Rimpasto, Forza Italia indica un uomo. Così Solinas resta incartato sulla parità di genere

Christian Solinas ha una grana in più da risolvere, passata un’altra settimana senza il rimpasto di Giunta fatto. Stavolta è Forza Italia a servire il piattino al governatore: come sostituto di Alessandra Zedda, che l’8 novembre la lasciato la delega al Lavoro, gli azzurri sardi hanno scelto un uomo, il consigliere regionale Marco Tedde.

Proprio contro i berlusconiani sardi, Solinas qualche giorno fa non ha avuto garbo. Anzi. A margine di un evento e a domanda precisa dei giornalisti sulla richiesta di vertice da parte di Forza Italia per fare il punto sul rimpasto, il presidente della Regione quasi aveva ridicolizzato i berlusconiani, sostenendo che la coalizione avesse già fatto troppi incontri e quindi non era necessario riunirsi ancora. Poi Solinas ha chiuso il discorso lasciando intendere che fosse colpa dei partiti se ancora il nuovo Esecutivo era al palo. Da lì l’invito a fare i nomi dei papabili.

Solinas, però, malgrado siano passati quattro anni di governo insieme ai berlusconiani, non ha ancora imparato che Ugo Cappellacci, il capo degli azzurri sardi, non solo è bravo a restituire il torto subito, ma lo sa fare anche con una certa intelligenza politica. Quindi non solo non ha detto una parola sul fatto che Solinas abbia snobbato la sua richiesta di vertice, ma all’ora di indicare il nome del nuovo assessore, ecco servito il trabocchetto: Forza Italia ha eseguito quando sollecitato dal governatore indicando un uomo e lasciando a Solinas la grana della parità di genere da rispettare. Del resto, gli azzurri hanno adempiuto all’ordine del presidente, nulla può essere contestato loro.

Di più: gli azzurri non possono essere nemmeno tacciati di aver puntato su un politico estraneo al mondo del lavoro. Tedde, per quattro anni, sino allo scorso 1° luglio quando da primo dei non eletti è tornato in Consiglio regionale, era consulente della Zedda. Ciò significa che ne ha masticato abbastanza di politiche per l’occupazione.

Inizialmente sembrava che la designata a sostituire la Zedda fosse Ada Lai, candidata alle Politiche ma non eletta. Invece il partito ha puntato sulla continuità interna all’assessorato, uno dei più importanti in Regione, vista la fame di lavoro che c’è nell’Isola. Non solo: considerando che ci vogliono almeno nove-dieci mesi per capire come funziona la macchina amministrativa, ingaggiare un assessore diverso da Tedde significherebbe arrivare a fine legislatura con gli uffici a rilento. Questo, con una riunione interna, si sono detti in Forza Italia.

Quanto ai Trasporti, casella lasciata libera dalla Lega, il designato dal partito è il capogruppo in Consiglio regionale, Pierluigi Saiu, ma non è detto che Solinas lasci al Carroccio tre deleghe. Di certo, con l’indicazione di Tedde da parte di Forza Italia, se anche il Psd’Az prende un’altra delega nell’Esecutivo, non può più indicare Carlo Doria, l’amico ortopedico di Solinas, come nei piani del presidente. Le donne in Giunta devono essere obbligatoriamente quattro, quindi per Doria non ci sarebbe spazio.

Cappellacci ha calcolato tutto, è evidente. Per ora è lui in netto vantaggio su Solinas che deve varare la nuova Giunta coprendo anche la delega all’Ambiente che lascia libera Gianni Lampis, l’Fdi eletto alla Camera con le Politiche del 25 settembre scorso. I papabili nel partito sono tre: il coordinatore provinciale Marco Porcu e il secondo più votato alle Regionali del 2019, Gigi Rubiu. Tuttavia per le stesse motivazioni che hanno spinto Forza Italia a scegliere Todde, anche tra i Fratelli d’Italia la continuità potrebbe avere il suo peso: se così sarà, Emanuele Becciu, attuale capo di gabinetto, ha più chance di tutti.

Alle 18 Solinas doveva incontrare proprio gli Fdi, perché a fronte di un vertice collegiale, il capo della Giunta sarda ha optato per incontri bilaterali. Ma è difficile che dopo la mossa di Forza Italia, Solinas decida in tempo il da farsi. Per ora il bollettino politico segna uno a zero per gli alleati. Nel centrodestra sempre più diviso, ormai il confronto è duello permanente. Il governatore con sempre meno potere sembra totalmente incartato. (al. car.)

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