Solinas, il fazzoletto e le lacrime per gli operai: scenari dietro la nuova comunicazione

Alessandra Carta

Christian Solinas ha cambiato comunicazione. Il presidente della Regione, la cui avversione per gli incontri pubblici è andata in crescendo in questi quattro anni di legislatura, ieri ha deciso di esserci. Di partecipare. E così, col suo entourage al seguito, è andato sino a San Gavino per incontrare i lavoratori della Glencore, l’azienda anglo-svizzera che nel capoluogo del Medio Campidano ha una linea di lavorazione del piombo sempre più vicina alla chiusura. Così, almeno, sembra.

Insieme a Solinas c’era intanto il consulente con lui indagato e sospeso dalla massoneria, Christian Stevelli, accusato ugualmente di corruzione nell’ambito dell’inchiesta sulla laurea albanese e honoris causa in Medicina (leggi qui). Poi dalle immagine inviate a tutte le redazioni si vedono il capo ufficio stampa, Ignazio Artizzu, e uno dei segretari, Antonello Carboni. Dalla Regione ieri hanno diffuso due video: sono quasi venti minuti di riprese che immortalano l’arrivo del governatore e l’incontro nell’aula municipale accanto al sindaco Carlo Tomasi.

“La mia presenza di oggi non è formale”, ha esordito Solinas. Poi, in un altro passaggio, rivolgendosi all’aperto a una parte degli operai, presumibilmente dopo all’incontro avvenuto in Comune, dice: “I vostri colleghi mi hanno aperto i loro cuori”. Proprio da quest’ultimo appuntamento al chiuso, L’Unione Sarda ha estrapolato il momento in cui il governatore porta agli occhi un fazzoletto di carta tenuto per tutto il tempo accanto al microfono.

Sembra di vedere un filo rosso in questa narrazione, di cui viene esaltato l’aspetto emotivo come non era mai accaduto prima: è da qualche giorno che il quotidiano di Cagliari, un giornale amico di Solinas, sta rilanciando la notizia della sua possibile ricandidatura. La circostanza sorprende, visto che negli ultimi mesi anche la testata dell’editore Sergio Zuncheddu dava sempre più spazio alle rivendicazioni dei Fratelli d’Italia sulla scelta della leadership alle Regionali del 2024. La frenata era pesante alle ambizioni del governatore sardista. Così, anche a febbraio, come hanno ribadito la senatrice e coordinatrice regionale, Antonella Zedda (leggi qui) e il deputato Giovanni Donzelli (leggi qui). Non solo: a fine 2022 lo stesso Solinas, quando a Palazzo fece una conferenza stampa per presentare la nuova Giunta, non confermò l’intenzione di presentarsi di nuovo alle urne (leggi qui).

Solinas commosso nella foto de L’Unione Sarda

Adesso il film è cambiato. L’Unione Sarda sta rilanciando la corsa bis di Solinas e l’ufficio stampa è al lavoro per diffondere l’immagine di un presidente dal cuore grande. Di più: oggi il giornale di Cagliari ha anche pubblicato la notizia di possibile liste uniche tra Psd’Az e Lega alle Regionali del prossimo anno. In realtà Solinas avrebbe il dovere di fare i conti con le indagini a suo carico: è a processo per abuso d’ufficio nella nomina di due Dg (leggi qui), un reato che vale la sospensione dall’incarico istituzionale anche in caso di condanna in primo grado, come prevede la legge Severino sull’anticorruzione. Per la Sardegna significherebbe tornare alle urne. È la stessa situazione che nel 2014 obbligò al passo indietro Francesca Barracciu, allora accusata di peculato nell’ambito dell’inchiesta sui fondi ai gruppi (leggi qui).

Per provare a fare chiarezza in questa narrazione che sembra sartoriale e per ora senza alcun riscontro da parte dei partiti alleati, Sardinia Post ha contattato la senatrice Zedda che, però, non ha aggiunto né tolto nulla. “Non è un argomento che mi appassiona ha detto al nostro giornale -. Sono molto più interessata alla risoluzioni delle crisi e alle proposte per il futuro”. Quindi una seconda sottolineatura: “Non ho nulla da dichiarare di nuovo“.

Considerando che alla Zedda spetterà sedersi al tavolo, perché da coordinatrice sarà lei a dover seguire lei la trattativa per le Regionali 2024, la mancata risposta sulle mosse di Solinas può significare due cose. Diverse ma con uno stesso epilogo: o Fdi non vuole ancora incrinare il rapporto col presidente e screditarlo già da ora, oppure dal partito di Giorgia Meloni preferiscono lasciarlo illudere perché tanto nulla è deciso. Del resto le Regionali sarde del 2024 rientrano in un ragionamento complessivo all’interno del centrodestra nazionale.

A Solinas dovrebbe preoccupare anche il silenzio di Ugo Cappellacci, il deputato e coordinatore di Forza Italia che a fine febbraio ha lasciato anzitempo Villa Devoto, dove era in programma un vertice di maggioranza. Solinas, in quell’occasione, costrinse gli alleati a fare anticamera e Cappellacci lo mandò letteralmente al diavolo, non senza sottolineare: “C’è da fare una messa a punto e dare quella accelerata di cui stiamo parlando da tempo ma che ancora non si è vista”. È difficile che Forza Italia, da secondo partito del centrodestra sardo qual è, accetti supinamente le condizioni dettate dal presidente sardista. Non solo: Cappellacci è campione di strategie politiche, già in qualche altra occasione (vedi il rimpasto di novembre) ha servito il piattino a Solinas. Il quale, a questo punto, non si dovrebbe allarmare più per le dichiarazioni degli alleati ma per la loro decisione di lasciarlo fare. Per ora.

Il governatore, sempre attraverso le pagine amiche de L’Unione Sarda, oggi ha rilanciato l’ipotesi di un voto anticipato in autunno, quindi a fine 2023, anziché aspettare febbraio 2024. La sensazione è che neppure tutta la Lega sappia di questa possibilità. È evidente che Solinas stia cercando di alzare il prezzo anche di un proprio eventuale passo indietro: se passa il messaggio che la sua ricandidatura è certa, diventa una conseguenza il fatto che un suo ritiro gli possa meglio garantire di essere riciclato. Per esempio con un incarico a Roma.

Alessandra Carta

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