Quirinale, i Leu contro la politica: sui delegati spunta il Piano anti-inciuci

La proposta è di quelle che possono valere una spallata agli inciuci di queste ore. I Leu del Consiglio regionale – ovvero un pezzo della minoranza – scrivono al presidente Christian Solinas per dire che a Roma, come “grandi elettori sardi” devono andare “un sindaco e un operatore sanitario”. A scelta tra medici, infermieri, tecnici e personale amministrativo.

La lettera l’hanno firmata gli onorevoli Daniele Cocco ed Eugenio Lai. “Il Consiglio regionale – si legge – deve attribuire un significato non solo politico alla scelta” dei tre delegati puntando, “soprattutto in segno di ringraziamento e solidarietà, a quelle categorie di cittadini che da due anni si trovano in prima linea nella lotta alla pandemia con grande sacrificio e abnegazione”.

La missiva dei Leu, al netto del contenuto stringato, è un messaggio politico che per un verso smonta i giochi trasversali nell’aria, come il possibile accordo tra Pd e centro a sostegno di Antonello Peru e Gianfranco Ganau, e su un altro fronte saggia gli umori dei partiti nel tentativo di costruire nuove alleanze per il Quirinale.

Domani 11 gennaio si vedono i capigruppo della massima assemblea sarda, convocati dal presidente Michele Pais, in vista della seduta programmata per mercoledì 12, data in cui l’Aula deve votare i delegati. La sensazione è che ci sia uno slittamento, perché l’accordo sembra lontano.

La proposta dei Leu rompe con la tradizione che vuole a Roma il presidente della Regione e quello del Consiglio più un rappresentante della minoranza, come nel dettato costituzionale all’articolo 83. Sulla carta i delegati sarebbero Solinas, Pais e Ganau. Ma se a Roma devono andare un sindaco e un operatore sanitario, in due sono di troppo.

È qui che entrano in gioco le alleanze tra partiti. I Leu, è evidente, puntano a portare con sé sia pezzi della maggioranza che dell’opposizione, visto che ciascun onorevole può esprimere due preferenze. Si tratta di fare i conti della serva per capire chi la può spuntare. Non solo: in questo momento, tra Solinas, Pais e Ganau, il più forte è proprio il capogruppo del Pd, considerando le troppe liti interne nel centrodestra.

L’ago della bilancia sarà l’opinione pubblica. Se la politica riesce a far appassionare i cittadini sul tema dei delegati sardi per il voto del Quirinale, allora si abbassano le possibilità dell’inciucio. Se invece la questione dei grandi elettori resta un fatto che riguarda il palazzo e non anche la società civile, allora le indicazioni saranno la solita spartizione di potere.

Se domani viene confermato il voto per mercoledì, vuol dire che le diplomazie interne ai partiti si sono mosse rapidamente. Altrimenti slitta tutto ai prossimi giorni. Il voto a Roma, invece, è programmato a partire dal 24 gennaio.

Al. Car.

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