È diventato Thiesi il cuore della protesta per il prezzo del latte. Oggi, per il quinto giorno, i pastori sardi continuano a manifestare in tutta l’Isola. Ma è nel Comune del Sassarese, dove ha sede il caseificio dei fratelli Pinna, che si è costituito lo zoccolo duro della lotta. Così da sabato, quando è cominciato ‘l’assalto’ allo stabilimento per fermare i camion cisterna in arriva.
Gianuario Falchi, allevatore in presidio davanti allo stabilimento di Thiesi e che su Facebook amministra il gruppo ‘Pastori di Sardegna’, annuncia che “non abbiamo alcuna intenzione di indietreggiare di un millimetro, sino a quando non ci pagheranno il latte a un euro più Iva“. Falchi lamenta il fatto che “i fratelli Pinna ci stanno mettendo contro il paese, i residenti ci accusano di disturbare, la verità è che ci stanno criminalizzando. Noi non cediamo alle provocazioni. E soprattutto i pastori non mollano. Chi può, venga a Thiesi”.
Ieri l’appello più duro lanciato dai pastori che si sono detti pronti a “bloccare le elezioni del 24 febbraio“. Intanto c’è attesa per il tavolo di mercoledì in Regione, alla presenza del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore all’Agricoltura, Pier Luigi Caria, che ieri hanno invitato i pastori a non disertare l’appuntamento. “Stabiliamo un prezzo del latte secondo criteri tecnico-economici fissi“.
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