L’aritmetica travolge la doppia preferenza. Stallo in Consiglio

Non c’è accordo in Consiglio regionale sulle liste paritarie da inserire nella legge elettorale della Sardegna, tema che nei giorni scorsi ha fatto slittare al 21 novembre l’approvazione della norma stralcio sulla doppia preferenza di genere, data ormai per scontata. Anche se lo scrutinio segreto, temuta arma dei franchi tiratori, non può dirsi scongiurato del tutto.

Fare liste paritarie significherebbe per i partiti l’obbligo di candidare il 50 per cento di uomini e altrettante donne. Ma è nato un problema nei collegi dell’Ogliastra e del Medio Campidano. Nel primo caso, avendo la provincia di Lanusei-Tortolì liste da due persone – tante quante i seggi che spettano al territorio -, votare insieme un uomo e una donna equivarrebbe ad alterare la volontà degli elettori. I quali finirebbero per dare la preferenza a entrambi i candidati in corsa che, però, sarebbero anche gli unici. E ciò aprirebbe la strada a un profilo di incostituzionalità. Nel caso di Villacidro-Sanluri, che nella massima assemblea ha diritto a tre seggi, non si possono fare liste paritarie essendo dispari il numero di candidati.

Per uscire dall’impasse, martedì in Consiglio si è discussa la possibilità di raddoppiare i posti in lista nei due territori. In Ogliastra verrebbero portati a quattro, nel Medio Campidano a sei. Ma la proposta ha rotto l’unità che il centrosinistra e l’opposizione avevano costruito sulla norma stralcio: del resto è prassi politica che una legge elettorale venga approvata o modificata col più ampio coinvolgimento dell’Aula e non a colpi di maggioranza. Il nodo da sciogliere riguarda il fatto che l’aumento dei candidati in Ogliastra e nel Medio Campidano, pur mantenendo invariati i seggi, farebbe sballare il conto finale dei voti. Di qui la decisione di interrompere la seduta, riconvocata per il 21 novembre alle 16, in modo da cercare nel frattempo un’altra soluzione bipartisan in commissione Riforme.

La via d’uscita al momento non è stata trovata. E non se ne riparlerà prima di martedì mattina, visto che i consiglieri regionali hanno la settimana corta e da ieri non sono più al lavoro. Il rischio è che l’emendamento sulle liste paritarie possa non ottenere il via libera unanime, sino a creare più scontenti del previsto.

Sul punto ci sono anche dei retroscena che stanno circolando in queste ore: l’idea delle liste paritarie sarebbe venuta ad alcuni consiglieri uomini, filtra dal palazzo di via Roma. Sulle leggi elettorali esistono infatti autorevoli simulazioni secondo le quali la doppia preferenza di genere avvantaggerebbe le donne, se non accompagnata da un uguale numero di candidature maschili e femminili. Viene citato un esempio specifico: nel caso di una lista da tre con due uomini, l’unica donna in corsa potrebbe fare con entrambi i maschi il ticket della doppia preferenza. A quel punto avrebbe un’altissima probabilità di essere eletta.

Come vada a finire, è presto per dirlo. Ma non si può escludere nemmeno la possibilità che il Consiglio non risolva il problema dell’Ogliastra, il più grave visto il rischio di illegittimità costituzionale, e anzi si accolli la responsabilità di farsi impugnare la norma stralcio dal Governo nazionale.

Per quanto riguarda il resto dei territori, il problema delle liste paritarie non si pone visto che in tutte le altre sei circoscrizioni elettorali è pari il numero dei seggi, quindi dei candidati: Cagliari è a quota venti, Sassari a dodici, Nuoro e Oristano a sei, il Sulcis a quattro. Dalle prossime Regionali ne avrà sei anche la Gallura perché gli abitanti sono cresciuti rispetto al 2014. E questo a differenza del Medio Campidano che infatti avrà un seggio in meno – da quattro a tre – perché ha perso residenti. Va infine ricordato che attualmente il consiglieri eletti nell’ex provincia di Olbia-Tempio sono quattro per un difetto di interpretazione della legge elettorale: il quinto seggio è stato assegnato al Sassarese. Nella norma stralcio verrà inserito anche un emendamento su questa nuova ripartizione dei sessanta posti dell’assemblea regionale.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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