Da Fdi sfratto a Solinas: “A noi la leadership delle Regionali 2024”. Ma per ora niente nomi

Alessandra Carta

Christian Solinas può considerarsi sfrattato insieme al suo partito, il Psd’Az, e agli alleati della Lega. Non è la prima volta che i Fratelli d’Italia si sbracciano, politicamente parlando, per far capire al governatore sardista l’imminente discesa dalla giostra.

Ieri l’occasione l’ha fornita la conferenza stampa in Consiglio regionale, dove il partito di Giorgia Meloni ha presentato il nuovo gruppo da cinque: le new entry sono due leghiste, Annalisa Manca e Sara Canu, che hanno mollato Matteo Salvini per approdare nel primo partito d’Italia, il più votato anche in Sardegna alle Politiche del 25 settembre 2022.

Ad aprire le danze dello sfratto a Solinas è stata la coordinatrice regionale, la senatrice Antonella Zedda, che ha messo una lunga serie di puntini sulle ì, tutti allineati sul piano del consenso raccolto alle urne e per questo insindacabili da Solinas che, a fronte del 24 per cento raccolto da Fdi cinque mesi fa, ha chiuso la partita elettorale di settembre al 6 per cento e spiccioli. Addirittura in alleanza col Carroccio. Quel risultato, cioè, fa diviso in due.

Noi siamo il primo partito della coalizione sia a livello nazionale che regionale – ha detto la Zedda -, per questo dobbiamo essere la guida del centrodestra in termini di programma che di accordi e progetti”. La senatrice parla di “guida mancata in questi anni perché non c’era un Esecutivo nazionale vicino, tanto che Roma si è dimenticata troppo spesso della Sardegna”.

Tuttavia da Fdi niente nomi sul prossimo candidato governatore che, a ben vedere, Fdi vuole scegliere da forza leader del centrodestra. “Un anno prima è troppo presto, una discussione su quale potrà essere la soluzione migliore per la coalizione. Oggi – ha proseguito la Zedda – c’è la voglia di tracciare tempi e prospettive, vogliamo che il nostro candidato abbia la capacità di attrarre verso di sé non solo chi fa politica ma tutto l’elettorato di centrodestra”.

A domanda precisa sulla possibilità che Solinas incassi la corsa bis, la coordinatrice regionale ha detto che “non per forza devono essere presentati gli uscenti”. È evidente che la Zedda sappia su chi sta puntando il proprio partito ma sta ben attenta a non bruciare nomi. Di certo, tutte le indicazioni date dalla senatrice portano al profilo di un candidato che non è necessariamente un politico. Questo sul fronte degli Fdi, sebbene la corsa sia lunga e non mancano i partiti del centrodestra che vogliono dire la propria.

Alla conferenza stampa c’erano tutti gli eletti Fdi in Sardegna, a cominciare da Salvatore Deidda, al secondo mandato alla Camera, dove presiede la commissione Trasporti. E infatti, senza il timore di offendere Solinas, il deputato ha bacchettato duramente la Giunta sulla gestione della Continuità territoriale. “La Regione Sardegna – ha detto Deidda – avrebbe dovuto fare di più. Avrebbe dovuto capire e non assistere passivamente alla trasformazione del mercato italiano. Bisognava prendere atto che il fallimento di Alitalia e AirItaly ha di fatto cambiato lo scenario: le prime compagnie sono diventate le low cost, alle quali non sempre interessa la Continuità territoriale, mentre sembrano gradite altre forme di incentivi come il co-marketing, perché questo le lascia più libere”. Quindi l’invito a Solinas e alleati a fare una valutazione: si tratta di capire se il vecchio accordo sulle tariffe agevolate, in piedi dall’epoca di Soru con le spese dei trasporti a carico della Sardegna, sia ancora attuale o serve un tavolo Governo-Regione che si rapporti con l’Europa e faccia cambiare quelle norme”.

L’ex assessore all’Ambiente, Gianni Lampis, anche lui approdato a Montecitorio, ha detto: “Le tappe intermedie, ovvero le elezioni amministrative della primavera con i Comuni di Iglesias e Assemini sopra i 15mila abitanti, serviranno a capire quale sarà il perimetro del centrodestra, il punto di partenza che delimiterà il peso delle forze politiche”.

L’ex capogruppo di Fdi in Consiglio regionale, Francesco Mura, ugualmente eletto in Parlamento, ha invece parlato di “nuova autonomia differenziata, di cui la Sardegna sarà protagonista”, ha spiegato. Con una sottolineatura: “Dire che sarà penalizzante per l’Isola è sintomo di un vittimismo che non condividiamo. La nostra Isola non resterà indietro perché i livelli essenziali delle prestazioni saranno garantiti e noi vigileremo affinché non ci siano esclusioni”.

Per tornare sul fronte regionale, la Zedda ha sostenuto l’accordo sottoscritto meno di un mese fa in Algeria proprio dalla Meloni per l’acquisto di metano ma anche idrogeno e ammoniaca. “Quell’intesa metta la Sardegna al centro del Mediterraneo”. Una posizione che certo non ha assunto in questi anni l’Isola targata Solinas, la cui ricandidatura bis è anche improbabile per via del processo per abuso d’ufficio sulle nomine dei Dg Silvia Curto e Pasquale Antonio Belloi. Il reato di cui Solinas è chiamato a rispondere è uno di quelli per cui basta la condanna in primo grado per far scattare la sospensione dell’incarico. Per la Sardegna nel caso in cui il presidente sardista fosse ancora capo della Giunta, significherebbe ritorno alle urne.

Alessandra Carta

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