Asl unica, si parte il 1° settembre (anziché il 30): vince la mediazione

L’Asl unica parte dal 1° settembre: il Consiglio ha votato la leggina che proroga di due mesi i manager delle otto aziende territoriali da cancellare.

La Asl unica (Asur) si farà dal 1° settembre. Il Consiglio regionale ha votato la leggina che proroga di altri due mesi i commissari delle aziende sanitarie territoriali nominati a dicembre 2014. A conti fatti una scadenza intermedia tra l’indicazione della giunta di Francesco Pigliaru (partenza dal 1° luglio) e quella dei partiti alleati che avrebbero voluto l’istituzione dell’Asur dal 1° ottobre (leggi qui).

Politicamente è dunque finita patta in maggioranza: dopo la strigliata del governatore, che l’altro giorno ha detto “basta alle logiche spartitorie“, il centrosinistra in Consiglio regionale si è ammorbidito. Ma lo stesso ha fatto l’Esecutivo che inizialmente aveva messo in cantiere la cancellazione delle otto Asl locali a partire dal 1° luglio.

LEGGI QUI COME FUNZIONERÀ LA ASL UNICA

Il voto di oggi in Aula – 31 sì e 23 no – trascina con sé effetti anche sul fronte del rimpasto in Giunta, tema tornato con prepotenza nell’agenda politica sarda dopo i ballottaggi del 19 giugno. Ma adesso la sensazione è che tutto adesso sia di nuovo rallentato. Anche perché istituire la Asl unica entro il 1° settembre presuppone che i partiti del centrosinistra lavorino sodo per correggere il ddl dell’Esecutivo nelle parti considerate lacunose. Per esempio quelle relative all’omogeneizzazione dei contratti: ogni comparto, dai medici al personale socio-sanitario, dovrà essere inquadrato con le stesse regole in tutta la Sardegna, quindi anche con uguali stipendi mentre oggi esistono differenze retributive anche corpose. E per questo dalla scorsa settimana è stato istituito un tavolo tecnico col compito di mettere di definire i percorsi normativi senza senza gravare sui bilanci.

Non solo: chiuso l’accordo sui tempi della Asl unica, il centrosinistra deve decidere a chi affidare la direzione dell’Asur. E si tratta di una poltrona pesantissima, visto che il manager gestirà oltre tre miliardi di euro. Ciò che vale più della metà del bilancio regionale.

In Aula, al termine del dibattito consiliare, è intervenuto l’assessore alla Sanità, Luigi Arru, più volte chiamato in causa dal centrodestra, contrario all’istituzione della Asl unica. “Per misurare la qualità dell’assistenza sanitaria – ha detto l’esponente della Giunta – bisogna avere indicatori e su questi sono disposto a confrontarmi anche con l’opposizione. Questi stessi indicatori devono essere utilizzati per valutare l’operato dei commissari. I quali – ha proseguito Arru – avevano dei compiti e li hanno portati avanti, in una situazione che sapevamo essere estremamente difficile. Eppure possiamo dire che avremo un nuovo ospedale a Sassari e una gara regionale per la protesica è stata assegnata con un risparmio di oltre il 50 per cento”.

Tra i traguardi che Arru dice di aver raggiunto, c’è anche “la previsione per la sanificazione delle carrozzine, mai fatta prima”. Ovvero la stima dei costi per la pulizia. Ancora: “Abbiamo un sistema di cure palliative, a Olbia, citato come esempio a livello nazionale, e possiamo vantare dati positivi sui trapianti”. L’assessore si è poi soffermato sulla spesa farmaceutica, ricordando “i 50 milioni per la cura dell’epatite C”. Quindi il messaggio politico: “Nella sanità sarda, a ben vedere, non è tutto negativo. Per questo è inaccettabile creare insicurezza nei cittadini, descrivendo una realtà allo sfascio”. Infine la posizione sulla Asl unica: “Non ci sono evidenze né a favore né contro. Sappiamo però che genererà il 30 per cento di economie, dicono gli esperti. Stiamo lavorando per migliorare la salute, non per togliere diritti”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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