Latte, Coldiretti chiude al nuovo tavolo. I pastori: “Niente sconti per nessuno”

La Coldiretti Sardegna non parteciperà al tavolo del latte con la Regione, convocato per mercoledì prossimo. Lo ha annunciato l’associazione in una nota arrivata al termine della seconda giornata di proteste dei pastori. “Da fine settembre abbiamo posto in particolare evidenza la gravosa situazione dei pastori della Sardegna paventata da un possibile prezzo del latte di 0,60 euro al litro. Fino all’ultimo abbiamo cercato di mediare qualsiasi possibilità di modifica del prezzo proposto non solo per i pastori, ma per tutta la filiera. Abbiamo tentato ripetutamente di convincere la trasformazione industriale a dare una maggiore remunerazione al latte di pecora. Anche giovedì scorso ci siamo appellati pubblicamente attraverso i media ad una possibile chiusura della trattativa, evidenziando una situazione esplosiva nelle campagne. A più riprese nel tavolo abbiamo spiegato che non sarebbe stato più possibile rinviare la decisione sul prezzo offerto, avendo come contropartita un ulteriore rimando a sei giorni. Per tutto questo per Coldiretti Sardegna non ci sono più le condizioni per sedersi ad un tavolo con chi fino all’ultimo è rimasto sordo e indifferente alle proposte avanzate per dare risposte al dramma dei pastori”.

La nota è arrivata al termine di una giornata di tensione, durante la quale l’Isola è stata tempestata di presidi. Piccoli e grandi gruppi di pastori in tutte le zone dell’Isola hanno protestato per il prezzo del latte, nei giorni caldi dei tavoli alla Regione, in piena campagna elettorale e con i ministri che fanno avanti e indietro da oltre Tirreno. Così gli allevatori hanno deciso di bloccare le strade di tutta l’Isola (nella foto Ansa lo stop al traffico lungo la 131). Una delegazione si è presentata anche ad Assemini, dove si allena il Cagliari calcio,  per chiedere ai calciatori di non giocare la partita di domani col Milan in segno di solidarietà verso la loro protesta. Alcuni giocatori  hanno rovesciato con un gesto dimostrativo alcuni bidoni portati davanti al centro d’allenamento.

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Centinaia di pastori hanno raggiunto il caseificio dei fratelli Pinna a Thiesi e manifestato davanti allo stabilimento e agli uffici dell’azienda, scagliando il latte contro i muri perimetrali e le vetrate, sfondate da alcuni contestatori con dei bidoni da 50 litri svuotati poi all’interno degli uffici. Poco prima i pastori avevano bloccato una cisterna lungo la strada, a poche centinaia di metri dal caseificio, sversando sull’asfalto 30mila litri di latte. Sul posto sono intervenuti polizia e carabinieri in assetto antisommossa.

Questa mattina si potevano incrociare sulle arterie dell’Isola autocisterne per il latte (piene o vuote) che viaggiavano con la scorta delle forze dell’ordine. Anche quelle sbarcate questa mattina da Golfo Aranci, probabilmente dirette in qualche azienda sarda per il rifornimento, sono accompagnate da uno spiegamento di auto con le sirene lampeggianti.

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“Riteniamo che questo sia il risultato delle scellerate politiche che abbiamo sempre combattuto, portate avanti dai trasformatori, dai commercianti di carne e dalla burocrazia che non ci ha mai tutelato e ha distrutto le nostre sicurezze. Oggi, questa guerra la facciamo con l’unica certezza che ci rimane: il nostro latte”, si legge in una nota diffusa dal Movimento Pastori Sardi, che precisa: “Nelle strade non c’è il Mps ma tutti i pastori uniti della Sardegna, che non rispondono a questa o a quella sigla, a questo o a quel partito, con un unico grande obiettivo: ridare dignità al nostro lavoro, ritornare ad essere padroni del nostro prodotto. Non ci saranno sconti per nessuno, pretendiamo la serenità delle nostre campagne e per questo, anche con dolore, lasciamo a casa gli scrupoli e continuiamo a perseguire un sogno che ha sapore di dignità e libertà”.

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