Doppia preferenza, le donne accusano: “È nato il gruppo del voto segreto”

“In queste ore in Consiglio regionale spuntano gruppi come funghi. A pensar male, a volte ci si azzecca: il voto segreto sulla doppia preferenza di genere è ai blocchi di partenza”. Lo scrivono, su Facebook, tre donne di Coordinamento3, il collettivo femminile che per chiedere lo scrutinio palese sulla modifica della legge elettorale sarda – con appunto l’introduzione del doppio voto all’interno della stessa lista – ha scritto persino al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della sua visita nell’Isola lo scorso ottobre.

Serve incrociare la cronaca politica degli ultimi giorni per spiegare l’accusa mossa da Rita Mameli, Carla Puligheddu e Paola Secci, rispettivamente consigliera comunale a Monserrato, dirigente del Psd’Az e sindaca di Sestu. Martedì scorso, quando la leggina sulla doppia preferenza è approdata in Aula per l’approvazione, a palazzo si è diffusa la voce che ci fosse un consigliere disposto a chiedere il voto segreto. Si è fatto il nome, come riportato da Sardinia Post, di Marcello Orrù, diventato oggi, risulta dal sito istituzionale della massima assemblea sarda (nella foto a destra), il presidente del gruppo che si è appena costituito. Si chiama ‘Sardegna’.gruppo-sardegna-consiglio-regionale

Martedì scorso Orrù avrebbe potuto sollecitare lo scrutinio segreto perché di mattina era il capogruppo in pectore del Psd’Az, vista l’assenza del titolare dell’incarico, Angela Carta. E infatti per regolamento solo il presidente di un gruppo – o chi lo sostituisce – può chiedere che non si proceda con voto palese.

Nel pomeriggio di martedì, quando sono ripresi i lavori dell’Aula sospesi per la pausa pranzo, Carta è intervenuto sul punto e ha sottolineato: “So che questa mattina si è parlato della mia assenza, considerata addirittura sospetta. Sappiate che da questa parte non arriverà mai l’appoggio per costruire un muretto a secco contro la doppia preferenza di genere. Io nella seduta antimeridiana non ero presente per una visita medica improrogabile”.

Martedì la leggina sul doppio voto non è stata votata nemmeno a fine serata, perché si è aperto il caso delle liste paritarie (tuttora è aperto). Non c’è stata dunque nemmeno l’occasione per capire cosa sarebbe successo in Aula. Di certo Orrù, che da oggi ha il titolo di capogruppo, è nelle condizioni di chiedere lo scrutinio segreto dalla prossima seduta. Precisamente dal 21 novembre, quando la modifica della legge elettorale tornerà in Aula e solo allora si capirà se sia fondata – o meno – l’accusa mossa dalle tre donne del Coordinamento3.

Il vicepresidente del ‘Sardegna’ è Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) che in Aula, martedì scorso, ha apertamente dichiarato di essere contrario alla doppia preferenza. Idem Gennaro Fuoco (ex Uds) che è ugualmente un componente del Sardegna, di cui assume la carica di segretario. Il quarto rappresentante è l’azzurro Mariano Contu, ma il suo è un cosiddetto ‘prestito tecnico’, visto che per formare un gruppo servono quattro consiglieri. Con la nascita del Sardegna, Orrù lascia il gruppo del Psd’Az, mentre Truzzu e Fuoco quello Misto.

Sulla costituzione del Sardegna, Rita Mameli ha scritto ancora su Facebook : “Martedì 21, nella prima seduta utile del Consiglio, si parlerà di doppia preferenza di genere. Vuoi vedere che mancava un capogruppo disposto a chiedere il voto segreto?”. Così Carla Puligheddu: “Questo è sacrificarsi per la causa, con buona pace di tutti. Questo è essere veri eroi. Tutti per uno, Orrù per tutti”. Paola Secci: “Quale sarà il grande apporto politico, serio e motivato, da proporre all’attenzione dei sardi?”.

Il voto del 21 novembre è certamente molto sentito dai consiglieri regionali. Tanto che il dem Franco Sabatini, considerato uno che rema contro la doppia preferenza e chiamato in causa per il caos delle liste paritarie (il problema è legato anche all’Ogliastra, il territorio dove è stato eletto), oggi ha diffuso un comunicato. Sabatini ha scritto: “Basta strumentalizzazioni e pretesti, lo stralcio va approvato subito e senza tentennamenti”. Sullo sfondo la posizione del Partito dei sardi che, attraverso il capogruppo Gianfranco Congiu, sulle liste paritarie ha parlato di emendamento-inganno, in quando la proposta di candidare il 50 per cento di uomini e altrettante donne sarebbe nata perché la sola doppia preferenza avvantaggerebbe la componente femminile.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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