mattina lo ha ufficializzato su Facebook Gianuario Falchi, uno degli allevatori che da sabato è in presidio davanti al caseificio dei Pinna, a Thiesi.
Oggi è il quinto giorno di lotta, cominciata giovedì 7 quando i primi pastori hanno cominciato a buttare il latte in strada per dimostrare, appunto, che “meglio disfarsene piuttosto che pagarlo 60 centesimi”. Venerdì sono cominciati anche i blocchi delle strade, con la statale 131 che è stata la prima ad essere simbolicamente occupata, all’altezza di Abbasanta, davanti alla stazione di servizio.
Mercoledì c’è il tavolo in Regione: il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore all’Agricoltura, Pier Luigi Caria, hanno invitato i pastori sardi ad abbandonare la lotta e partecipare. Ma al momento non si conoscono i margini di manovra. Coldiretti già sabato ha annunciato che non prenderà parte alla trattativa. Ma a due giorni dall’appuntamento è difficile prevedere cosa può succedere.
Proprio nel giorno della richiesta ufficializzata sul prezzo del latte, un imprenditore caseario di Thiesi, Paolo Mannoni, ha spiegato, sempre su facebook, perché “non è possibile pagare più di 60 centesimi“.