I giorni difficili del Quirinale, ma 4 senatori sardi in festa con Sgarbi e Razzi

Eccolo qua il divertimento dei senatori sardi. Mentre di giorno il Parlamento si affannava a trovare la quadra sul nuovo presidente della Repubblica (missione compiuta solo all’ottava votazione di sabato con la riconferma di Sergio Mattarella), la sera i politici brindavano e festeggiavano. Sbeffeggiando i cittadini.

Questo video che pubblichiamo sta girando su WhatsApp e su I mattatori dell’happening romano sono tre: il deputato Vittorio Sgarbi,il suo inseparabile amico Antonio Razzi, ex di Palazzo Madama, e l’ortopedico e senatore di Sassari, Carlo Doria, fedelissimo del governatore Christian Solinas. Più defilati ma comunque presenti, altre tre colleghi di Doria: l’ex sindaco di Cagliari, Emilio Floris, quota Forza Italia; la sardo-leghista barbaricina Lina Lunesu; Giuseppe Luigi Cucca, l’ex Pd di Nuoro passato con Italia Viva di Matteo Renzi.

La questione che chiama l’attenzione non è la festa privata in sé, un pieno diritto di ogni persona. Ma il clima dell’incontro, il fatto che l’elezione del capo dello Stato venga irrisa e derisa. A dare il là è proprio Doria, che ripete: “Questo è un momento cruciale per la Repubblica”. Quindi Sgarbi prende la parola: “La cosa è questa. Non c’è fretta. È inutile chiedere ai cittadini. Ai cittadini non gliene frega niente. Noi siamo qui, ogni sera una cena. Io direi che possiamo (finire di) votare il 14 febbraio. Inutile correre. Cerchiamo dei nomi, ne bocciamo qualcuno, facciamo delle terne. Prudenza, lenti”. Doria, senza smettere di ridere, dice che “bisogna continuare a votare Pianasso”, cioè il senatore della Lega che ha preso qualche voto nei giorni in cui i partiti non avevano ancora trovato l’accordo.

A meno che non parli qualcuno dei presenti, non si sa dove si sia tenuta la cena. Di certo la festa non fa che rinsaldare l’amicizia tra Doria e Razzi, quest’ultimo presente anche all’inaugurazione dell’anno accademico a Sassari, lo scorso novembre, dove l’ortopedico insegna. I due, come raccontato dal nostro giornale, si sono frequentati anche d’estate a San Teodoro. (al. car.)

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