Asl unica, ecco la cordata di partiti che ha stoppato il ddl della Giunta

Documento firmato da Sel (Cocco, Agus, Lai), Rossomori (Zedda, Usala), Upc (Zanchetta, Gaia) e Psi (Perra). Qui le ragioni della contrarietà.

Hanno un nome i consiglieri regionali che non vogliono la Asl unica (Asur), così come l’ha pensata la giunta di Francesco Pigliaru nel ddl che non verrà votato entro il 1° luglio. A remare contro sono gli esponenti di Sel Daniele Cocco, Francesco Agus ed Eugenio Lai insieme ai RossoMori Paolo Zedda ed Emilio Usala, più il socialista Raimondo Perra e gli Upc Pierfranco Zanchetta e Antonio Gaia.

Gli otto onorevoli hanno diffuso una nota dal titolo “Quello che più ci sta a cuore è il diritto alla salute dei sardi“. Ihn ventisette righe ecco spiegate le ragioni per le quali hanno deciso di non approvare in questi giorni il disegno di legge che avrebbe cancellato le Asl territoriali per fare spazio all’Asur, gestita da un unico Dg (previste tuttavia le aree sanitarie, corrispondenti alle otto ex province).

“Riforme come quella della Asl unica regionale, verso la quale non nutriamo alcun preconcetto negativo – si legge – necessitano di un’ampia discussione. Non chiusa a riccio tra i palazzi della Giunta e del Consiglio regionale ma aperta a chi le riforme le vive sulla propria pelle: ovvero i cittadini bisognosi di cure, le categorie professionali, gli amministratori locali, le organizzazioni sindacali, le associazioni dei pazienti che non possono essere esclusi pregiudizialmente dal dibattito sul testo”.

Avant’ieri, quando Sel ha aperto di fatto la crisi in maggioranza annunciando il voto contrario alla riforma (leggi qui), il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, aveva risposto con una nota altrettanto ferma nella quale spiegava che la Giunta era stata eletta “per fare scelte coraggiose (leggi qui). Un concetto, questo, che gli otto onorevoli contrari alla Asur riprendono: “Le scelte coraggiose che siamo chiamati a fare – dicono – devono essere ragionate e pesate sino all’ultima virgola. Dietro l’angolo c’è il rischio di sbagliare, errore due volte più grave dello stare fermi quando si parla di sanità pubblica”. E poi: “Crediamo non siano secondari i se e i ma, dettagli dirimenti della riforma e della traduzione di questa in servizi per i cittadini, in particolare per chi risiede nelle zone interne e periferiche dell’Isola”.

Oggi alle 16 si riunisce la commissione Sanità del Consiglio regionale presieduta proprio da Perra, uno degli otto firmatari della nota con la quale viene ufficializzata l’opposizione al ddl della Giunta. Almeno in questa fase. L’organismo deve esaminare oggi il parere del Cal (Consiglio per le autonomie) che era annunciato per i giorni scorsi, ma poi lo slittamento. Ci sarà poi il voto finale alla riforma, visto che il 7 giugno scorso sono stati ritirati tutti gli emendamenti. Da questo pomeriggio scattano poi i dieci giorni che la legge riconosce all’opposizione per preparare la relazione di minoranza. Vorrebbe dire portare il testo in Aula il 27 giugno e approvarlo in tre giorni. Ma questo percorso è saltato: la maggioranza ha deciso invece di prorogare i commissari delle Asl nominati a dicembre 2014 (leggi qui) attraverso una leggina ad hoc.

Nella nota degli otto consiglieri si parla ancora di “lacune e punti oscuri presenti nel ddl. Nel merito – è scritto – le perplessità riguardano l’organizzazione territoriale, la gestione e valorizzazione del personale, la sostenibilità economica della sanità (con un buco di 750 milioni di euro)”. Riguardo al metodo si fa accenno “all‘assenza di condivisione dentro e l’Aula“. E ancora: “Siamo convinti di poter sensibilmente migliorare la legge. Per questo motivo crediamo che trasformare, in nome della fretta, i passaggi politici dell’Assemblea regionale in meri atti tecnici di approvazione, sarebbe una decisione sbagliata. Con la conseguenza di isolare nella responsabilità di governo la Giunta rispetto alle forze di maggioranza, cui compete, insieme al Presidente, la delineazione delle scelte strategiche”.

Quindi ancora un passaggio sul ruolo dei partiti che “non devono abdicare dalle loro responsabilità”. E anzi hanno “il dovere di schierarsi, senza possibilità di equivoci, a difesa della sanità pubblica, per cercare la più ampia condivisione. A questo proposito consideriamo ormai irrimandabile un vertice tra le forze della maggioranza per chiarire tempi e modi di approccio a questa e alle altre riforme”.

Non passa inosservato tra i consiglieri di Sel manchi la firma di Luca Pizzuto, il quale nei giorni scorsi, parlando anche in qualità di segretario sardo del partito, aveva chiesto di uniformare le differenze retributive tra il personale della Asl del Sulcis (il suo territorio) con quello delle altre aziende sanitarie. Sempre in quota sellina, l’altro giorno Francesco Agus si è astenuto quando il ddl è stato votato nella commissione Riforme, da lui stesso presieduta.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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