Solinas a processo rischia di finire come la Barracciu, tutte le analogie tra i due casi

Alessandra Carta

Una tegola. Pesantissima. Il rinvio a giudizio di Christian Solinas rischia di cambiare irrimediabilmente la sua carriera politica, andando a delinare un caso del tutto simile a quello di Francesca Barracciu.

Ma andiamo con ordine. Ieri la gup di Cagliari, Ermengarda Ferrarese, ha deciso di processare il governatore per abuso d’ufficio, accogliendo la richiesta del pm Andrea Vacca. Solinas è accusato dal Pm di aver ‘approfittato’ del proprio ruolo per le nomine di Silvia Curto e Pasquale Antonio Belloi, per i quali a dicembre del 2019 vennero modificati i criteri di selezione attraverso la leggina ‘Salva Dg‘ che allentò le maglie del reclutamento. La Gup ha ritenuto che ci sono elementi per sostenere in giudizio tale presunta colpevolezza.

Il processo contro Solinas comincia il 15 dicembre del 2022 e rischia di non essere concluso a febbraio 2024, quando la Sardegna torna alle urne per scegliere il nuovo governatore. Per via della legge Severino sull’anticorruzione, l’abuso d’ufficio, in caso di condanna, anche in primo grado, comporta la sospensione dall’incarico per tutta la durata della condanna e quindi lo scioglimento anticipato del Consiglio.

Sul lato pratico – e qui c’è l’analogia tra Solinas e Barracciu – se il presidente sardista venisse ricandidato alle Regionali del 2024, le vincesse ma qualche tempo dopo finisse condannato, non potrebbe più restare al proprio posto e farebbe andare l’Isola a nuove elezioni.

La Barracciu, tra fine 2013 e inizio 2014, perse il diritto alla candidatura, malgrado la vittoria alle Primarie del centrosinistra, proprio perché una sua eventuale condanna avrebbe comportato uno scenario identico a quello che si prospetta per Solinas. La Barracciu era accusata di peculato, Solinas deve rispondere invece di abuso d’ufficio (articolo 323 del Codice penale). Ma per la legge Severino entrambi i capi d’imputazione sono motivo di decadenza.

Il rinvio a giudizio di Solinas complica non poco la sua già difficile congiuntura politica. Come raccontato da Sardinia Post all’indomani delle elezioni che hanno consacrato i Fratelli d’Italia primo partito del Paese, in ambienti politici regionali si è parlato della possibilità che gli Fdi mettano il cappello sulla prossima candidatura, magari indicando il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu.

Con Solinas rinviato a giudizio, si moltiplicano le possibilità che non venga riproposto dal centrodestra alle Regionali del 2024, perché l’avere un processo aperto è un punto di debolezza per un candidato, pur col massimo del garantismo e riconoscendo la presunzione di innocenza sino all’ultimo grado di giudizio. Il rischio di far finire tutti a casa non è un punto a favore di Solinas, così come non lo fu per la Barracciu. In più il presidente sardista non ha dalla nemmeno i sondaggi: al momento è penultimo in Italia per gradimento, come nella classifica che stila ogni anno Il Sole 24Ore.

Sulla sospensione prevista dalla Severino in caso di condanna in primo grado per abuso d’ufficio, come stabilito dall’articolo 8, i tentativi di modifica non sono mai mancati. Ma la legge non solo è sempre in vigore, ma ha superato indenne pure la tagliola della Consulta che ha respinto la richiesta di abrogazione. Uno scenario nero per Solinas che con la Lega in caduta di consensi a livello nazionale (e non solo nell’Isola), non può certo sperare di essere ‘riciclato’ a Roma. A maggior ragione con un rinvio a giudizio appena incassato.

La delicatezza della situazione in cui si trova Solinas ha una cartina di tornasole nell’atteggiamento tenuto ieri dal presidente che ha lasciato il Palazzo di giustizia senza rilasciare alcun commento. Solinas è andato via dal tribunale appena si è chiusa l’udienza, quindi prima che la Gup decidesse sul suo rinvio a giudizio. Era invece presente l’avvocato difensore Toto Casula che, ugualmente, ha preferito non dire nulla dopo la decisione della giudice di aprire il processo contro il proprio assistito.

Tra una ventina di giorni ci sono gli Stati generali del centrodestra, preludio del rimpasto di Giunta annunciato dal governatore. Ma adesso Solinas torna a sedersi al tavolo con gli alleati in una posizione di minor forza, anche rispetto alla Lega, l’alleato più vicino sulla carta, visto che Psd’Az e Carroccio hanno corso insieme anche alle Politiche del 25 settembre, ma il più lontano sotto il profilo della complicità. I due partiti sono ai ferri corti, si aggiunga che le camicie verdi non hanno alcuna intenzione di cedere assessorato alle altre forze della coalizione.

Alessandra Carta

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