“Visto lo stato di crisi in cui attualmente versa il sistema ovicaprino sardo e l’estrema instabilità del mercato che sta causando gravi danni a tutta la filiera e in primis ai produttori della materia prima, i Consorzi di tutela del pecorino sardo e del fiore sardo, e le aziende che li compongono, rivolgono innanzitutto un appello a tutti gli attori della filiera affinché vengano ritrovate al più presto la serenità e la lucidità necessarie per riprendere il dialogo e aprire la strada ad un confronto costruttivo e non sterile”. È quanto si legge in una nota congiunta dei due consorzi.
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“Allo stesso tempo sentono di dover intervenire sulla questione con una voce univoca per fare chiarezza sul ruolo e le sfide non certo facili a cui sono chiamati. Tutti i consorzi di tutela hanno il dovere di valorizzare, promuovere e difendere ad ogni livello il prodotto rappresentato. È altrettanto noto che il principale punto di forza delle Dop casearie sarde, la cui produzione deve obbligatoriamente avvenire all’interno della zona di origine, sia la materia prima ovverosia il latte ovino prodotto dagli allevamenti della Sardegna in condizioni ambientali e climatiche che non hanno uguali nel resto del mondo e che pertanto rendono i nostri formaggi unici e inimitabili. Tutti i nostri piani di comunicazione sono sempre partiti da questo assunto e dallo scorso anno stiamo realizzando un progetto di promozione finalizzato proprio a far conoscere e apprezzare i formaggi Dop della Sardegna in Italia, in Europa e negli Usa. Anche questo è un segnale importante di cambiamento e rinnovamento che fa assolutamente ben sperare in risultati importanti nel medio e lungo periodo. Ora, da mesi anche i nostri consorzi di tutela, sotto il coordinamento della Regione Sardegna, stanno lavorando all’interno del tavolo ovino per elaborare una strategia condivisa che dia non solo risposte immediate ai problemi contingenti ma che sia in grado di rimuovere i tanti punti di debolezza del settore e valorizzare contestualmente i suoi indiscutibili punti di forza. L’obiettivo è certamente molto ambizioso e richiede lavoro, pazienza, mediazione, tempo, ma noi siamo certi che con la collaborazione di tutti e il dialogo sarà realmente possibile fare di un patto di filiera approvato e condiviso da tutti il punto di partenza di un nuovo corso”.
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