AutodetermiNatzione perde pezzi: Valentina Sanna lascia e difende Muroni

Continua a perdere pezzi il progetto AutodetermiNatzione: dopo le dimissioni di Anthony Muroni da portavoce all’indomani delle Politiche del 4 marzo, oggi ha deciso di lasciare Valentina Sanna. E le ragioni dell’addio sono legate proprio agli equilibri interni seguiti al voto di due mesi fa. Un voto che non è stato particolarmente esaltante per gli indipendentisti che hanno superato di poco il 2 per cento sia alla Camera che al Senato.

Muroni, che era capolista al Senato nel collegio unico regionale, si era affidato a un post su Facebook per annunciare la rinuncia all’incarico; la Sanna, che guidava il cartello elettorale nella circoscrizione uninominale di Cagliari, ha scritto invece una nota. E per lei è il secondo addio nel giro di pochi anni, visto che nel 2014 si era dimessa da presidente del Pd. Poi l’ingresso in Comunidades, una delle liste di Sardegna Possibile di Michela Murgia, e infine l’approdo in AutodetermiNatzione, appena concluso.

“Sono passati più di due mesi dalle elezioni politiche – scrive in premessa la Sanna – alle quali, con otto sigle guidate dal portavoce Anthony Muroni, presentammo il Progetto AutodetermiNatzione. Un Progetto che, rivolgendosi a tutti sardi e superando gli steccati ideologici, doveva rappresentare la speranza perché la Sardegna uscisse dalla fase attuale di decadenza e impoverimento, frutto delle politiche delle Giunte regionali espresse dai partiti subordinati a Roma e dai loro alleati, con l’obiettivo di scardinare il vecchio modello di sviluppo basato sulla dipendenza. Un Progetto che voleva rappresentare un processo di rottura e discontinuità rispetto al passato”.

La nota della Sanna (qui il testo integrale) prosegue così: “Lo Statuto, non per responsabilità di tutti ma solo di una parte, non si è fatto nel tempo stabilito. E all’indomani del 4 marzo, un risultato comunque insperato e per noi di Comunidades estremamente positivo, non è stato considerato un patrimonio abbastanza prezioso, come invece era, da salvaguardare. Anzi. La prima priorità, e vecchio vizio, è stata la rimozione della fiducia, nei fatti, di Muroni, fino al 2 marzo considerato un leader generoso e democratico riconosciuto da tutti gli 8, e dal 5 marzo improvvisamente decaduto ad accentratore con l’aspirazione di fare del Progetto Autodeterminatzione un soggetto politico unico in cui scioglierne le componenti. Ancora oggi – continua la Sanna – ci chiediamo in quale luogo o contesto sia potuta emergere una tale convinzione, noi non l’abbiamo mai lontanamente intravista, né in dichiarazioni al tavolo politico, né in conversazioni meno formali”.

Stando a quando riferisce l’ex candidata, “questo è stato un primo segnale dello scricchiolio che ha poi generato il tracollo verso i successivi avvenimenti. Al netto delle responsabilità di ciascuno di noi, resta però la convinzione di Comunidades che molto poteva essere evitato, se la volontà di restare uniti, pur nelle difficoltà e incomprensioni, fosse rimasta immutata. È chiaro, oggi, che ciò che ci ha diviso non sono derubricabili a semplici incomprensioni. Ci divide senza dubbio una pratica, prima di tutto nei rapporti personali, che può trasformare da un giorno all’altro il portavoce che fino a ieri ci rappresentava totalmente in qualcuno da cui guardarsi e prendere le distanze, disconoscendo di fatto, nel momento in cui si accettano senza discussione le sue dimissioni, che l’obiettivo raggiunto il 4 marzo è stato frutto, in larga parte, del suo impegno”.

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